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giovedì 14 marzo 2019

Urs Hinterbeger, cittadino svizzero trattenuto sotto sequestro per oltre due anni da moglie e figliastro a Dajabón



Un’altra storia dove l’avidità supera ogni limite tranne quello dell’omicidio questa volta semplicemente perché non conviene.
Lo svizzero tedesco Urs Hinterberger 55enne proveniente da Altstätten nel cantone di San Gallo si trovava segregato da oltre due anni privo di ogni contatto esterno e praticamente sotto sequestro in una stanza senza finestre nella località di Cañongo in provincia di Dajabón a 20 km dalla frontiera con Haiti e a 40 km circa rispettivamente dalla città di Dajabón a sud e dall’Oceano Atlantico a nord.
A costringerlo in questa situazione durante tutto questo tempo è stato Yovanny Martínez Rodríguez figlio della sua consorte dominicana Kenia Navarro Rodríguez. Madre e figlio si trovano ora in stato di detenzione presso il commissariato di polizia di Dajabón per essere sottoposti alla giustizia. Sono accusati di maltrattamento fisico e psicologico, di sequestro e di appropriazione indebita.
Si è presentato sul posto il procuratore fiscale del distretto giudiziario accompagnato di membri del Departamento de Investigaciones Criminales (DICRIM) che ha ricevuto la denuncia da parte del Hinterberger una volta all’interno della casa dove questo si trovava rinchiuso.

Si deve ritenere che l’iniziativa della visita del procuratore sia della stessa ambasciata su richiesta dei familiari del cittadino svizzero.
Durante oltre due anni è stato infatti impedito al Hinterberger di mettersi in comunicazione con la sua famiglia.
Lo svizzero ha denunciato maltrattamenti costanti e disumani da parte del figliastro Yovanny. In un’occasione è stato addirittura accoltellato al ventre e in un’altra a seguito di selvagge percosse gli è stato fratturato un femore, lesione per la quale è stato ricoverato in un ospedale dove non gli è stato consentito di parlare con nessuno.
Il Hinterberger riferisce inoltre che gli è stato sottratto il passaporto e altri documenti personali nonché un’agenda telefonica in modo che non potesse comunicare con i suoi familiari. Nel frattempo il passaporto è ricomparso e una sua copia è stata pubblicata in rete. Risulta scaduto dal 16 settembre 2016.

Il denaro della sua pensione veniva incassato da sua moglie Kenia che lo consegnava a suo figlio Yovanny senza che lo svizzero toccasse un solo centesimo.
Il Hinterberger è stato prelevato da casa sua in una barella e trasportato per il ricovero nell’ospedale Ramón Matías Mella di Dajabón. Nella giornata di oggi verrà trasferito a Santo Domingo e ricoverato nell’ospedale Ney Arias Lora dove ci saranno funzionari dell’ambasciata svizzera ad attenderlo.
In una dichiarazione ai giornalisti il procuratore fiscale ha riferito quanto segue: “Siamo entrati nella casa dove si trovava questo signore per constatare le condizioni in cui viveva e queste erano miserrime, rinchiuso in una stanza senza finestre, praticamente sotto sequestro. La signora riceve il denaro e questo rappresenta la fonte di sostentamento suo e di suo figlio. Ho stilato un documento attestando la situazione e sulla base di questo l’ambasciata svizzera ha richiesto che il sig. Hinterberger venga ricoverato in un ospedale e trasferito poi a Santo Domingo.

Nelle sue dichiarazioni fatte mentre veniva introdotto con una barella all’interno dell’ambulanza del 911 il Hinterberger sostiene che: “Lei mi ha tolto tutto. I soldi che mi ha mandato la mia famiglia li spendeva comprando macchine, mucche e terreni per suo figlio. Mi davano da mangiare per mantenermi vivo. Quando Yovanny mi ha rotto la gamba gli ho chiesto perché non mi avesse ucciso e sa cosa mi ha risposto? “Perché vali di più da vivo che da morto”. Questo è quello che mi ha risposto. Chiedevo sempre che mi lasciassero chiamare la mia famiglia o l’ambasciata ma non c’era verso.
Il personale dell’ambasciata svizzera nel paese sta svolgendo le pratiche necessarie per il suo rimpatrio.
Secondo informazioni di ultima ora, il Hinterberger ha chiesto che la moglie venisse messa in libertà perché secondo lui è un’altra vittima del suo stesso figlio Yovanny. Riferisce infatti lo svizzero che anche la donna veniva percossa dal figlio e che in uno dei suoi seni è in vista un ematoma a seguito di botte subite di recente.
Si sta così contraddicendo perché è innegabile che sua moglie è complice. Comunque l’amore è cieco e in tutta questa vicenda non è possibile non intravvedere tanto masochismo da parte del cittadino elvetico. E poi magari oltre a dargli da mangiare per mantenerlo in vita la moglie gli dava anche qualcos’altro e in abbondanza tanto per rendergli la prigionia meno gravosa…
Di fatto nella foto del passaporto risalente al 2006 si vede una faccia smunta, ben diversa da quella rosea e paffuta che ostenta mentre viene trasportato in barella.