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mercoledì 25 dicembre 2024

Il COE riduce ad allerta gialla l'allerta rossa di Puerto Plata

 


Il Centro operativo di emergenza (COE) ha ridotto ad allerta gialla la provincia di Puerto Plata, che era in allerta rossa da tre giorni e che ha registrato più di 600 millimetri di pioggia.

Oltre a questa provincia, restano in allerta gialla le province di Hermanas Mirabal, Espaillat, María Trinidad Sánchez, Duarte e Samaná.

Valverde, La Vega, Sánchez Ramírez, Monte Plata e Santiago Rodríguez sono in allerta verde a causa delle piogge previste aseguito di un fronte freddo in via di disgregazione.

Nel frattempo, i livelli di allerta per il Gran Santo Domingo, Monseñor Nouel, La Altagracia, Dajabón, Monte Cristi e Santiago sono stati revocati.

Nelle ultime 48 ore almeno sei persone sono morte in incidenti stradali su diverse strade e autostrade del Paese.

 




Secondo il bollettino "Consapevolezza per la vita" di Natale e Capodanno 2024-2025, nelle ultime 48 ore almeno sei persone sono morte in incidenti stradali su diverse strade e autostrade del Paese.

Juan Manuel Méndez García, direttore del Centro operativo di emergenza (COE), ha affermato che almeno sei persone sono morte in incidenti stradali nelle ultime ore.

Del numero totale dei decessi, due sono stati causati da veicoli leggeri, tre da motociclette e uno a seguito di investimento.

Sono state effettuate ispezioni tecniche visive dei veicoli su 2.750 unità di trasporto pubblico interurbano di passeggeri in 56 terminal in tutto il Paese, in operazioni in cui è stata ordinata la sostituzione o la riparazione di 326 pneumatici, 696 luci, 627 finestrini rotti o mancanti, 59 specchietti retrovisori mancanti e 82 tergicristalli mancanti .

“Sono state rilevate altre irregolarità per le quali è stata vietata la partenza dell'unità, come i casi in cui 31 autisti avevano la patente di guida scaduta, smarrita o di categoria inferiore a quella richiesta; 11 veicoli erano senza assicurazione; 240 unità di trasporto pubblico non erano dotate delle attrezzature necessarie (kit di pronto soccorso, triangolo o estintore) per rispondere in caso di emergenza", ha affermato il generale García.

Il COE segnala: 16.019 sfollati e oltre tremila case colpite dalle piogge

 



Il Centro operativo di emergenza (COE) ha indicato nel suo rapporto sulla situazione numero 5 che finora 16.019 persone sono state sfollate in aree sicure a causa della forte ondata di piogge torrenziali che ha colpito diverse località del Paese.

L'agenzia ha affermato che circa 3.703 case sono state colpite dalle piogge e circa 23 comunità sono rimaste isolate.

Nella provincia di Puerto Plata, la Protezione Civile ha segnalato che a causa dello straripamento del fiume Paso Seco e del Caño Miguel che ha interessato i comuni di San Felipe, Altamira, Guananico, Imbert, Los Hidalgos, Luperón, Sosúa, Villa Isabela e Villa Montellano circa 2.260 case sono state allagate.

Inoltre, 11.300 persone sono state sfollate in zone sicure.

L'esondazione del torrente Caño Miguel nel comune di Villa Isabela ha lasciato isolate le comunità di Estero Hondo e Punta Rusa. Sempre nel Comune di Montellano, a causa dell'esondazione del fiume Camú, circa 20 persone sono rifugiate nella Struttura Polivalente di Montellano

A Espaillat, a causa dello straripamento del fiume Yasica, la comunità di La Cuchara e la comunità di El Batey sono rimasteisolate. Inoltre, a seguito dello straripamento del fiume Yasica, circa 247 case sono state allagate e 1.237 persone sono state sfollate presso case di amici e parenti nel distretto municipale di Veragua.

A La Vega, le comunità di Sabana Rey e La Tina, nel distretto municipale di Ranchito, sono rimaste isolate.

A Duarte, la Protezione Civile ha segnalato che, a causa dello straripamento del fiume Cuaba, le comunità di La Cuaba e San Ramón sono rimaste isolate e, analogamente, a causa dello straripamento del fiume Guiza, le comunità di Rivera e Las Guaranas sono rimaste isolate.

Nella stessa provincia, le città di Juana Rodríguez, Villa Rivera e Colorada sono rimaste tagliate fuori dalle comunicazioni a causa dell'esondazione del fiume Chacuey. Inoltre, l'inondazione del fiume Jaigua ha lasciato isolate le comunità di Los Cachones e Los Callejones.

Il COE raccomanda ai conducenti di veicoli di adottare misure preventive per la scarsa visibilità causata dalla pioggia.

In caso di forti piogge, i residenti delle zone ad alto rischio che vivono vicino a fiumi, torrenti e forre devono essere vigili e adottare le misure precauzionali necessarie contro possibili inondazioni e piene improvvise.

venerdì 20 dicembre 2024

IolIl Gran Santo Domingo e altre cinque province in allerta gialla; ce ne sono 13 in allerta verde

 



 

Il Centro operativo di emergenza (COE) ha aumentato a 20 il numero delle province in allerta a causa del verificarsi di una depressione che genererà piogge da moderate a intense, accompagnate da occasionali raffiche di vento in alcune località.

L'enteha posto in allerta gialla sette province, tra cui il Gran Santo Domingo, Maria Trinidad Sánchez, La Altagracia, Duarte, Samaná e San Cristobal.

Le province di Hermanas Mirabal, Puerto Plata, San Pedro Macorís, Monte Plata, Valverde, Monseñor Nouel, Espaillat, Hato Mayor, Santiago, Dajabón, La Romana, Santiago Rodríguez e Montecristi sono in allerta verde.

Il COE raccomanda agli operatori di imbarcazioni di piccole, fragili e medie dimensioni sulla costa atlantica da Cabo Engaño a Cabo Frances Viejo di rimanere in porto a causa delle onde anomale e delle raffiche di vento.

Inoltre, hanno invitato il resto della costa a navigare con cautela vicino al perimetro senza avventurarsi in mare, così come sulla costa caraibica, in particolare da Cabo Engaño alla parte orientale dell'isola di Saona.

Si consiglia alla popolazione di seguire le linee guida degli enti  di protezione e si consiglia ai residenti delle aree ad alto rischio vicine a fiumi, torrenti e forredi prestare attenzione alle misure precauzionali necessarie in caso di possibili inondazioni e piene improvvise.

