260.000 dominicani colpiti da divieto di espatrio di
cui 100.000 sono membri dell’esercito e della polizia nazionale. Gli stranieri
nella stessa condizione superano la cifra di 15.000. Alla base ci sarebbero dei
problemi di carattere giudiziario. Gli stranieri sono in prevalenza europei: spagnoli,
francesi, tedeschi, italiani, ma anche cinesi, statunitensi, canadesi,
colombiani, venezuelani e di altre nazionalità. Molti di questi sono implicati
in casi di truffe, violazioni sessuali, atti di corruzione, traffico di droghe
e di persone o hanno nel paese controversie tra l’altro su beni mobili,
immobili, per incidenti automobilistici, per aggressione fisica e per il mantenimento
di minori.
I divieti di espatrio contro dominicani e stranieri
vengono richiesti anche su iniziativa di privati da giudici e pubblici ministeri
e sono imposti dalla Procura Generale della Repubblica e notificati alla
Direzione Generale di Migrazione che è l’organo che si occupa della loro
attuazione.
Ci sono divieti che datano da 15 e 20 anni e le cui
cause sono in gran parte scomparse, ma rimangono in essere nei data base e
negli archivi sia della Procura Generale che della Direzione di Migrazione.
Tra i dominicani che non possono viaggiare
all’estero ci sono membri dell’esercito e della polizia, funzionari di governo,
ex sindaci, ex consiglieri comunali, ufficiali delle forze armate, giocatori di
baseball, imprenditori e altri.
Spesso ogni tentativo di rimuovere questi divieti di
espatrio è vano.
Il provvedimento di divieto di espatrio si può
ottenere con relativa facilità anche da parte di privati sulla base di querele
varie e con motivazioni banali e poco documentate. Sono però difficili da
rimuovere.
Per di più di solito ci si accorge di avere un
divieto di espatrio all’aeroporto con volo in partenza e il biglietto aereo già
pagato. La Procura della Repubblica, infatti, notifica il provvedimento alla
Direzione di Migrazione, ma non all’interessato.
Per sapere se è vigente un divieto di espatrio a proprio
carico è possibile inoltrare anche online una domanda alla Procura Generale della
Repubblica, richiedendo la certificazione di inesistenza di tale provvedimento
e presentando agli effetti la copia della carta d’identità o del passaporto. Il
servizio costa 600 pesos, che possono essere pagati come al solito al Banco de
Reservas oppure anche online nella pagina web www.pgr.gob.do