Il numero di fallimenti di imprese nell'Unione europea è
cresciuto dell'8,4% tra aprile e giugno di quest'anno rispetto al trimestre
precedente, secondo i dati dell'Ufficio statistico europeo (Eurostat).
In questo trend, che prosegue per il sesto trimestre
consecutivo, i più colpiti sono i settori dei servizi alberghieri e della
ristorazione, dove le istanze di fallimento sono cresciute del 23,9%; trasporto
e stoccaggio, con un incremento del 15,2%; e istruzione, sanità e attività
sociali, con un incremento del 10,1%.
Gli esperti ritengono che il declino economico, l'aumento
dei tassi di interesse e la scadenza delle misure di sostegno del governo siano
i fattori alla base dell'aumento del numero di imprese che si dichiarano in fallimento.
Sebbene gli ultimi dati per la Germania non compaiano nel
rapporto, i dati dell'Ufficio federale di statistica di quel paese per luglio
rivelano che il numero di aziende che sono entrate in procedura fallimentare è
cresciuto del 23,8% in termini annuali.
Una delle più antiche acciaierie tedesche, Eisenwerk Erla,
ha dichiarato bancarotta a marzo. La direzione dell'azienda, con oltre 600 anni
di storia, ha attribuito la situazione a problemi con le catene di
approvvigionamento e all'aumento delle tariffe energetiche.
Il grande magazzino Galeria Karstadt Kaufhof è andato in
fallimento alla fine dello scorso anno e si prepara a chiudere un terzo degli
oltre 100 negozi che operano nel Paese. Gli amministratori attribuiscono le
cause della crisi agli alti costi dell'energia e alla debolezza dei consumi.
Anche il rivenditore di moda Gerry Weber Retail ha
annunciato quest'anno una procedura di insolvenza e chiuderà 122 dei suoi 171
negozi in Germania.