Si raccomanda inoltre di astenersi dall'attraversare fiumi, torrenti e forre con grandi portate d'acqua, soprattutto nelle province in stato di allerta.

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Nel suo bollettino meteorologico, l'Istituto Dominicano di Meteorologia (Indomet) indica che nel pomeriggio di questo venerdì e nelle prime ore della notte le piogge si estenderanno a La Altagracia, El Seibo, Hato Mayor, San Pedro de Macorís, Monte Plata, alcuni settori del Gran Santo Domingo, Sánchez Ramírez, Duarte, Mari+ia Trinidad Sánchez, Monseñor Nouel, La Vega, Hermanas Mirabal, Santiago, Puerto Plata, Espaillat, San Juan, Elias Piña, Valverde, Dajabón, Santiago Rodríguez e Barahona.

Si prevede che le piogge continueranno anche nella giornata di domani, sabato, con un aumento delle nubi, che genereranno rovesci sparsi e occasionali raffiche di vento a partire dalle prime ore del mattino.

Le temperature rimarranno piacevoli, soprattutto nelle zone montuose e nelle valli interne.

sabato 14 dicembre 2024

Trump annuncia l'addio all'ora legale: «Impraticabile per noi, è troppo costosa»



Stop all'ora legale negli Usa. Il presi dente eletto, Donald Trump, ha dichiarato che, quando tornerà al potere il 20 gennaio, il suo partito lavorerà per eliminare l’ora legale negli Stati Uniti, per evitare cambi di orario due volte l'anno. L'ora legale è impraticabile e molto costosa per il nostro Paese, ha dichiarato Trump sulla sua piattaforma Truth Social. Elon Musk, il multimiliardario recentemente nominato da Donald Trump a capo di una commissione incaricata di tagliare la spesa pubblica, aveva commentato sul suo social network X un sondaggio di fine novembre, secondo il quale oltre l'80% degli elettori dichiarava di voler eliminare l'ora legale. Sembra che la gente voglia abolire i fastidiosi cambi di orario, ha scritto il boss di SpaceX e Tesla. Ma la volontà di Trump di eliminare l'ora legale sembra contraddire la posizione maggioritaria del Partito Repubblicano, che nel 2022 ha lanciato una proposta di legge per renderla permanente. La misura, passata all'unanimità al Senato ma che non è riuscita a passare nell'altra camera del Congresso, avrebbe messo fine ai cambiamenti di orario. Ma avrebbe anche comportato albe molto tardive in alcuni Stati in inverno. Il cambio dell'ora è un concetto obsoleto che è fonte di frustrazione e confusione, sosteneva all'epoca il senatore Marco Rubio, autore della legge e ora candidato di Trump a diventare il prossimo capo della diplomazia USA. Ha tracciato un nesso causale diretto tra il cambio dell'ora e l'aumento di attacchi di cuore e incidenti d'auto e ha esaltato i potenziali effetti benefici dell'ora legale permanente sull'economia. L'idea principale alla base del cambio dell'ora era originariamente quella di far coincidere le ore di attività con le ore di luce solare per limitare l'uso dell'illuminazione artificiale. Ma i suoi detrattori denunciano gli effetti negativi sui ritmi biologici, soprattutto nei bambini. In Europa, l'abbandono del cambio dell'ora è stato adottato dal Parlamento europeo nel 2019, ma la sua attuazione è stata ripetutamente rinviata.

venerdì 13 dicembre 2024

I pozzetti senza tombino rappresentano un rischio per conducenti e pedoni sulle strade pubbliche

 



Gli automobilisti e i pedoni che si muovono nella capitale devono adottare misure estreme per proteggere la propria vita ed evitare danni ai propri veicoli dovuti alla mancanza di tombini nel sistema fognario.

La mancanza di coperture sui pozzetti delle strade e dei viali principali del Gran Santo Domingo rappresenta un problema e un rischio per i pedoni e gli automobilisti.

Non sono solo due o tre i pozzetti senza tombino, ma la quantità è eccessiva.

Uno di questi luoghi è l’Avenida Enrique Jiménez Moya, vicino all'incrocio con l’Avenida Correa y Cidrón, accanto alla Lega Municipale Dominicana (LMD).

José Contreras è un'altra via con pozzetti senza tombino, esattamente di fronte all'Università Cattolica di Santo Domingo e all'Istituto della Famiglia.

Ciò rappresenta un "pericolo" per i veicoli. Alcuni hanno perso gli pneumatici finendoci dentro.

Sull’Avenida Quinto Centenario nel Distretto Nazionale, scendendo dal primo cavalcavia in direzione ovest-est, ci sono altrei due pozzetti scoperti.

Sulla strada principale del Distretto Nazionale, Avenida 27 de Febrero, quasi all'incrocio con Avenida Máximo Gómez, di fronte al centro commerciale "2000", esiste un altro fipozzetto senza tombino.

L’autostrada Las Américas non è esente da questo problema. Vicino al Villaggio Olimpico ci sono due pozzetti non protetti, a pochi metri l'uno dall'altro, essendo questa una delle strade principali e più trafficate di Santo Domingo Este.

Lungo lo stesso percorso, esattamente dove finisce l'Avenida 25 de Febrero e inizia il ponte che conduce all'Avenida Coronel Rafael Tomás Fernández Domínguez, precedentemente Avenida San Isidro, c'è un altro pozzetto scoperto.

Sull'avenida Charles de Gaulle, prima di arrivare al supermercato nazionale, c'è un pozzetto senza tombino, che secondo gli abitanti del posto è così da anni, ed è stato causa di molteplici incidenti, scoppi di pneumatici e incidenti di motociclisti.

Anche il ponte Duarte, pur non essendo compreso nel sistema fognario di Santo Domingo, presenta grandi buchi che, uniti al deterioramento delle giunzioni, mettono a repentaglio le condizioni dei veicoli che transitano sulla struttura.

Allarme verde per 10 province a causa dell'incidenza di una depressione

 



 Il Centro operativo di emergenza (COE) ha segnalato che 10 province sono in stato di allerta verde perché le condizioni meteorologiche saranno dominate dall'incidenza di un flusso di vento moderato associato a una depressione a est dei Caraibi.

"Queste condizioni favoriranno, nel corso della mattinata e del pomeriggio, un ambiente ventoso con il verificarsi di rovesci sparsi sulla costa atlantica, sulla pianura orientale e sulla catena montuosa centrale".

