Cerca nel blog

domenica 8 dicembre 2024

Siria, i jihadisti prendono Damasco e Assad fugge a Mosca. Al-Jolani: vittoria per nazione islamica

 



Sono entrati a Damasco nella notte tra sabato e domenica i ribelli guidati dal gruppo jihadista Hayat Tahrir al-Sham. L'esercito regolare si è arreso senza sparare nemmeno un colpo mentre il presidente Bashar Assad era già fuggito. In un video trasmesso dalla tv pubblica siriana i ribelli hanno annunciato la caduta del regime e «la fine della tirannia dopo 50 anni». Il premier Mohammed Ghazi Jalali ha teso loro la mano e resterà formalmente nel suo ruolo fino alla completa transizione dei poteri. Abu Muhammad al-Jolani, leader degli insorti, è arrivato ore dopo a Damasco ed è stato ripreso mentre baciava la terra. Poi, parlando alla folla all'interno della moschea degli Omayyadi ha definito il rovesciamento del regime «una vittoria per la nazione islamica».

La gioia è esplosa per le strade, con i civili che sventolavano bandiere e sparavano in aria per festeggiare. Le carceri sono state aperte e migliaia di detenuti sono tornati in libertà. L'aeroporto è stato evacuato e tutti i voli rimarranno a terra fino al 18 dicembre. I ribelli hanno fatto irruzione nel palazzo presidenziale e anche in alcune sedi diplomatiche, alla ricerca di uomini del regime. Un gruppo armato è entrato anche nel giardino della residenza dell'ambasciatore italiano a Damasco, ma il ministro degli Esteri Tajani, che ha convocato una riunione d'urgenza alla Farnesina, ha assicurato: «Non c'è stata violenza nei confronti né dell'ambasciatore e né dei carabinieri. Hanno portato via soltanto 3 automobili e tutto è finito li».

Alcuni hanno approfittato del caos per compiere saccheggi che hanno costretto le nuove autorità a imporre il coprifuoco nella capitale fino alle 5 di lunedì mattina. Ma il sollievo per la caduta di Assad ha raggiunto anche il vicino Libano, dove centinaia c sfollati siriani si sono radunati al valico di Masnaa impazienti di fare ritorno in patria. Mentre la Russia ha fatto sapere che Assad si è dimesso dal suo ruolo di presidente ed è arrivato con la famiglia a Mosca, dove gli è stato concesso l'asilo, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha cantato vittoria. «È una giornata storica», ha detto parlando dal confine tra Israele e Siria, «il regime di Assad è caduto e questo è il risultato diretto dei colpi che abbiamo inferto all'Iran e a Hezbollah».