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sabato 21 ottobre 2023

Il "libertario" Jaime Milei sarebbe il primo presidente argentino di religione ebraica

 


Si dichiara un libertario, inneggia alla libertà, il suo partito si chiama “La Libertad Avanza” (la libertà va avanti). Ma è tutto un grande equivoco quello che promuove tra i suoi sostenitori. È comunque probabile che vinca le elezioni e che si proclami presidente della Repubblica Argentina.

Jaime Milei, 43enne, è un liberale ovvero un esponente di quella destra che vuole un’economia dove contano solo le regole del mercato. Questo significa che la spesa sociale è ridotta al minimo come del resto anche l’imposizione fiscale. Non esiste alcuna tutela per i lavoratori, la scuola pubblica scompare come del resto anche l’assistenza sanitaria. I prezzi dei servizi che ora sono gratuiti, perché a carico dello stato, verranno stabiliti dall’offerta e dalla domanda. Tutto questo Milei, spacciandosi per libertario e inneggiando alla libertà, non lo dice ai suoi sostenitori, il suo linguaggio ricercato non è alla loro portata, e si lasciano guidare dai suoi gesti, dalla sua mimica e dalle sue espressioni scurrili.

Milei, però, ha pensato anche ai poveri. Un cuore evidentemente ce l’ha! Infatti, se sarà presidente favorirà l’approvazione di una legge che consenta alle persone la vendita dei propri organi. Gli strati sociali più disperati potranno sempre vendere, in vita, al prezzo di mercato, qualche loro organo, ad esempio un rene, e risolvere così i problemi economici più pressanti.

Domani 22 ottobre, Milei prenderà una valanga di voti e sarà forse il primo presidente argentino di religione ebraica. In effetti al suo fianco c’è ogni giorno un rabbino, la sua guida spirituale. Milei non è ebreo, per essere tale bisognerebbe essere figlio di madre ebrea, ma ha avviato il lungo processo della conversione al Giudaismo. Forse questo giustifica il sostegno che la stampa argentina che conta gli garantisce, in primo luogo il giornale El Clarín, e forse anche il motivo per cui Facebook, dell’askenazita Zuckenberg, non considera istigazione all’odio le sue costanti minacce e le sue frasi volgari.