Le province in allerta verde sono: Duarte, Puerto Plata, Hermanas Mirabal, Monte Cristi, Hato Mayor, Maria Trinidad Sanchez, Espaillat, El Seibo, Samana e La Altagracia.

Il COE esorta la popolazione a non attraversare fiumi, torrenti e forre in caso di forti piogge.

"I residenti nelle aree ad alto rischio che vivono vicino a fiumi, torrenti e forre devono essere vigili e adottare le misure precauzionali necessarie contro possibili inondazioni e piene improvvise", si legge nella dichiarazione.

A Milei la cittadinanza italiana «Uno dei nonni parti dalla Calabria»

 



In pochi mesi alla Casa Rosada Javier Milei si è guadagnato molti nomignoli. Alcuni legati all'iconica capigliatura altri all'uso non proprio consueto della motosega. Dal suo secondo viaggio in Italia che comincerà oggi però, se ne porterà dietro uno nuovo e meno offensivo di "El loco": l'italiano. Su spinta di palazzo Chigi infatti, il presidente argentino ha ottenuto la cittadinanza del Paese che fu di tre dei suoi quattro nonni. Una sorpresa a cui Giorgia Meloni lavora già da alcuni mesi. Sin da quando, a febbraio scorso, durante la prima visita in Italia dell'argentino, Milei si lasciò andare al lungo racconto del legame che conserva con il Belpaese. Sono italiano al 75 per cento disse dopo aver consegnato alla premier una confezione di alfajores, i tipici dolcetti con il dulce de leche perché i due genitori di mio padre erano italiani e «da parte di mamma, sua madre era di origine italiana e il padre di origine jugoslava». Una storia che non lo accomuna solamente all'inseparabile sorella-segretario di Stato Karina, a cui spetterà lo stesso riconoscimento, ma che assomiglia soprattutto a quella di milioni di cittadini argentini, tra cui anche l'altro ex presidente del Paese sudamericano Mauricio Macri. Una storia che, stando a quanto ricostruito dalla stampa argentina, è cominciata in Calabria, in uno della miriade di paesini disseminati tra Cosenza e Rosarno, da dove nel 1926 parti assieme alla madre e tre fratelli Francesco Milei, detto "Ciccio". Il nonno di Javier appunto, che da adulto aprirà un negozio di frutta e verdura e avrà due figli: Norberto Horacio, il primogenito padre del presidente argentino, e José Luis, anche lui detto "Ciccio", di 17 anni più giovane. Una discendenza che non è stata semplice da ricostruire, al punto che il completamento della la pratica sarebbe stato rinviato già da qualche mese, lasciando in sospeso fino all'ultimo la possibilità che il "dono" potesse essere realmente consegnato. Intoppi che però, ora, sarebbero stati superati. Lo confermano ai vertici del governo, sottolineando anche l'emissione di un passaporto italiano in nome dello ius sanguinis. Un legame, quello con l'Italia, che del resto Milei coltiva da sempre. A suo modo ovviamente. Lasciando risuonare a tutto volume per le stanze della Casa Rosada i grandi dell'Opera italiana, concedendosi una visita in notturna al Colosseo o, anche, quando viaggiava in Europa per lavoro prima dell'elezione, scegliendo sempre Alitalia per poter fare scalo a Roma. La visita che porterà Milei a palazzo Chigi questo pomeriggio e poi in giro per la Capitale domani, pare fatta appositamente per celebrare le sue radici.

Studio di Pfizer-Biontech: più anomalie nei bimbi nati da gestanti vaccinate

 



Finalmente ci sono i dati, finalmente la verità sta emergendo proprio grazie a quella scienza che in questi anni è stata completamente calpestata e messa da parte. La scienza che si basa sugli studi che assicurano la sicurezza dei farmaci, prima di somministrarli. Ed ecco che arriva il verdetto: vaccinare contro il Covid le donne in gravidanza è rischioso, molto rischioso. È la stessa Pfizer-Biontech ad ammetterlo. Nella scorsa puntata di Fuori dal Coro, il programma condotto da Mario Giordano il mercoledì sera su Rete4, è stato mostrato in esclusiva lo studio che la casa farmaceutica ha condotto su 348 donne incinte e 335 bambini nati dalle partecipanti. Il titolo non lascia spazio a dubbi: «Studio per valutare la sicurezza, la tollerabilità e l'immunogenicità del vaccino a Rna Sars- Cov-2 contro il Covid-19 in donne sane in gravidanza di 18 anni d'età e superiore». Lo studio è commissionato da Biontech e Pfizer compare tra i collaboratori. Il paragrafo relativo ai neonati che hanno manifestato effetti avversi di particolare interesse, come ritardi nello sviluppo e anomalie congenite nei primi sei mesi d'età, mostra che su 156 bimbi nati da donne vaccinate, il 5,1% ha registrato gravi reazioni. Per quanto riguarda i 159 bambini nati da donne non vaccinate in gravidanza, solo l'1,3% da registrato effetti avversi. Numeri che mostrano che il tasso di donne vaccinate mentre erano in dolce attesa che hanno partorito bambini con anomalie congenite anche gravi è quasi quattro volte superiore a quello delle gestanti non vaccinate. Se questi dati fossero stati pubblicati prima, quanti danni ai bambini si sarebbero potuti evitare? Nella circolare del ministero della Salute che contiene le linee guida per la campagna vaccinale di quest'inverno si legge chiaramente che la puntura contro il Covid è raccomandata alle donne in qualsiasi trimestre di gravidanza. Ma alla luce di questi nuovi dati fondamentali, non sarebbe meglio cambiare le raccomandazioni? Non sarebbe meglio far vincere la prudenza e rimodulare il rapporto rischio-beneficio? Per proteggere le mamme e soprattutto i bambini.

