Il problema ora da affrontare sono sicuramente i Social media. Vorrebbero disinnescarli. Danno fastidio. Le bufale non c'entrano. Non ci sono dubbi, ormai con i telefonini smart puoi fare un comizio dal tuo stesso profilo di Facebook. C'è da dire che le notizie sono come le gomme da masticare: puoi farne una pallina di infime dimensioni oppure stiracchiarle una ventina di centimetri. L'informazione pertanto quando non si limita solo alla descrizione dei fatti, quando chi la trasmette ci mette qualcosa di suo è soggetta a deformazioni che rasentano spesso e volentieri la falsità. Un'informazione la puoi ignorare e un'altra che obiettivamente ha la stessa importanza la puoi modificare a discrezione, non diventerà mai del tutto vera o del tutto falsa. Sicuramente il fatto di non aver messo sullo stesso piano entrambe le informazioni è quanto meno fuorviante.
Le informazioni che si diffondono nei media di proprietà sono elaborate come dei prodotti destinati ad essere venduti. Più gente segue le informazioni, più interesse ottiene tra gli sponsor e più ci si guadagna.
Siccome è in atto questa guerra tra i media di proprietà di privati o dello stato e gli utenti dei Social media, propongo una soluzione equivalente all'uovo di Colombo: non foraggiamo il nemico, boicottiamo le sue informazioni-prodotti, non li ascoltiamo e non li guardiamo proprio. Facciamo crollare l'audience! Se tutti coloro che fanno uso dei Social media smettessero di acquistare informazione guardando i telegiornali e partecipando ai talk show dei vari guru intervistatori di personaggi della politica, verrebbe inferto un colpo memorabile all'economia dell'informazione/disinformazione.
Provare per credere! Venti milioni di telespettatori e di lettori di giornali in meno! Un'esagerazione? Facciamo un po' di conto...
Ogni gruppo quindi che opera sui Social media dovrebbe allestire la sua propria rassegna stampa. Come andrebbe a finire? Non lo so, facciamo uno sforzo e cerchiamo di immaginarcelo!
