Proposta di delibera da Unione sovietica in consiglio comunale: aumenti di tasse e rischio sequestro per chi non usa gli immobili per due anni. La Lega attacca: “Misura stalinista che minaccia la proprietà privata» La proposta è stata firmata da 1.684 cittadini torinesi ed è organizzata da una trentina di organizzazioni tra cui Almaterra, Arcigay Torino, Arci, Attac, Cassa mutua solidarietà e resistenza rider, Coordinamento Torino Pride, Fondazione Benvenuti in Italia, Fridays for future Torino, Giovani democratici, Giustizia climatica ora, Gruppo Abele, Legambiente, Libera Piemonte, Officine caos Vallette, Cgil e Unione giovani di sinistra. La delibera prevede un percorso che parte dall'inquisizione e finisce con la requisizione. Si comincerebbe con effettuare, entro nove mesi, un censimento delle proprietà pubbliche e private per «verificare la presenza di alloggi in stato di abbandono da oltre due anni». Poi si passerebbe al contatto diretto con i proprietari di beni «in stato di ingiustificato abbandono», con tanto di diffida formale e obbligo di formulare «proposte di uso del bene» entro 90 giorni. Per la serie: la casa è tua, ma devi proporre al Comune come la vuoi usare. In un climax ascendente di socialismo reale, si prevede poi che l'agenzia torinese per le locazioni sociali (Lo.Ca.Re), ovviamente da rafforzare con più soldi e dipendenti, spinga i grandi proprietari «e in prospettiva anche i piccoli, a reimmette gli alloggi vuoti sul mercato con canone concordato». Poi si prevedono aumenti di Imi e Tari per «penalizzare lo stato di ingiustificato inutilizzo di beni».