Nel mese di settembre del 2014 sono stati arrestati due
italiani accusati dell’omicidio nel settore residenziale Romana di La Romana di
un giovane dominicano 24enne di nome Luis Alberto Cordero Cerda. Gli italiani
in questione erano Wagner Vulso di 63 anni e Massimiliano Marconcini di 57. Il
cadavere della vittima riscontrava due ferite d’arma da fuoco ed è stato
trovato a 131 metri dall’abitazione dei connazionali arrestati. Secondo una
testimonianza, i colpi sono stati sparati dall’abitazione del Vulso. Tre
bossoli di armi da fuoco sono stati rinvenuti a circa 20 metri della casa. In
base a questi elementi gli investigatori hanno richiesto un ordine di
perquisizione nel corso della quale hanno trovato nell’abitazione del
Marconcini un fucile marca Maverick calibro 12, serie MV12092j, la pistola
S&W calibro 9 millimetri, serie VAA0033 e una pistola S&W calibro 9
millimetri Serie LKF0108 senza alcuna licenza di porto d’armi.
Il rapporto della polizia riferisce che è stato sequestrato
anche un giubbotto antipallottola di colore bianco, una scatola di cartucce
calibro 12 oltre a 16 cartucce in un cinturone portacartucce e una scatola di pallottole.
La polizia scientifica ha riferito che nel dorso delle mani
di Wagner Vulso sono stati trovati residui di polvere. Sono stati sequestrati
inoltre un furgoncino marca Ford colore verde, una macchina Sonata nera con
targa di esibizione e la jeep marca Hummer colore bianco.
Sotto il corpo della vittima è stata rinvenuta una pistola
con la matricola abrasa e con il suo caricatore vuoto.
Secondo la testimonianza di alcune persone verso le 9 di
sera si sono sentiti diversi spari provenienti dalla casa di Wagner Vulso e la
vittima è stata vista uscire zoppicando dalle vicinanze della casa fermarsi e
successivamente continuare con destinazione sconosciuta per poi cadere morta a
131 metri dall’abitazione del Vulso.
Al Marconcini sono stati imposti una cauzione di 50 mila pesos,
il divieto di abbandonare il paese e l’obbligo di presentazione periodica davanti al pubblico ministero.
A Wagner Vulso è stato imposto carcere preventivo per tre
mesi nel carcere di nome Cucama di La Romana.
Centro di reclusione Cucama |
Considerazioni:
la prova del guanto di paraffina è stata fatta senza l’assistenza
di periti della difesa. Il Vulso ha sempre negato di aver sparato. Non è stata
fatta la perizia balistica eppure le pallottole sono rimaste dentro il corpo
della vittima.
Il giudice non ha ritenuto attendibile la testimonianza dell’allontanamento
barcollante della vittima dalle vicinanze della casa del Vulso dopo essere
stato colpito. Quindi il decesso ha avuto luogo sul posto dove il corpo è stato
trovato, a 131 metri dall’abitazione dell’accusato.
La prova del guanto di paraffina è stata fatta anche al
morto ed è risultata negativa.
Pur in presenza di una pistola con la matricola abrasa addosso
alla vittima, non si è menzionato quale potesse essere lo scopo per cui si
trovava in giro da quelle parti nelle ore notturne e quale mestiere
esercitasse.
Il morto nonostante l’altisonante nome Luis Alberto Cordero
Cerda in realtà era un fantasma anagrafico perché sprovvisto di atto di
nascita. In quelle condizioni aggirarsi con una pistola con la matricola
abrasa in ore notturne non poteva non essere ritenuto un forte indizio di una
sua attività professionale criminosa.
Si è fatta la prova del guanto di paraffina, di dubbia
accettabilità come prova, ma non è stata eseguita la perizia balistica, né è
stato rivelato il calibro delle due pallottole che hanno provocato la morte
della vittima. Certo se si fosse trattato di un’arma leggera come per esempio
una pistola, a 131 metri un colpo azzeccato sarebbe da ritenere un colpo
casuale.
In tre anni ci sono state una ventina di udienze, quasi
tutte rinviate per l’assenza dei poliziotti chiamati a testimoniare o per altri
futili motivi. Tre anni di galera facendo la spola tra il carcere e il
tribunale per niente. Un processo quindi relativamente lungo non perché ci
siano state delle approfondite indagini o sentite importanti testimonianze, ma
semplicemente per i costanti rinvii delle udienze.
La comunicazione della sentenza di condanna del connazionale da parte della procura della repubblica di La Romana invece è stata impostata come segue: “Dopo un’ardua investigazione e diverse
perquisizioni il pubblico ministero ha potuto appurare che la morte del
cittadino Luis Alberto Cordero Cerda è stata provocata dal menzionato Wagner
Vulso”.
Il pubblico ministero ha proposto una condanna di 20 anni
accolta dal giudice solo in parte con 10 anni di reclusione da trascorrere
nello stesso carcere di Cucama dove si trova ora.
Appare abbastanza evidente che le indagini si sono fermate senza approfondimenti di sorta nell’unico indizio rinvenuto, quello del guanto
di paraffina, con l’aggravante della detenzione di armi.
Non è stata fatta una perizia balistica e non si è accertato
da quale distanza sono partiti i colpi, non si è parlato nemmeno di un
possibile movente dell’accusato. Una vittima inesistente anagraficamente con
addosso un’arma con la matricola abrasa…
Questa è la storia della vicenda giudiziaria di Wagner Vulso
di cui talvolta si parla nei nostri gruppi. Wagner Vulso, nato nella provincia
bolognese, ha corso la Parigi Dakar negli anni ’80. È diventato poi conosciuto
su Facebook grazie alle sue perle di saggezza pubblicate nella pagina “Sesso,
droga e pastorizia”.