Dal 20 marzo scorso, quando è entrata in vigore per la prima volta, alla data di oggi sono state arrestate per violazione del coprifuoco 126.559 persone. Gli infrattori vengono rinchiusi nelle anguste celle dei commissariati di quartiere e trascorrono assiepati senza distanziamento sociale di sorta le ore notturne fino alle 5 del mattino. In un primo tempo, il giorno dopo, prima di essere rilasciati, erano costretti anche a fare lavori sociali come ad es. pulizia delle strade ecc. Ora vengono multati, devono pagare 2.000 pesos che non si sa bene che fine facciano perché le cifre rese note sono irrisorie rispetto a quelle che si potrebbero desumere moltiplicando per 2.000 il totale dei sanzionati: 126.559 x 2000 = 253.118.000. A questi vanno aggiunte le multe imposte ai negozi di vario tipo che violano l'orario della misura restrittiva e che sono di 20.000 pesos.
Insomma un bel “volume
d’affari”!
Sono stati previsti
per le forze dell'ordine incentivi che il governo però non paga da tre mesi. Oltre
alla privazione della libertà degli infrattori, si procede anche al sequestro
dei loro veicoli che vengono trattenuti fino a quando il coprifuoco resta
vigente e cioè fino a quando questo non viene più prorogato. Spesso quindi
trascorrono dei mesi prima di riavere il proprio veicolo indietro, magari fonte
di sostentamento di padri di famiglia.
Il maggior numero di violazioni di questa misura restrittiva della circolazione delle persone non si deve a festicciole e ad altri eventi come la stampa vuole dare a intendere, ma alle difficoltà di rincasare delle persone che rientrano dal loro lavoro o dal luogo di ristoro dove hanno trascorso il sabato o la domenica, ad es. la spiaggia. Le ore 19 come inizio del coprifuoco nei giorni feriali oltre ad essere ingiustificato come orario ai fini di una riduzione del rischio di contagio comporta che molti veicoli restino intrappolati negli ingorghi. Lo stesso vale per l’irragionevole orario nei giorni festivi dalle 17.
E non c’è pietà per
nessuno! Dura lex, sed lex si diceva dalle nostre parti qualche millennio fa.
In questi casi però la lex non solo è ingiusta, ma è repressiva ed esosa in
termini di costi e di conseguenze per la sussistenza dei cittadini.