Mauro Corona sul Covid: «Obbligo dittatoriale che mi ha rovinato»

 



Sollecitato dalla decisione governativa di annullare le ammende ai non vaccinati, Mauro Corona ricorda gli anni amari della pandemia, dei dpcm di Giuseppe Conte, della dittatura sanitaria di Roberto Speranza, del «non ti vaccini, ti ammali, muoгі» di Mario Draghi, delle intemerate dei Burioni boys, del Green pass liberticida. Per la prima volta ha deciso di parlarne a cuore aperto: «Io mi sono trovato la vita rovinata col vaccino, la vita rovinata fisicamente. Non sono più stato lo stesso. Prima avevo 110 di salute, come una laurea con lode, adesso ho 90. E prima o poi vi spiegherò anche i postumi che mi ha lasciato questo disgraziato vaccino al quale mi hanno obbligato». E con la schiettezza dell'orso di montagna fa carta straccia del conformismo dottrinale: «È stato giusto annullare quelle multe, ci mancherebbe altro. Ti sottoponi a un obbligo dittatoriale oppure paghi la multa, dicevano. Quella era una mini-dittatura della salute». «Non è che non mi sembri una cosa giusta togliere le multe. Mi sembrava una cosa ingiusta infliggerle a suo tempo a coloro che non volevano farsi il vaccino. Questa era un'imposizione dittatoriale, quindi chi ha preso la multa fa bene a non pagarla».  Corona mette tutti i politici dentro la stessa fascina: «Hanno intuito la scelleratezza che avevano combinato. Almeno condonano le multe a coloro che erano «attinti», come dice la polizia, da questo provvedimento». La posizione di Corona, uomo dal pensiero svelto e non condizionato da intellettualismi di bottega, è comune a molti italiani. E l'indignazione politica che la decisione del governo di Giorgia Meloni ha suscitato nell'opposizione è la conferma plastica della bontà di un atto semplice, liberale.

mercoledì 11 dicembre 2024

La Repubblica Dominicana, tra le 100 migliori cucine del mondo



Il Paese si posiziona al 92esimo posto nella classifica annuale stilata da Taste Atlas

La gastronomia della Repubblica Dominicana ha ricevuto riconoscimenti internazionali classificandosi al 92° posto nella classifica annuale stilata da Taste Atlas, una delle riviste culinarie più influenti.

Questo elenco, che classifica le cucine più eccezionali del mondo, è costruito sulla base di migliaia di valutazioni e opinioni di clienti globali, che apprezzano sapori, tradizioni e piatti emblematici.

Tra i piatti dominicani più consigliati da Taste Atlas ci sono prelibatezze tradizionali come lo yaniqueque, il flan di cocco, il mangú, la bandiera dominicana (riso, fagioli e carne), nonché il pica pollo e la capra in umido.

Inoltre, la rivista specializzata mette in evidenza alcuni dei migliori ristoranti tradizionali del paese, tra cui Tipico Bonao Norte, a Bonao; Jalao, a Santo Domingo; Mofongo Mi Terraza, a Moca; Ristorante Le Papillon, a Puerto Plata; Ristorante El Conuco, a Santo Domingo; e Pica Pollo Joa, sempre nella capitale. Questi luoghi si distinguono per offrire un'esperienza culinaria autentica e rappresentativa della ricca cucina dominicana.


La Bachata, un ritmo nato nella Repubblica Dominicana e che conquista il mondo

 



Ogni 11 dicembre nella Repubblica Dominicana si celebra la Giornata Nazionale della Bachata, un genere musicale nato qui che ha trasceso i confini.

L'anniversario viene commemorato dopo che il ritmo caraibico è stato dichiarato patrimonio culturale immateriale dell'umanità dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) nel 2019.

La Bachata è nota per i suoi testi romantici e malinconici, che affrontano temi di amore e vita quotidiana.

Le sue origini risalgono agli anni '60, quando ormai il suo stile era influenzato dal bolero, dal son cubano e dal merengue.

Inizialmente però era considerata una musica del ceto popolare, per il suo legame con i quartieri più umili. Per decenni, infatti, è stata emarginata e considerata musica “volgare”.

La Bachata iniziò a guadagnare popolarità grazie ad artisti come Blas Durán e Juan Luis Guerra, che con il loro album “Bachata Rosa” contribuirono all'internazionalizzazione del genere e gli diedero un tocco più raffinato.

Con Anthony Santos e Luis Segura, il ritmo popolare rafforza la sua presenza nelle zone popolari del paese, mentre con l'emergere del duo Monchy e Alexandra; Il gruppo Aventura, e più tardi il debutto del solista Romeo Santos si affermó tra i più giovani.

Un black out nell'aeroporto di Las Américas dura un'ora e 40 minuti

 



Un blackout durato un'ora e 40 minuti ha alterato questo mercoledì le operazioni del terminal sud dell'aeroporto internazionale José Francisco Peña Gómez di Las Américas, seminando incertezza e tensione tra i passeggeri.

L'interruzione elettrica, iniziata alle 12:00 e durata fino all'13:40, ha influenzato in modo significativo il funzionamento del terminal: servizio elettrico per l'illuminazione, Internet, scale mobili, ascensori e sistema di screening dei passeggeri.

Sono state colpite anche aree commerciali come ristoranti, sportelli delle compagnie aeree, lobby, lounge delle partenze e lounge formali per ambasciatori e clienti VIP.

Le cause del blackout non sono state ancora determinate.

Nonostante il ripristino delle operazioni, l’incidente ha messo in luce la vulnerabilità delle infrastrutture aeroportuali a questo tipo di evenienze, sottolineando la necessità di misure preventive per evitare situazioni simili in futuro.

martedì 10 dicembre 2024

Catena di morti improvvise, zero autopsie. Nessuno indaga sulle cause. Il medico legale: «Sono giovani sani, non è normale»



Una morte improvvisa sarebbe solo l'inizio delle procedure d'indagine in ambito medico Forense, invece quasi mai si conoscono le cause che hanno provocato il decesso di un giovane sportivo, di un volontario in qualche associazione, di militari o forze di polizia, tutti costantemente monitorati sulla loro condizione fisica per disposizioni di legge.
Quando una persona sana, giovane, che non beveva e non si drogava muore all'improvviso per un'alterazione anatomica, le autorità sanitaria e giudiziarie si devono allarmare indagandone le cause. Non si fanno indagini autoptiche perché costano troppo? Assolutamente no, il pm ha convenzioni con le Asl per le analisi e il lavoro dei periti. Se non è la spesa a frenare (motivazione comunque non sufficiente di fronte alla moria di giovani vite), perché ancora tanto disinteresse nell'analizzare le cause di morte?

lunedì 9 dicembre 2024

Il 30 novembre si è conclusa la stagione degli uragani; solo uno ha impattato indirettamente il paese

 



Il 30 novembre si è conclusa la stagione dei cicloni 2024 nell’Oceano Atlantico, nel Golfo del Messico e nei Caraibi, dove si sono formati 18 cicloni e un potenziale ciclone.

