Nella riunione del BRICS conclusasi oggi a Johannesburg
nella Repubblica Sudafricana è stata decisa l'accettazione dell'Argentina in
seno al gruppo insieme a Iran, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia e Arabia
Saudita. L’Argentina emula così il
Brasile, il suo principale partner sudamericano.
Il BRICS ha raggruppato
finora cinque paesi le cui sigle sono all'origine del nome: Brasile, Russia,
Iran, Cina e Sudafrica. Con i nuovi
ingressi stabiliti oggi rappresenta il 36% del PIL mondiale è il 47% della
popolazione dell'intero pianeta. L'Argentina fa una scelta importante per il
suo futuro che viene visto evidentemente lontano dal dollaro. Il BRICS punta,
infatti, all'abbandono del dollaro come moneta per i pagamenti internazionali.
Tutto questo avviene circa due mesi prima delle elezioni
presidenziali. Difficilmente la partecipazione al BRICS sarà confermata in caso
di vittoria della coalizione Juntos por el Cambio, la cui candidata alla
presidenza è Patricia Bullrich, partito legato all’ex presidente Mauricio Macri,
che ha sempre abbracciato senza
esitazioni gli obiettivi degli Stati Uniti. Non è chiaro quale potrebbe essere
la scelta di Javier Milei la nuova figura emergente della politica argentina,
fondatore del partito Libertad por Siempre, le cui proposte sono ritenute
rivoluzionarie e sono state accolte già dal 30% degli elettori nelle votazioni
preliminari. Javier Milei ha sostenuto, però, che in caso di vittoria elettorale
proporrà a Maurizio Macri un incarico di governo. Probabilmente l'unico
candidato che confermerebbe l'ingresso nel BRICS dell’Argentina a partire dal
1/1/2024 sarebbe Sergio Massa, peronista non Kirchnerista, candidato della
coalizione Unidos por la Patria.
Anteriormente una scelta rivoluzionaria è stata compiuta dall’ex
presidente Nestor Kirchner quando il 15 dicembre 2005 ha saldato il debito argentino
con il Fondo Monetario Internazionale, attingendo alle riserve della banca centrale,
inimicandosi così i leader della Finanza mondiale, padroni delle banche
centrali del pianeta e consolidando la sovranità politica ed economica nei
confronti dell’ente internazionale che
esigeva l’imposizione in Argentina di drastiche misure fiscali.