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venerdì 1 marzo 2019

I rapimenti di bambini denunciati in questi giorni non possono essere dovuti semplicemente a psicosi collettiva



Rapimento di bambini, un tema che si presenta ogni tanto, mai comunque come in questi giorni. Sono stati denunciati sui social media diversi casi documentati con foto e video. Tanti si sono rivelati un nulla di fatto, alcuni risalgono a qualche anno fa e non si sa con sicurezza se si sono verificati nella Repubblica Dominicana.
A fronte di tante testimonianze dirette comunque non si può ritenere che si tratti semplicemente di una psicosi collettiva.
Il fatto che la polizia smentisca, contrariamente a quanto diversi pensano, non è da prendere per oro colato e non fa scartare a priori la veridicità delle denunce sui social media. Spesso la polizia assume posizioni “politiche” tutelando interessi del paese, ad esempio il turismo, o evitando la reazione della popolazione.
I rapimenti ci sono. La gente è in stato di allarme.
La predazione e il traffico di organi sono fatti indiscutibili a livello mondiale. Che esistano anche nella Repubblica Dominicana non è assolutamente da escludere. In fondo è un business molto lucrativo. La domanda è forte e l’offerta cerca di adeguarsi.
Nel mese scorso si è chiuso il processo di primo grado per l’uccisione nel 2015 di Carla Masiel, una bambina di 9 anni. I sequestratori sono stati riconosciuti colpevoli di omicidio. In realtà questi si erano dichiarati colpevoli solo di sottrazione di minore. L’avrebbero fatto a fronte di un compenso di 3.600 dollari. La bambina sarebbe stata consegnata viva alla dottoressa Liliana Santana proprietaria della Clinica Integral e ricevuta morta e priva di organi. Il cadavere della bambina è stato localizzato oltre un anno dopo la sua uccisione grazie ai rei confessi sequestratori recentemente condannati a 30 anni di reclusione per questo omicidio.
Dopo oltre un anno non è pensabile che sia stato possibile accertare l’assenza di organi all’interno del corpo della bambina. L’accusa alla Clinica Integral e in particolare alla menzionata dottoressa si basa solo sulla testimonianza dei sequestratori. Liliana Santana è stata quindi scagionata.
L’Inaci (Istituto nazionale di scienze forensi) non è stato in grado nemmeno di determinare le cause del decesso di Carla Masiel.
A scanso di equivoci comunque la popolazione è diventata molto attenta.