Dal 1 giugno, quando è iniziata la stagione dei cicloni, nessun ciclone ha colpito direttamente la Repubblica Dominicana. Tuttavia, gli effetti indiretti dell'uragano Beryl hanno causato danni minori in alcune località come il Gran Santo Domingo.

Nel mese di giugno si sono formati tre cicloni: la tempesta tropicale Alberto, il 17; Beryl, che si è formato il 28 ed è diventato un uragano, e la tempesta tropicale Chris, il 30 giugno.

A luglio non ci sono state formazioni, ma ad agosto ce ne sono state due; Debby, il 2 agosto diventato uragano ed Ernesto, l’11.

Lo scorso settembre si è verificato il maggior numero di formazioni di cicloni, ben sette: il primo è stato Francine, che il giorno 8 ha acquisito la categoria di uragano; Gordon, che è diventato una tempesta tropicale l'11; un potenziale ciclone il 15, Helene, che ha raggiunto lo status di uragano il 23 settembre; Isaac, che il 27 fu annunciato come uragano; La tempesta tropicale Joyce il 27 e l'uragano Kirk il 29.

Nel frattempo, in ottobre se ne formarono quattro: il secondo giorno si formò l'uragano Leslie, il quinto giorno si formò l'uragano Milton; il 18 la tempesta tropicale Nadine e il 19 l'uragano Oscar.

Nel mese di novembre, il secondo giorno si è formata la tempesta tropicale Patty; Rafael, che ha acquisito la categoria di uragano il terzo e la tempesta tropicale Sara, il 13.

Un terremoto di magnitudo 4 vicino a Moca è avvertito in diverse comunità del Cibao

 



Un terremoto di magnitudo 4 è stato registrato all'inizio di lunedì diversi chilometri a nord-est di Moca, nella provincia di Espaillat, ed è stato avvertito in diversi comuni del Cibao.

Secondo il Centro Nazionale di Sismologia (CNS), il terremoto è avvenuto oggi alle 5:12 del mattino e ha avuto epicentro 10,7 chilometri a nord-est del comune di Moca, precisamente nella zona conosciuta come José Contreras (Villa Trina), nella Provincia di Espaillat.

Secondo il rapporto il terremoto ha avuto una profondità di 9,6 chilometri.

A questo proposito, il geologo Osiris de León ha affermato che il terremoto è stato avvertito a Santiago, Licey, Tamboril, Moca, Gaspar Hernández, tra gli altri luoghi e ha sottolineato che l'epicentro si trovava sull'asse della faglia di Camú, 5 chilometri a nord della comunità di "Jamao al Norte" e a nord-est di Santiago de los Caballeros, nella Cordigliera del Nord.

SIRIA IN MANO A TERRORISTI: via il macellaio arrivano i tagliagole



È tecnicamente scemo - da un lato - chiunque rimpianga il regime di Assad, aguzzino del suo stesso popolo Ma è tecnicamente ancora più scemo - dall'altro lato - chiunque si metta a festeggiare, com'è pure incredibilmente successo, per il trionfo dei jihadisti, robaccia di Al Qaeda, autentici tagliagole islamisti. Come dire: esce il macellaio ed entrano i tagliagole. E invece, con sprezzo del ridicolo, si sono formate due fazioni esattamente di questo tipo. Da una parte, vedove e nostalgici del dittatore: come se, sotto di lui, fosse stato garantito altro che oppressione, miseria e morte. Dall'altra, piccoli fans dei jihadisti, a cui si sta incredibilmente tentando di applicare un trattamento-lampo di chirurgia estetica: sono "moderati", ci si spiega.
Ed è propaganda pure quella di chi, in Ue, da ieri si sbraccia a favore dei qaedisti. È partita malissimo ad esempio Kaja Kallas, la commissaria che è Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera: «la fine della dittatura di Assad è uno sviluppo positivo e atteso da tempo. Lavorerò con tutti i partner costruttivi, in Siria e nella regione». In attesa che la distinta signora estone trovi i "partner costruttivi", qualcuno dovrebbe informarla del fatto che a trionfare sono stati dei jihadisti orrendi. Tomano alla mente i cori (stolti e suicidi) che qui in Europa nel 1979 асcompagnarono l'avvento del regime di Khomeini in Iran, presentato come un liberatore: e invece si trattava dell'anticamera dell'inferno per gli iraniani. O anche la leggerezza con cui nel 2011 tanti salutarono la caduta di Gheddafi in Libia: dittatore sanguinario e spietato, certo, e non da rimpiangere. Ma chi ha testa lucida dovrebbe sempre interrogarsi su chi e cosa verrà dopo. E invece no. Anziché esercitarsi sulla ricerca del male minore, i sonnambuli della politica europea (con il loro codazzo di "esperti" che non ne azzeccano una) litigano per aggiudicarsi il ruolo di capotifosi del male peggiore. Non finirà bene, c'è da temere.

Il tesoro del rais: Il leader decaduto può contare su un paracadute da 34 miliardi di dollari, tra contanti nei paradisi fiscali e lingotti d'oro



In un momento in cui la maggior parte della popolazione síriana soffre di fame e povertà, le informazioni rilasciate da fonti straniere hanno rivelato l'entità dell'enorme ricchezza di Bashar Al Assad e della sua famiglia, citando una fonte che si appoggiava alle stime elaborate dal servizio di intelligence britannico MI6, si tratterebbe di 200 tonnellate di oro, 16 miliardi di dollari e 5 miliardi di euro. Calcolando la suddetta ricchezza di Assad rispetto al dollaro, questa ammonta approssimativamente a 34 miliardi di dollari, il che equivale all'intero bilancio della Siria per 7 anni, rispetto al bilancio della Siria per l'anno 2023, che era equivalente a 5,4 miliardi di dollari secondo il tasso di cambio ufficiale stabilito dalla Banca centrale del regime di Assad. Dove sono tutti questi soldi? Gran parte del patrimonio di Assad si trova in Russia, a Hong Kong e in diversi paradisi fiscali o offshore, una strategia volta a ridurre il rischio di eventuali conseguenze e si ritiene che una sofisticata rete di società e trust sia stata creata per celare beni riconducibili ai membri della famiglia.
Ad alimentare le finanze del regime degli Assad c'e la produzione e il traffico d Captagon, una droga composta da anfetamina e teofillina conosciuta anche come «la droga della jihad», dato che assumendola in pastiglie tra le altre cose si perde ogni freno inibitorio. I jihadisti dell'Isis ne fanno largo uso. Dal 2011, la regione del Golfo ha assistito a un significativo incremento nella portata e nella complessità del traffico di droga, in particolare del Captagon. Questa sostanza rappresenta una grave minaccia per la stabilità sociale. Il regime siriano guidato da Bashar Al Assad, insieme ai suoi alleati, ha sfruttato il traffico di Captagon come strumento di pressione politica nei confronti degli Stati del Golfo, soprattutto l'Arabia Saudita dove questa droga sintetica dilaga tra i giovani. Tale strategia mirava a favorire la reintegrazione della Siria nel panorama arabo e a ottenere concessioni che potessero rafforzare il potere del regime che non si è mai ripreso dalla guerra degli anni scorsi.

