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sabato 19 agosto 2023

L'identificazione di alcune vittime dell'esplosione a San Cristóbal può richiedere mesi

 



Le autorità hanno tenuto un incontro questo giovedì con le famiglie delle vittime dell'esplosione di lunedì a San Cristóbal per informarle sul processo che verrà svolto per identificare i corpi, che in alcuni casi, avvertono gli esperti, potrebbe richiedere mesi.

I cadaveri si trovano già nell'Istituto nazionale di scienze forensi (Inacif) dell'obitorio del cimitero Cristo Redentor di Santo Domingo, dove sono arrivati ​​secondo i protocolli di trasferimento affinché, ove possibile, i parenti eseguano il riconoscimento visivo delle salme.

Ci sono corpi che sono intatti dopo l'evento che ha causato la morte e permettono il loro riconoscimento visivo, da confermare con l'autopsia, una procedura che può richiedere ore o giorni a seconda del numero dei casi.

Ci sono altri casi in cui esiste un certo grado di mutilazione in cui si perdono alcuni segmenti corporei e alcune strutture. Si perdono vestiti e accessori, il che rende necessario uno studio più approfondito, dove l'identificazione richiede più tempo.

E ci sono casi estremi in cui il deterioramento dei corpi è molto elevato, si conservano solo alcuni segmenti dell'anatomia che corrispondono alle caratteristiche descritte dal parente, e devono sottoporsi a un processo di identificazione più complesso che può includere un test di confronto del DNA.

Il test di confronto del DNA è una procedura che può richiedere diversi mesi (fino a sei), a seconda del grado di deterioramento o decomposizione derivato dalle condizioni che erano legate all'evento che ha causato la morte.

Finora sono 32 i morti a seguito dell'esplosione e del successivo incendio registrati lunedì scorso a San Cristóbal, dove le squadre di soccorso hanno terminato le ricerche dei dispersi.