Che nei condomini si bisticci, e si bisticci parecchio, non è una novità. Cattivi odori, le biciclette lasciate nelle aree comuni quando il regolamento lo vieta espressamente, rumori notturni e animali domestici con padroni un filino maleducati (circa una causa civile su due, nel nostro Paese, riguarda questo genere di litigi).
La signora del piano di sopra che sposta (apposta) i mobili alle tre di notte, trascina le sedie e sbatte con i piedi. L'inquilino della scala C che riempie le buche delle lettere di messaggi minatori, pure pesanti. Il dirimpettaio che bussa con violenza alla porta a orari indecenti, che fa da sentinella in cantina, che svita la lampadina del pianerottolo in modo da lasciare mezzo palazzo al buio. I vicini coi cani che se provi a dir loro qualcosa, anche pacatamente, quasi te li aizzano contro; quelli che per ritorsione mandano in tilt i citofoni; quelli che si armano di coltello, scendono in garage e tagliuzzano gli pneumatici dell'auto della famiglia con cui hanno discusso (animatamente) all'ultima riunione di condominio.
E così è nei palazzi di mezza Italia. Al nord come al sud. A Bologna, a Milano, a Foggia, a Roma, a Lecco, a Genova.