Paesi che vai usanza che trovi caro Vittorio. Semmai
in questa vicenda ne vieni fuori bene tu, che ti sposti da un capo all’altro
dell’isola per trovare Wagner in onore a
un’amicizia che nulla dovrebbe c’entrare con la politica da quel che ho potuto
osservare. Tanto di cappello, Vittorio! Spero di conoscerti presto. A te si
aggiunge sempre Gianni e spesso Paolo Dussich, il presidente del Comites,
entrambi li conosco e li frequento.
Hai trovato Wagner con i tre denti che gli sono
rimasti, l’ombra di se stesso. Dopo tre anni di un processo caratterizzato da
udienze rimandate. E anche oggi guarda caso la prima udienza dell’appello è
stata rinviata al 21 agosto. Si parla di “habeas corpus”, ne parla Wagner, di
cauzione versata. Di concreto non c’è niente. Avrebbero potuto processarlo a
piede libero, ma i potenti si incapricciano. È una loro prerogativa che si
aggiunge ad altre arbitrarietà.
Aneurisma dissecante di aorta e aorta sclerosi. Wagner
è in fin di vita. Se non si procede con urgenza a cure mediche o a una
chirurgia le possibilità di sopravvivenza nel breve medio periodo sono
pressoché nulle.
“Questa diagnosi è una sentenza di morte annunciata
peggio della sentenza del tribunale. Abbiamo un concittadino, in carcere con
accusa (dubbia) non dimostrata di omicidio da ormai tre anni, in stato di
indigenza, senza familiari, a cui tra poco gli scoppia l’aorta in carcere.” Dice
Vittorio.
Un processo da terzo mondo? Da far drizzare i
capelli! “Ho frequentato tutte le
udienze e siccome non si sentiva bene perché non hanno i microfoni... a volte
ho dubitato di sapere la lingua spagnola per le cose assurde che “sentivo” chiedendomi
sempre se avessi sentito bene!”
Il corpo della vittima è stato rinvenuto a 131 metri
dall’abitazione del Vulso. E nonostante le solite e normali testimonianze
fasulle è stato accertato che proprio in quel posto la vittima è stata colpita
ed è deceduta. Sotto il suo corpo c’era una pistola con la matricola abrasa.
Non è stata fatta una perizia balistica e non si è
accertato da quale distanza sono partiti i colpi, non si è parlato nemmeno di
un possibile movente del condannato. Il morto nonostante l’altisonante nome
Luis Alberto Cordero Cerda in realtà era un fantasma anagrafico perché
sprovvisto di atto di nascita. In quelle condizioni aggirarsi con una pistola
con la matricola abrasa in ore notturne non poteva non essere ritenuto un forte
indizio di una sua attività professionale criminosa. Ma non si è tenuto conto
nemmeno di questo.
Le indagini si sono fermate senza approfondimenti di
sorta nell’unico indizio rinvenuto, quello del guanto di paraffina, con
l’aggravante della detenzione di armi.
La prova del guanto di paraffina è stata fatta senza
l’assistenza di periti della difesa. Il Vulso ha sempre negato di aver sparato.
Non è stata fatta la perizia balistica eppure le pallottole sono rimaste dentro
il corpo della vittima.
“La condanna inflitta è stata di 10 anni..... quando
mai se si è certi di un omicidio la condanna è di soli 10 anni? Se fosse stato
un tedesco i diplomatici di quel paese lo avrebbero quanto meno fatto operare
di urgenza.” Sostiene Vittorio.
Invece di tedesco ha solo il nome, Wagner, che non
gli ha portato bene.
Il Comites nella persona di Paolo Dussich è stato
vicino a Wagner Vulso. L’ambasciatore non so. Non mi pronuncio. Continuo a
ritenere che non è facile il suo mestiere nella Repubblica Dominicana. Un paese
per tanti versi difficile: traffico stradale impossibile, eventi metereologici
devastanti, incidenti stradali al top, delinquenza da brivido, tasso di omicidi
ogni 100.000 abitanti ai vertici mondiali, incertezza giuridica. E a tutto
questo ci possiamo aggiungere anche un ritardo cronico del disbrigo dei servizi
consolari che non si riesce a colmare.
Ci auguriamo un giorno di avere un ambasciatore
terra terra, che badi più al sodo, alla problematica concreta dei connazionali piuttosto che alle relazioni con l’elite del paese e all’allacciamento di relazioni
commerciali improbabili per mancanza di competenza in questo campo.
Tutte cose che si augura anche il principale
sindacato della Farnesina, non solo noi. Si parla infatti di “Cambiamento”.
Dalla vicenda di Wagner Vulso ognuno tragga le sue
conclusioni.