Niente di nuovo. Il dominicano mi ricorda una signora che abitava a Pordenone e che diceva sempre che avrebbe fatto le carte false pur di andare a vivere a Milano. Lo diceva così per dire anche se poi il suo sogno si è avverato. Qui, però, lo dicono, lo pensano e lo fanno sul serio quando si presenta l'opportunità. Prima della pandemia il 49% dei dominicani, secondo i sondaggi, si sarebbe trasferito volentieri in un altro paese. Ora questa percentuale dovrebbe essere diventata alquanto maggiore. Ogni giorno quasi, infatti, dalle coste dell’est partono battelli pieni di gente che puntano verso Portorico, attraversando il Canal de la Mona.
In questo particolare caso, il traffico di migranti è stato scoperto di recente nell’AILA. Una signora si accingeva a intraprendere un viaggio da Santo Domingo a Barcellona accompagnata da un gruppo di giovani, tutti in possesso di documenti falsi. La falsificazione aveva avuto luogo in Spagna. Il viaggio sarebbe stato agevolato dal personale ispettivo all'interno dell'aeroporto che avrebbe chiuso un occhio. Sappiamo, però, che a seguito del cambiamento di governo gli impiegati statali sono stati sostituiti. Questo ha comportato brutte sorprese e non solo nel traffico di persone, anche nell’importazione di denaro contante, nel narcotraffico ecc.
La legge dominicana prevede per il traffico di migranti pene pecuniarie che oscillano tra gli USD 35.000 e gli USD 58.000 e pene di reclusione da 10 a 15 anni sia per le partenze che per gli arrivi.
Un'altra legge scritta che di fatto evidentemente non viene applicata mai. Paese che vai usanza che trovi!