domenica 8 dicembre 2024

TAJANI: "LA NOSTRA AMBASCIATA È GIÀ STATA MOBILITATA" Farnesina pronta a evacuare 300 italiani

 



«Tutti gli italiani sanno che l'ambasciata è pronta a organizzare l'evacuazione dei nostri concittadini in Siria verso il Libano e la Giordania». Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha appena terminato la riunione all'Unità di Crisi della Farnesina durante la quale si è collegato con tutti gli ambasciatori italiani nella Regione per esaminare l'evoluzione della situazione in Siria e capire come adattarsi a ogni tipo di scenario, anche i più foschi. La situazione è in rapido mutamento e tra le varie ipotesi che si delineano potrebbe anche esserci l'evacuazione degli italiani che ancora vivono li. «Abbiamo delle richieste in tal senso e faremo in modo che tutti coloro che vogliono lasciare la Siria lo possano fare in sicurezza», ha spiegato il ministro. Perché l'operazione possa realizzarsi Tajani ha assicurato il massimo impegno. «Siamo pronti a fare tutto ciò che è necessario con iniziative nazionali e delle Nazioni Unite» mentre «l'ambasciata è mobilitata per tutelare tutti i nostri connazionali», L'Italia infatti ha riattivato a luglio l'ambasciata a Damasco attraverso la quale può avere il controllo diretto della situazione in Siria. Una prima evacuazione è già stata compiuta. Sui piani delle future evacuazioni non sono stati forniti dettagli. Si sa, però, che sono state formulate diverse ipotesi sulla base di diversi scenari e che gli italiani che ancora vivono in Siria sono circa 300. Circa 60-70 hanno lasciato il Paese nei giorni scorsi. «Alcuni sono in Giordania, alcuni sono in Libano, tutti sono in contatto con la nostra ambasciata a Damasco», ha spiegato Tajani. E 50-60 hanno manifestato l'intenzione di andare via, sono soprattutto italo-siriani, perso- ne che hanno la doppia cittadinanza.

Siria, i jihadisti prendono Damasco e Assad fugge a Mosca. Al-Jolani: vittoria per nazione islamica

 



Sono entrati a Damasco nella notte tra sabato e domenica i ribelli guidati dal gruppo jihadista Hayat Tahrir al-Sham. L'esercito regolare si è arreso senza sparare nemmeno un colpo mentre il presidente Bashar Assad era già fuggito. In un video trasmesso dalla tv pubblica siriana i ribelli hanno annunciato la caduta del regime e «la fine della tirannia dopo 50 anni». Il premier Mohammed Ghazi Jalali ha teso loro la mano e resterà formalmente nel suo ruolo fino alla completa transizione dei poteri. Abu Muhammad al-Jolani, leader degli insorti, è arrivato ore dopo a Damasco ed è stato ripreso mentre baciava la terra. Poi, parlando alla folla all'interno della moschea degli Omayyadi ha definito il rovesciamento del regime «una vittoria per la nazione islamica».

La gioia è esplosa per le strade, con i civili che sventolavano bandiere e sparavano in aria per festeggiare. Le carceri sono state aperte e migliaia di detenuti sono tornati in libertà. L'aeroporto è stato evacuato e tutti i voli rimarranno a terra fino al 18 dicembre. I ribelli hanno fatto irruzione nel palazzo presidenziale e anche in alcune sedi diplomatiche, alla ricerca di uomini del regime. Un gruppo armato è entrato anche nel giardino della residenza dell'ambasciatore italiano a Damasco, ma il ministro degli Esteri Tajani, che ha convocato una riunione d'urgenza alla Farnesina, ha assicurato: «Non c'è stata violenza nei confronti né dell'ambasciatore e né dei carabinieri. Hanno portato via soltanto 3 automobili e tutto è finito li».

Alcuni hanno approfittato del caos per compiere saccheggi che hanno costretto le nuove autorità a imporre il coprifuoco nella capitale fino alle 5 di lunedì mattina. Ma il sollievo per la caduta di Assad ha raggiunto anche il vicino Libano, dove centinaia c sfollati siriani si sono radunati al valico di Masnaa impazienti di fare ritorno in patria. Mentre la Russia ha fatto sapere che Assad si è dimesso dal suo ruolo di presidente ed è arrivato con la famiglia a Mosca, dove gli è stato concesso l'asilo, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha cantato vittoria. «È una giornata storica», ha detto parlando dal confine tra Israele e Siria, «il regime di Assad è caduto e questo è il risultato diretto dei colpi che abbiamo inferto all'Iran e a Hezbollah».

In 2 anni un milione di posti fissi in più



In due anni di govemo, in Italia l'occupazione è cresciuta del 3,6% con ben 847mila assunti. Di questi nuovi posti di lavoro, 672mila sono lavoratori dipendenti e 175mila autonomi. A sostenerlo il Centro Studi della Cgia di Mestre che ha anche segnalato il calo dei precari. Nel biennio, infatti, il conto di chi è riuscito ad ottenere un contratto a tempo indeterminato è aumentato di 937mila unità, mentre i lavoratori che si ritrovano oggi in mano un contratto a termine sono calati di 266mila.
Dai numeri pubblicati dall'Ufficio Studi della Cgia salta subito all'occhio che quasi la metà dei nuovi occupati - 420mila - sono donne. In termini assoluti, nell'ottobre 2024 le occupate hanno toccato la soglia dei 10.253.000 unità, mentre le disoccupate sono calate a 693mila. Anche l'andamento per fasce d'età è stato positivo. Nella fascia di età 15-64 anni, il tasso di occupazione è salito al 62,5% (+1,9), mentre il tasso di disoccupazione è diminuito al 5,8% (-2 punti). In forte contrazione pure il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) che s'è attestato al 17,7% (-5 punti).
«Sono numeri che ci spingono a continuare a lavorare con determinazione per creare ulteriori opportunità e garantire stabilità e crescita economica a tutta la nostra Nazione», ha dichiarato ieri mattina soddisfatto il premier Meloni sui social, «l'Italia è sulla strada giusta, ma non ci fermiamo: c'è ancora molto da fare. Avanti».

