Cerca nel blog

giovedì 24 agosto 2023

L'Argentina farà ingresso nel BRICS a partire dal 1/1/2024

 



Nella riunione del BRICS conclusasi oggi a Johannesburg nella Repubblica Sudafricana è stata decisa l'accettazione dell'Argentina in seno al gruppo insieme a Iran, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia e Arabia Saudita. L’Argentina  emula così il Brasile, il suo principale partner sudamericano.

 Il BRICS ha raggruppato finora cinque paesi le cui sigle sono all'origine del nome: Brasile, Russia, Iran, Cina e Sudafrica.  Con i nuovi ingressi stabiliti oggi rappresenta il 36% del PIL mondiale è il 47% della popolazione dell'intero pianeta. L'Argentina fa una scelta importante per il suo futuro che viene visto evidentemente lontano dal dollaro. Il BRICS punta, infatti, all'abbandono del dollaro come moneta per i pagamenti internazionali.

Tutto questo avviene circa due mesi prima delle elezioni presidenziali. Difficilmente la partecipazione al BRICS sarà confermata in caso di vittoria della coalizione Juntos por el Cambio, la cui candidata alla presidenza è Patricia Bullrich, partito legato all’ex presidente Mauricio Macri,  che ha sempre abbracciato senza esitazioni gli obiettivi degli Stati Uniti. Non è chiaro quale potrebbe essere la scelta di Javier Milei la nuova figura emergente della politica argentina, fondatore del partito Libertad por Siempre, le cui proposte sono ritenute rivoluzionarie e sono state accolte già dal 30% degli elettori nelle votazioni preliminari. Javier Milei ha sostenuto, però, che in caso di vittoria elettorale proporrà a Maurizio Macri un incarico di governo. Probabilmente l'unico candidato che confermerebbe l'ingresso nel BRICS dell’Argentina a partire dal 1/1/2024 sarebbe Sergio Massa, peronista non Kirchnerista, candidato della coalizione Unidos por la Patria.

Anteriormente una scelta rivoluzionaria è stata compiuta dall’ex presidente Nestor Kirchner quando il 15 dicembre 2005 ha saldato il debito argentino con il Fondo Monetario Internazionale, attingendo alle riserve della banca centrale, inimicandosi così i leader della Finanza mondiale, padroni delle banche centrali del pianeta e consolidando la sovranità politica ed economica nei confronti dell’ente internazionale che  esigeva l’imposizione in Argentina di drastiche misure fiscali.