Era scontato che
la vicenda del nostro connazionale deceduto nel rione Los Prados de San Luis di
Santo Domingo Este finisse nella Procura della Repubblica di Pavia. Anzi si
sapeva già che un fascicolo al riguardo era stato aperto. Del resto ci sono tanti
elementi che non quadrano. È infrequente che un 44enne faccia testamento e
desta delle perplessità il fatto che poco dopo lo stesso muoia in circostanze
poco chiare. Se poi esistono fondate ragione per ritenere che la persona che ha
redatto il testamento è incapace di intendere e di volere le cose si complicano.
Si deve precisare
però che non stiamo parlando di un classico testamento olografo della lunghezza
di qualche rigo scritto di pugno e sottoscritto dal testatore in calce con
l’indicazione della data. Le ultime volontà di Vincenzo Aguzzi sono state dichiarate invece in un
vero e proprio papiro. Tante erano le proprietà immobiliari, otto, e più di
dieci gli eredi, la maggioranza dei quali non facevano parte dei suoi familiari.
Un documento lunghissimo che difficilmente l’Aguzzi ha redatto in totale
solitudine per cui della segretezza del suo contenuto non si può nemmeno
parlare.
A Vincenzo
Aguzzi erano stati assegnati un amministratore di sostegno e un giudice
tutelare. Quanto vale il testamento di una persona incapace di intendere e di
volere? Per di più in presenza di una possibile circonvenzione di incapace?
Non avrebbe
dovuto intraprendere quel viaggio. Era stato sottoposto a una dieta con
l’assunzione di farmaci con la quale era dimagrito in due mesi oltre 75 kg. Certamente
non stava bene di salute. Dopo quella dieta suggeritagli probabilmente dalle
persone che gli erano rimaste vicine dopo la morte dei suoi genitori nel 2010,
aveva avuto problemi di respirazione, che lo costringevano a trascorrere le
notti con la maschera dell’ossigeno.
Vincenzo Aguzzi
è morto nella notte tra il 10 e l’11 dicembre scorso nel sonno, a Santo Domingo,
nella casa della sua colf dominicana, tra l’altro anche lei erede designata nel
testamento.
Di proprietà l’Aguzzi
ne aveva tante e queste gli fruttavano una discreta rendita.
L’amministratore
di sostegno si era opposto al viaggio davanti al giudice tutelare, ma l’Aguzzi è
stato in grado di presentare un certificato medico che lo dichiarava idoneo a
viaggiare.
Ed è su questo
che la procura sta indagando. L’Aguzzi era veramente in grado di viaggiare? Se
così non fosse e se la pericolosità per la sua salute di questo viaggio fosse
stata evidente, chi si deve assumere tutta la responsabilità di questa decisione
che gli è costata la vita? E il testamento è valido oppure nullo in quanto
redatto da una persona non in grado di intendere e di volere?