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martedì 12 marzo 2019

Chapeadora o chapiadora: un neologismo dominicano che si usa molto, ma cosa significa?



Un neologismo che fa parte dello slang urbano dal 2014. In quell’anno è stata la parola più usata e sulla quale più si è discusso nella Repubblica Dominicana. Le sue origini sono precedenti con ogni probabilità e sono legate al tosaerba, la “chapeadora”. È per questo che un suo calzante sinonimo è “peladora” o tradotto letteralmente “spellatrice”.
Alla diffusione della parola è legata la canzone “Ya tengo una jeva” (Ho già una ragazza) nella quale il cantante di merengue urbano Chimbala esordisce con la frase “Que lo que chapeadora?”
Se vogliamo una definizione breve del termine vengono chiamate chapiadoras le donne che si dedicano a spillare denaro agli uomini, a chiedere in continuazione, a fare spendere in un modo o nell’altro l’uomo che le accompagna, e possono essere anche tanti contemporaneamente.
Diversamente dalle prostitute, le prestazioni sessuali non sono sempre in gioco e spesso non ci si arriva. Vengono insinuate magari, ma il più delle volte non si verificano.
La vittima della chapiadora può benissimo anche essere suo marito o il suo fidanzato di turno. In questo caso le tecniche sono diverse. L’importante è spillargli quattrini, tanti e nel minor tempo possibile.
La parola è stata coniata da poco ma l’usanza è antica in una determinata fascia sociale dominicana.
In un articolo di oggi del Listin Diario il numero delle lavoratrici sessuali viene esteso ricomprendendo anche le chapeadoras e le donne che si dedicano al sesso virtuale.
In questo caso il significato della parola chapeadora assume una connotazione un po’ diversa equivalente a una specie di prostituzione part time, quando capita, sfruttando le occasioni che si presentano e arrotondando quindi le entrate. La finalità è sempre la stessa e cioè quella di spillare al malcapitato la maggior quantità possibile di quattrini, ma esiste anche un accostamento al rapporto sessuale che all’origine la parola non aveva.