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venerdì 20 aprile 2018

Il M5S è in via di sgretolamento, ma nessuno lo dice, e di questo si beneficiano gli italiani residenti all’estero



A un mese e mezzo dalle elezioni le trattative per la formazione di un governo sono in un punto morto. Ci sono delle rigide posizioni da parte dei due schieramenti vincenti. I giornali ne parlano ogni giorno, ma certe cose le sottacciono. È chiaro che questa è una situazione dove i numeri regnano sovrani. Quanti parlamentari ha il M5S? Quanti ne ha il Centro Destra? Quanti ce ne vogliono per formare un governo? Ecco le risposte: il M5S ha 114 parlamentari, il CD ne ha 127 e per formare un governo ce ne vogliono158.
Di Maio è un leader sui generis, quanto di quel che dice e fa è farina del suo sacco non è dato sapere. Di certo si intravvede dalle ultime sue dichiarazioni un distacco dalla base. Ad esempio quando ha fatto riferimento al “forno” nel quale si starebbe cuocendo il legame con il PD sono state numerose le proteste degli elettori. Ma si parla anche di una sua variazione del programma di governo strada facendo. Un programma che da populista sta diventando molto politically correct. Cosa rimane? Il reddito di cittadinanza? Ci vuole un nulla per dire che non si può fare subito, che ci vuole del tempo. I vitalizi e gli stipendi d’oro dei parlamentari? Beh, come leader sta remando contro le aspettative della sua truppa. E non dico degli elettori che sono già in rivolta quanto degli stessi parlamentari neoeletti che non sono riusciti ancora a scaldare le loro poltrone e che si vedono prospettare già la riduzione drastica dei compensi, l’esclusione dal vitalizio e dulcis in fundo il ritorno al voto.
Da una parte vantaggi economici molto ridimensionati, l’eventuale perdita dopo pochi mesi della posizione di “onorevoli” acquisita e nuove elezioni con le relative spese per la campagna elettorale che forse non sono più in grado di sostenere visto che si deve attingere alle proprie tasche.
I 114 militanti M5S che sono arrivati in parlamento hanno anche loro delle ambizioni: pensano ai loro interessi economici e a quelli delle loro famiglie, il che è normale. È ovvio che non tutti questi parlamentari possono essere felici di come stanno andando avanti le cose e delle prospettive che ci sono dietro l’angolo. Una truppa di 114 persone demotivata che si sta guardando intorno.
E visto l’impasse in parlamento prima o poi si dovranno aprire le” danze”, quelle degli scambi di partner tanto in uso nei secoli scorsi. Solo così uno dei due schieramenti che non riescono a mettersi d’accordo raggiungeranno il famigerato numero di 158 necessario per la formazione di un governo.
Al Centro Destra mancano 31 e al M5S 44, anzi no 49...
E sì perché è notizia recente che cinque suoi deputati freschi di elezione sono passati al primo gruppo parlamentare in formazione della Camera dei deputati di questa legislatura. Si tratta di un gruppo di sei deputati che aderisce al programma del MAIE (Movimento Associativo Italiani all’Estero). Oltre all’on. Mario Borghese del MAIE fanno parte di questo gruppo cinque pentastellati e secondo quanto sostiene il deputato di origine friulana del MAIE nei prossimi giorni se ne aggiungeranno altri. Gli onorevoli in questione tutti eletti nelle file del M5S sono:
Silvia Benedetti
Salvatore Calata
Andrea Cecconi
Antonio Tasso
Catello Vitiello
L’onorevole oriundo di Aviano in provincia di Pordenone non precisa se a ingrossare il suo gruppo saranno altri pentastellati, ma è probabile di sì. Comunque si accettano scommesse.
L’ingrossamento del gruppo MAIE è molto positivo per la causa degli italiani residenti all’estero che hanno ora più voce in capitolo.
A questo punto comunque bisogna ricordare una frase sibillina di Matteo Salvini: “Se vinco nel Molise e in Friuli in 15 giorni abbiamo un governo.”
Questa certezza gli può venire solo dalle “danze” che sono già state aperte. Probabilmente gli eventuali risultati positivi in queste due regioni favoriranno le defezioni dei pentastellati, tante quanto basta e magari anche di più…