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domenica 27 settembre 2020

Un’offerta di Flavio Bellinato agli imprenditori della comunità italiana

 



“I cittadini italiani all’estero sono i principali ambasciatori dell'Italia nel mondo. Grazie alle nostre aziende, alle nostre attività commerciali, ai prodotti italiani che importiamo e ai servizi che offriamo siamo i principali promotori del Made in Italy. Io e un gruppo di connazionali residenti all'estero abbiamo deciso di mettere a portata di un semplice clic le attività lavorative delle diverse comunità italiane. Le promuoveremo gratuitamente ai mercati locali di riferimento sia attraverso appositi siti web che con l'ausilio di sponsorizzazione sui principali social network. Cominceremo in forma sperimentale con un sito creato ad hoc nella Repubblica Dominicana per poi esportare il progetto a tutto il Centro e Nord America. In questo momento di incertezza e crisi a livello globale, crediamo sia necessario portare avanti iniziative come questa tutti insieme sotto un'unica bandiera, la bandiera italiana”.



Partiamo dall'obiettivo di questa iniziativa: mettere a portata di un semplice clic le attività lavorative delle diverse comunità italiane nei mercati locali di riferimento.

Come?

Con appositi siti web

Con l'ausilio di sponsorizzazioni sui principali social network

Un servizio completamente gratuito per il quale l’offerente deve sostenere dei costi. Lo fa di tasca sua? O c’è qualcuno che lo finanzia e che non vuole comparire? Non per fare i conti in tasca a nessuno, ma Flavio Bellinato non ha l’aria di avere la disponibilità di denaro e il tempo da dedicare a un’iniziativa così impegnativa.

I collaboratori che vengono presentati nel sito www.madeinitaly-rd.com sono tutti senza eccezione quadri del Maie. È stato escluso il giornalista delle “fosse comuni” Ricky Filosa.

La domanda che ci si pone è: perché Flavio Bellinato omette di presentare l’iniziativa come MAIE?

Se il progetto interessa a un partito politico che coinvolge i suoi quadri, anche lo scopo deve essere evidentemente politico. Perché allora non usare il nome di questo partito? Le possibilità sono due:

si ritiene che il MAIE non goda più di un’attendibilità tale da indurre gli imprenditori italiani locali ad aderire al catalogo;

oppure si pensa a una campagna politica nascosta volta alle elezioni del Comites, che sono le uniche che con ogni probabilità si terranno nei prossimi mesi.

Certo che gli imprenditori che affidano le loro generalità a questi personaggi politici dovrebbero rifletterci su un attimino. Anche se Ricky Filosa non fa parte dello staff, sicuramente dietro le quinte continua a tirare le fila. E con questo basta e avanza per capire che i dati inseriti nel catalogo che propone Flavio Bellinato potrebbero essere strumentalizzati.

Una proposta allettante oppure gatta ci cova?