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sabato 6 maggio 2023

L’avvelenamento è il delitto perfetto? Le incongruenze dell'INACIF



La morte, dovuta forse ad avvelenamento, di José Altagracia Batista Feliz, avvenuta intorno alle ore 19:00 del 12 luglio 2022, nella sua residenza in Avenida Libertad n. 100 nel comune di Cabral, provincia di Barahona, dove viveva con sua figlia e la sua compagna, di nazionalità haitiana.

Due settimane prima, il defunto era diventato tetraplegico a causa delle ferite riportate in un incidente motociclistico, motivo per cui era stato ricoverato all'ospedale universitario regionale Jaime Mota. Cinque giorni dopo è stata rilasciata l'autorizzazione al rientro a casa in quanto si trovava in migliori condizioni di salute.

Tutto indica che il paziente è in chiara guarigione: lucidità mentale, movimenti delle estremità colpite, tra le altre manifestazioni. Tuttavia, la notte di quello stesso giorno, i parenti vengono sorpresi dalla notizia della sua morte.

Qualche istante dopo arrivano i parenti per informarsi sui dettagli dell'accaduto, ma il rapporto delle circostanze della morte spiegate dai conviventi, l'ordine e la pulizia della scena del crimine sono stati elementi sufficienti per suscitare i sospetti della famiglia e motivare una richiesta di autopsia del cadavere.

L'avvelenamento da composti del fosforo provoca una serie di sintomi e secrezioni bronchiali che causano un edema polmonare e insufficienza respiratoria acuta portando alla morte del paziente, e questa è la causa diretta della morte nel caso in questione.

Tuttavia, la conclusione dell'autopsia INACIF firmata dal medico legale dell'istituto è stata: Cardiomiopatia ipertrofica: "è una morte non violenta ad eziologia medico legale naturale".

In queste circostanze, è impossibile per il defunto covare una Cardiomiopatia Ipertrofica, che è una patologia con segni e sintomi abbastanza floridi e nel peggiore dei casi drammatici, e come se non bastasse, è passata inosservata al cardiologo che ha eseguito la Valutazione Cardiovascolare Prechirurgica per l'intervento chirurgico programmato dal defunto.

La perizia di tossicologia forense non riporta nemmeno tracce di alcuni dei farmaci utilizzati dal defunto.

L’avvelenamento, lo dico da sempre, è il delitto perfetto da queste parti. A nessuno interessa indagare su una morte non violenta, tanto meno agli anatomopatologhi.