La riapertura della cattedrale di Notre Dame diventa un evento internazionale con la presenza di 50 capi di stato



La riapertura della cattedrale di Notre Dame raccoglie oltre 50 capi di stato tra cui il neoeletto presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Vi hanno partecipato anche Mattarella e Meloni e non poteva certo mancare Volodimir Zelenski, il presidente dell’Ucraina con mandato scaduto dallo scorso mese di maggio, che ha avuto una riunione esclusiva con Macron e Trump. Quest'ultimo si è incontrato a quattrocchi anche con la Meloni.
Macron è riuscito a fare di questa riapertura un'occasione per mettersi in luce dopo un periodo buio di politica interna che non è ancora finito. 50 capi di stato tra cui brilla per la sua assenza il papa Bergoglio. Sì strumentalizza la riapertura di una cattedrale cattolica in un paese che ha appena introdotto nella sua costituzione il diritto di aborto. Per di più ci si vanta di una velocissima ricostruzione quando i 700 milioni di dollari che sono stati impiegati a tal fine sono tutti frutto di donazioni di privati e al suo futuro politico ormai inesorabilmente agli sgoccioli.

Liti condominiali in Italia, da nord a sud un vero boom



Che nei condomini si bisticci, e si bisticci parecchio, non è una novità. Cattivi odori, le biciclette lasciate nelle aree comuni quando il regolamento lo vieta espressamente, rumori notturni e animali domestici con padroni un filino maleducati (circa una causa civile su due, nel nostro Paese, riguarda questo genere di litigi).
La signora del piano di sopra che sposta (apposta) i mobili alle tre di notte, trascina le sedie e sbatte con i piedi. L'inquilino della scala C che riempie le buche delle lettere di messaggi minatori, pure pesanti. Il dirimpettaio che bussa con violenza alla porta a orari indecenti, che fa da sentinella in cantina, che svita la lampadina del pianerottolo in modo da lasciare mezzo palazzo al buio. I vicini coi cani che se provi a dir loro qualcosa, anche pacatamente, quasi te li aizzano contro; quelli che per ritorsione mandano in tilt i citofoni; quelli che si armano di coltello, scendono in garage e tagliuzzano gli pneumatici dell'auto della famiglia con cui hanno discusso (animatamente) all'ultima riunione di condominio.
E così è nei palazzi di mezza Italia. Al nord come al sud. A Bologna, a Milano, a Foggia, a Roma, a Lecco, a Genova.

giovedì 5 dicembre 2024

Giovedì di precipitazioni a causa di un sistema frontale. Diverse province sono in allerta

 



L'Istituto Dominicano di Meteorologia (Indomet) ha riferito che anche questo giovedì le condizioni atmosferiche continuano sotto l'influenza di un sistema frontale situato nel nord del paese.

Questo, combinato con l'effetto dei venti da est/nordest, favorisce un tempo nuvoloso accompagnato da locali acquazzoni con possibili temporali e occasionali raffiche di vento, soprattutto sulle province di Monte Cristi, Valverde, Puerto Plata, Santiago, Espaillat, María Trinidad Sánchez, Sisters Mirabal, Duarte e Samaná.

Indomet ha affermato che questi acquazzoni da moderati a forti con temporali e occasionali raffiche di vento saranno di maggiore intensità e frequenza verso altri settori delle regioni del nord-ovest, nord, nord-est e la costa caraibica, verso province come San Juan, Independencia, Bahoruco, Dajabón , Santiago Rodríguez, Elías Piña, El Seibo e Hato Mayor.

Dajabón, Santiago Rodríguez, Valverde, Santiago, Duarte e Samaná sono in allerta.

In evidenza Monte Cristi, Puerto Plata, Espaillat, María Trinidad Sánchez e Hermanas Mirabal.

Per tutta la costa atlantica, Indomet ha raccomandato agli operatori di navi fragili, piccole e medie di rimanere in porto, a causa delle onde pericolose e della visibilità ridotta provocata dalle piogge.

La tanto calunniata CO2 è cibo per il pianeta

 



Quasi 300 studi di laboratorio hanno dimostrato che se la concentrazione atmosferica di CO2 raddoppiasse dagli attuali 400 ppm (parti per milione) a 800 ppm, la resa agricola sarebbe di oltre il 50% maggiore; e nel periodo preindustriale, quando la concentrazione di CO2 era di 100 ppm inferiore, la resa agricola era del 10% inferiore a quelle di oggi.

Maggiore CO2 favorisce la produzione di glomalina, una glicoproteina prodotta da funghi che vivono in simbiosi con le radici delle piante. Essa svolge un ruolo fondamentale per la salute del suolo, promuovendone l'aggregazione che, a sua volta, aiuta a proteggere il suolo dall'erosione e ne migliora la fertilità, creando un ambiente più stabile per la vita microbica e le radici delle piante.

Veniamo allarmati perché oggi il pianeta è più caldo di prima. Ma prima che la scienza del clima fosse politicizzata, i periodi caldi erano benedetti come «optimum climatici», perché il riscaldamento, rendendo possibile maggiore abbondanza di cibo, liberava la popolazione dalla preoccupazione della sopravvivenza quotidiana e le consentiva di dedicarsi ad altro. E quando ai prosperi periodi seguivano raffreddamenti globali, questi furono caratterizzati da carenza di raccolti e carestie. In effetti, tutte le informazioni disponibili confermano che è dal 1690 che il pianeta si riscalda. La più lunga raccolta di dati di temperatura regionale al mondo, misurata in modo continuo e basata su termometri, risale a più di 350 anni fa: sono i dati «Hadcet che raccolgono le temperature dell'Inghilterra centrale dal 1659, nel pieno della Piccola era glaciale, il periodo più freddo del pianeta degli ultimi 8000 anni. Quando, negli anni successivi al 1690 il pianeta cominciò, fortunatamente, a riscaldarsi, lo fece con una velocità doppia del riscaldamento degli anni 1980-2000, a riprova che non solo il caldo attuale ma anche la velocità di riscaldamento attuale non è, come ci viene costantemente ripetuto, “senza precedenti”. Veniamo allarmati dell'innalzamento del livello degli oceani. Ma è da 10.000 anni che il livello degli oceani aumenta! Nel complesso oggi è più alto di oltre 100 metri rispetto a 10.000 anni fa. All'inizio di questo periodo, l'innalzamento fu veloce, dell'ordine di 20 mm/anno, ma è da un paio di secoli che esso si è stabilizzato a circa 3 mm/anno. Quindi l'attuale tasso di crescita del livello dei mari cominciava in corrispondenza di un riscaldamento che, per forza di cose, dovette iniziare molto prima (nel 1690, appunto), quando la CO2 di origine umana non poteva avere alcun ruolo, perché assente. Per farla breve, il nostro pianeta è oggi in ottima salute.

