Parlare di uragani nei Caraibi è una cosa normale. Q uesta tormentata micidiale fa parte
del contorno nel quale viviamo. Ci accompagna ogni giorno come notizia almeno ed a prescindere dal suo concreto
passaggio sul territorio. Quando poi si muove sull'Atlantico diventa un evento
seguito da milioni di persone e al di là della distruzione che semina ogni
volta che tocca terra ferma, c’è il business mediatico che vale più di diversi
eventi sportivi di grande importanza.
Non per nulla l’uragano era considerato una divinità
dai Tainos. La sola parola fa tremare chi ne ha sperimentato uno e da quel lato
ci possiamo ritenere ormai dei veterani in quanto l’anno scorso abbiamo vissuto
con il patema d’animo gli spostamenti di due degli uragani più devastanti della
storia: Irma e Maria. L’abbiamo scampata bella! Siamo stati colpiti solo di
striscio. Ci sono stati comunque dei danni e abbiamo visto come è stata ridotta
Portorico, messa in ginocchio e ancora non del tutto ripresa, che ha subito un
esodo di parte della popolazione. È di oggi, infatti, la notizia che nella
vicina isola verranno chiuse 283 scuole per mancanza di allievi.
È lecito pensare che una calamità del genere possa
capitare anche da noi, tanto più che secondo gli esperti il cambio climatico
starebbe moltiplicando la generazione di tormente tropicali e di uragani e
anche la loro intensità.
Ora è il tempo delle previsioni. Mancano due mesi
dall’inizio della stagione ciclonica che è il primo giugno. Queste previsioni
c’è chi le fa ogni anno in questo stesso periodo. Si tratta dell’Università del
Colorado che ha una base di dati statistici risalenti al 1878.
Esaminando i vari fenomeni meteorologici e
confrontandoli con i dati statistici a disposizione, in questa università sono
in grado di fare una previsione approssimativa. Si tiene conto anche di eventi come
El Niño e La Niña e di altri parametri come ad esempio la temperatura dell’Oceano
Atlantico che risulta anomala e più calda nell’Atlantico occidentale e anomala
e più fredda nell’Atlantico orientale e nell’estremo nord.
Insomma il pronostico in definitiva è il seguente:
14 tormente tropicali delle quali 7 potrebbero convertirsi in uragani e 3 di
questi potrebbero essere intensi, vale a dire di categoria 3 o superiore.
In confronto con l’anno scorso c’è un certo miglioramento
perché le tormente sono state 17 e gli uragani 10, di cui devastanti 6.
Da un lato queste previsioni ci rassicurano,
dall’altro, però, il pronostico dell’anno scorso sempre della stessa università
è stato di 11 tormente, quattro uragani di cui due devastanti.
Se il margine di errore sarà lo stesso anche
quest’anno c’è poco da stare allegri!