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lunedì 9 dicembre 2024

SIRIA IN MANO A TERRORISTI: via il macellaio arrivano i tagliagole



È tecnicamente scemo - da un lato - chiunque rimpianga il regime di Assad, aguzzino del suo stesso popolo Ma è tecnicamente ancora più scemo - dall'altro lato - chiunque si metta a festeggiare, com'è pure incredibilmente successo, per il trionfo dei jihadisti, robaccia di Al Qaeda, autentici tagliagole islamisti. Come dire: esce il macellaio ed entrano i tagliagole. E invece, con sprezzo del ridicolo, si sono formate due fazioni esattamente di questo tipo. Da una parte, vedove e nostalgici del dittatore: come se, sotto di lui, fosse stato garantito altro che oppressione, miseria e morte. Dall'altra, piccoli fans dei jihadisti, a cui si sta incredibilmente tentando di applicare un trattamento-lampo di chirurgia estetica: sono "moderati", ci si spiega.
Ed è propaganda pure quella di chi, in Ue, da ieri si sbraccia a favore dei qaedisti. È partita malissimo ad esempio Kaja Kallas, la commissaria che è Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera: «la fine della dittatura di Assad è uno sviluppo positivo e atteso da tempo. Lavorerò con tutti i partner costruttivi, in Siria e nella regione». In attesa che la distinta signora estone trovi i "partner costruttivi", qualcuno dovrebbe informarla del fatto che a trionfare sono stati dei jihadisti orrendi. Tomano alla mente i cori (stolti e suicidi) che qui in Europa nel 1979 асcompagnarono l'avvento del regime di Khomeini in Iran, presentato come un liberatore: e invece si trattava dell'anticamera dell'inferno per gli iraniani. O anche la leggerezza con cui nel 2011 tanti salutarono la caduta di Gheddafi in Libia: dittatore sanguinario e spietato, certo, e non da rimpiangere. Ma chi ha testa lucida dovrebbe sempre interrogarsi su chi e cosa verrà dopo. E invece no. Anziché esercitarsi sulla ricerca del male minore, i sonnambuli della politica europea (con il loro codazzo di "esperti" che non ne azzeccano una) litigano per aggiudicarsi il ruolo di capotifosi del male peggiore. Non finirà bene, c'è da temere.