La campagna social di Vannacci per il candidato romeno filo-Putin



II generale Roberto Vannacci, parlamentare europeo della Lega è accusato dalla sinistra per i suoi video riguardanti la campagna elettorale in Romania.
“Cari amici romeni l'8 dicembre si terranno le elezioni presidenziali”. Esordisce così Roberto Vannacci con una delle sue trovate ad effetto, che stanno diventando virali e sollevano polemiche. Un video di 24 secondi che invita i romeni che vivono in Italia a votare al ballottaggio per Calin Georgescu, candidato di destra estrema, molto discusso, che strizza l'occhio a Mosca.
“Se ami il tuo Paese, se ami la tua gente, se amate le vostre tradizioni e costumi andate a votare per Calin Georgescu”, annuncia l'europarlamentare con le stellette in stand by, in lingua romena.
Vannacci è legato alla Romania a tal punto da parlare la lingua. Sua moglie, Camelia Mihailescu, è nata e cresciuta a Bucarest dove ha studiato diventando una dirigente e docente dell'accademia militare.

mercoledì 4 dicembre 2024

Gestore di "colmado" e "prestamista" vittima di omicidio nel rione Quisqueya

 



Un altro “prestamista” è stato ucciso ieri. Si tratta di un’attività, quella dell’usuraio sicuramente lucrativa ma pericolosa. I debitori spesso augurano la morte a chi la esercita perché si ritrovano a pagare a fatica gli interessi e non riescono mai a saldare il capitale. Non per nulla l’usura è penalmente perseguibile in Italia anche se nella Repubblica Dominicana è lecita.

Questa volta la vittima gestiva anche un “colmado” nel rione Quisqueya del Distrito Nacional. Carlos Silverio, 52enne, stava chiudendo la sua piccola bottega verso le ore 21:00, è giunto un motorista che si è fermato di fronte, è sceso dal suo veicolo lasciandolo acceso e senza togliersi il casco è entrato nel locale, ha scambiato un paio di parole con il Silverio e gli ha sparato un colpo in testa. Tutto risulta registrato in una videocamera del posto. Probabilmente questo agevolerà l’identificazione dell’omicida. Si parla di un “cliente” che gli doveva 50.000 pesos, una somma di riguardo da queste parti che sicuramente fruttava al “prestamista” un’ottima entrata a titolo di interessi. Comunque sembra che al di là delle apparenze, vista la piccola bottega che gestiva, il suo giro di affari non fosse irrilevante: la polizia ha rinvenuto nelle della vittima 300 dollari e  20.000 pesos.

Trump suggerisce che il Canada diventi il ​​51esimo stato USA

 



Il primo ministro canadese Justin Trudeau è arrivato alla villa della famiglia di Trump in Florida "senza preavviso" dopo che il presidente eletto degli Stati Uniti aveva minacciato all'inizio della scorsa settimana di imporre tariffe del 25% su tutti i prodotti provenienti da Canada e Messico, paesi che accusa di traffico di droga e di incapacità per fermare il flusso di immigrati clandestini verso gli Stati Uniti.

Secondo il rapporto, Trump ha rimproverato a Trudeau che il Canada "ha deluso" gli Stati Uniti consentendo il passaggio attraverso la frontiera comune di grandi quantità di droga e di immigrati clandestini provenienti da più di 70 paesi.

Inoltre, ha stimato che il deficit commerciale con il paese vicino ammonta a più di 100 miliardi di dollari.

In questo senso, ha ribadito che se il Canada non riuscirà a risolvere questi problemi, il primo giorno in cui tornerà alla Casa Bianca applicherà una tariffa del 25% su tutti i suoi prodotti. Trudeau si è opposto all'introduzione di tale misura, sostenendo che avrebbe completamente distrutto l'economia della sua nazione.

"Quindi il vostro Paese non potrà sopravvivere a meno che non frodiate gli Stati Uniti per un importo di 100 miliardi di dollari?", ha risposto Trump, suggerendo poi che il Canada diventi il ​​51esimo stato degli Stati Uniti. Tali affermazioni hanno fatto "ridacchiare nervosamente" Trudeau e gli altri presenti al tavolo.

Per un siero negli Stati Uniti ha ricevuto una fattura di 10.000 dollari

 



Una donna dominicana che vive negli Stati Uniti ha recentemente condiviso la sua scioccante esperienza di come per un attacco di ansia abbia ricevuto una fattura medica inaspettatamente alta.

La sua storia è diventata rapidamente virale su TikTok e ha scatenato un ampio dibattito sul sistema sanitario americano. Il video pubblicato da @itscarolindaa ha ricevuto più di 83,5mila Mi piace e migliaia di commenti.

Nel video racconta di essersi sentita male e, non sapendo cosa fare, ha deciso di chiamare un'ambulanza. Una volta in ospedale, gli è stata somministrata una flebo, un'aspirina e un po' d'acqua prima di essere dimessa. "Sono stata lì per due ore con una piccola flebo", dice, e poi mi hanno fatturato 10.126,73 dollari.

La somma sbalorditiva la lasciò incredula. “Quando è arrivata quella fattura, è stato allora che volevo davvero morire… Stiamo parlando di mezzo milione di pesos dominicani. "Ho pensato, no, no, no, cos'è questo?" ha espresso nel video. Ora, senza assicurazione sanitaria, ti trovi di fronte a questo debito schiacciante.

La situazione che la giovane donna deve affrontare è un duro esempio dei costi esorbitanti dell’assistenza sanitaria negli Stati Uniti, in particolare per i non assicurati. La loro esperienza riaccende il dibattito sull’accesso all’assistenza sanitaria e sottolinea l’importanza di essere preparati finanziariamente per tali spese impreviste.