Il candidato caricatura alla presidenza argentina, Javier
Milei, non è riuscito a vincere le elezioni al primo turno elettorale. Si va al
ballottaggio. Il fattore sorpresa non ha funzionato. Ha preso addirittura una
percentuale di voti di poco inferiore a quella delle elezioni “Paso”
precedenti, circa il 30%, e da lì con ogni probabilità non andrà più avanti.
Come fa un pazzoide liberale estremo ovvero
anarco-capitalista, praticamente assenza totale dello stato e potere assoluto
al capitale, a entusiasmare le folle? A tal fine ci vuole una buona parte dell’elettorato
fortemente ignorante e un solido supporto finanziario.
Entrambi i requisiti sono qui presenti. Conosciamo il
numero degli ignoranti: 7.884.000 circa, ma non conosciamo i finanziatori del
liberale estremo, comunque non è difficile individuarli:
vuole dollarizzare l’economia;
vuole privatizzare le imprese pubbliche;
vuole saldare il debito di 44 miliardi di dollari con l’FMI;
vuole ostacolare il commercio con i principali partner dell’Argentina
e cioè il Brasile e la Cina;
esclude l’adesione al BRICS che dovrebbe essere avviata a
partire dal 1 gennaio prossimo;
dichiara come suoi modelli gli USA e Israele, al punto di
annunciare il suo avviato processo di conversione al giudaismo. E c’è il
sospetto, plan Andinia, che i sionisti abbiano degli interessi nella Patagonia.
Che l’Argentina una volta dollarizzata e con prospettive
di esportazioni limitate possa arrivare con un individuo del genere a capo del
suo governo a vendere la Patagonia al miglior offerente, non è da scartare a
priori.
Tutto fa pensare che dietro il pazzoide Jaime Milei ci
sia l’élite finanziaria mondiale.
In ogni caso questo signore ha ormai finito la sua corsa.
Non troverà le alleanze necessarie per imporsi nel ballottaggio. Le trattative
con i pazzi non hanno mai un esito certo. Il numero dei suoi elettori difficilmente
si incrementerà e i tempi in cui la gente seguiva gli orientamenti dei leader
dei loro partiti sono ormai acqua passata…