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sabato 17 febbraio 2018

La storia enigmatica di un omicidio che vede come imputato il bolognese Wagner Vulso. Un altro giallo tra i gialli!



Nel mese di settembre del 2014 sono stati arrestati due italiani accusati dell’omicidio nel settore residenziale Romana di La Romana di un giovane dominicano 24enne di nome Luis Alberto Cordero Cerda. Gli italiani in questione erano Wagner Vulso di 63 anni e Massimiliano Marconcini di 57. Il cadavere della vittima riscontrava due ferite d’arma da fuoco ed è stato trovato a 131 metri dall’abitazione dei connazionali arrestati. Secondo una testimonianza, i colpi sono stati sparati dall’abitazione del Vulso. Tre bossoli di armi da fuoco sono stati rinvenuti a circa 20 metri della casa. In base a questi elementi gli investigatori hanno richiesto un ordine di perquisizione nel corso della quale hanno trovato nell’abitazione del Marconcini un fucile marca Maverick calibro 12, serie MV12092j, la pistola S&W calibro 9 millimetri, serie VAA0033 e una pistola S&W calibro 9 millimetri Serie LKF0108 senza alcuna licenza di porto d’armi.
Il rapporto della polizia riferisce che è stato sequestrato anche un giubbotto antipallottola di colore bianco, una scatola di cartucce calibro 12 oltre a 16 cartucce in un cinturone portacartucce e una scatola di pallottole.
La polizia scientifica ha riferito che nel dorso delle mani di Wagner Vulso sono stati trovati residui di polvere. Sono stati sequestrati inoltre un furgoncino marca Ford colore verde, una macchina Sonata nera con targa di esibizione e la jeep marca Hummer colore bianco.
Sotto il corpo della vittima è stata rinvenuta una pistola con la matricola abrasa e con il suo caricatore vuoto.
Secondo la testimonianza di alcune persone verso le 9 di sera si sono sentiti diversi spari provenienti dalla casa di Wagner Vulso e la vittima è stata vista uscire zoppicando dalle vicinanze della casa fermarsi e successivamente continuare con destinazione sconosciuta per poi cadere morta a 131 metri dall’abitazione del Vulso.
Al Marconcini sono stati imposti una cauzione di 50 mila pesos, il divieto di abbandonare il paese e l’obbligo di presentazione periodica davanti al pubblico ministero.
A Wagner Vulso è stato imposto carcere preventivo per tre mesi nel carcere di nome Cucama di La Romana.
Centro di reclusione Cucama

Considerazioni:
la prova del guanto di paraffina è stata fatta senza l’assistenza di periti della difesa. Il Vulso ha sempre negato di aver sparato. Non è stata fatta la perizia balistica eppure le pallottole sono rimaste dentro il corpo della vittima.
Il giudice non ha ritenuto attendibile la testimonianza dell’allontanamento barcollante della vittima dalle vicinanze della casa del Vulso dopo essere stato colpito. Quindi il decesso ha avuto luogo sul posto dove il corpo è stato trovato, a 131 metri dall’abitazione dell’accusato.
La prova del guanto di paraffina è stata fatta anche al morto ed è risultata negativa.
Pur in presenza di una pistola con la matricola abrasa addosso alla vittima, non si è menzionato quale potesse essere lo scopo per cui si trovava in giro da quelle parti nelle ore notturne e quale mestiere esercitasse.
Il morto nonostante l’altisonante nome Luis Alberto Cordero Cerda in realtà era un fantasma anagrafico perché sprovvisto di atto di nascita. In quelle condizioni aggirarsi con una pistola con la matricola abrasa in ore notturne non poteva non essere ritenuto un forte indizio di una sua attività professionale criminosa.
Si è fatta la prova del guanto di paraffina, di dubbia accettabilità come prova, ma non è stata eseguita la perizia balistica, né è stato rivelato il calibro delle due pallottole che hanno provocato la morte della vittima. Certo se si fosse trattato di un’arma leggera come per esempio una pistola, a 131 metri un colpo azzeccato sarebbe da ritenere un colpo casuale.
In tre anni ci sono state una ventina di udienze, quasi tutte rinviate per l’assenza dei poliziotti chiamati a testimoniare o per altri futili motivi. Tre anni di galera facendo la spola tra il carcere e il tribunale per niente. Un processo quindi relativamente lungo non perché ci siano state delle approfondite indagini o sentite importanti testimonianze, ma semplicemente per i costanti rinvii delle udienze.
La comunicazione della sentenza di condanna del connazionale da parte della procura della repubblica di La Romana invece è stata impostata come segue: “Dopo un’ardua investigazione e diverse perquisizioni il pubblico ministero ha potuto appurare che la morte del cittadino Luis Alberto Cordero Cerda è stata provocata dal menzionato Wagner Vulso”.
Il pubblico ministero ha proposto una condanna di 20 anni accolta dal giudice solo in parte con 10 anni di reclusione da trascorrere nello stesso carcere di Cucama dove si trova ora.
Appare abbastanza evidente che le indagini si sono fermate senza approfondimenti di sorta nell’unico indizio rinvenuto, quello del guanto di paraffina, con l’aggravante della detenzione di armi.
Non è stata fatta una perizia balistica e non si è accertato da quale distanza sono partiti i colpi, non si è parlato nemmeno di un possibile movente dell’accusato. Una vittima inesistente anagraficamente con addosso un’arma con la matricola abrasa…
Questa è la storia della vicenda giudiziaria di Wagner Vulso di cui talvolta si parla nei nostri gruppi. Wagner Vulso, nato nella provincia bolognese, ha corso la Parigi Dakar negli anni ’80. È diventato poi conosciuto su Facebook grazie alle sue perle di saggezza pubblicate nella pagina “Sesso, droga e pastorizia”.