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venerdì 13 dicembre 2024

Mauro Corona sul Covid: «Obbligo dittatoriale che mi ha rovinato»

 



Sollecitato dalla decisione governativa di annullare le ammende ai non vaccinati, Mauro Corona ricorda gli anni amari della pandemia, dei dpcm di Giuseppe Conte, della dittatura sanitaria di Roberto Speranza, del «non ti vaccini, ti ammali, muoгі» di Mario Draghi, delle intemerate dei Burioni boys, del Green pass liberticida. Per la prima volta ha deciso di parlarne a cuore aperto: «Io mi sono trovato la vita rovinata col vaccino, la vita rovinata fisicamente. Non sono più stato lo stesso. Prima avevo 110 di salute, come una laurea con lode, adesso ho 90. E prima o poi vi spiegherò anche i postumi che mi ha lasciato questo disgraziato vaccino al quale mi hanno obbligato». E con la schiettezza dell'orso di montagna fa carta straccia del conformismo dottrinale: «È stato giusto annullare quelle multe, ci mancherebbe altro. Ti sottoponi a un obbligo dittatoriale oppure paghi la multa, dicevano. Quella era una mini-dittatura della salute». «Non è che non mi sembri una cosa giusta togliere le multe. Mi sembrava una cosa ingiusta infliggerle a suo tempo a coloro che non volevano farsi il vaccino. Questa era un'imposizione dittatoriale, quindi chi ha preso la multa fa bene a non pagarla».  Corona mette tutti i politici dentro la stessa fascina: «Hanno intuito la scelleratezza che avevano combinato. Almeno condonano le multe a coloro che erano «attinti», come dice la polizia, da questo provvedimento». La posizione di Corona, uomo dal pensiero svelto e non condizionato da intellettualismi di bottega, è comune a molti italiani. E l'indignazione politica che la decisione del governo di Giorgia Meloni ha suscitato nell'opposizione è la conferma plastica della bontà di un atto semplice, liberale.