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sabato 14 aprile 2018

La stampa tedesca locale segnala un’operazione d’investimento italiana non andata a buon fine



263 mila turisti tedeschi arrivano ogni anno in Repubblica Dominicana e superano francesi, russi, spagnoli, britannici e italiani in quello stesso ordine. I turisti tedeschi sono tre volte più numerosi dei turisti italiani. Si calcola inoltre che i residenti in pianta stabile della stessa nazionalità qui siano tra i 12 mila e i 15 mila. Cifre queste che giustificano l’esistenza di una stampa in lingua tedesca molto diffusa nell’isola. Che io sappia ci sono almeno tre giornali online.
A questi mi rivolgo sempre per confrontare le loro notizie con le mie e più o meno si soffermano anche loro sulle stesse cose. E non tralasciano ovviamente temi come la criminalità, gli incidenti stradali, l’assistenza sanitaria attraverso un’assicurazione privata, la meteorologia, le malattie contagiose, le leggi che regolano l’immigrazione e il soggiorno e quant’altro, facendo riferimento alle pubblicazioni sui giornali dominicani. E fin qui tutto regolare.
Ci sono lettori però che si lamentano delle notizie negative. A questo punto bisogna dire che tutto il mondo è paese. Anch’io sono stato accusato di recente per questo stesso motivo. In tanti vorrebbero un atteggiamento omertoso da parte di chi trascrive le notizie nella propria lingua. I connazionali che si apprestano ad arrivare all’isola dovrebbero essere ignari di come stanno veramente le cose in questo paese.
In un recente articolo http://www.karibik-news.com/news/5148-dominikanische-republik-eine-verlogene-welt.html del giornale online tedesco Karibik News si parla degli investitori stranieri che spesso restano impigliati in trappole varie di corruzione, ma non solo, e che tornano al loro Paese, quando va bene, senza il becco di un quattrino. E tra questi possiamo annoverare Armando Casciati https://comitaliasantodomingo.blogspot.com/2017/05/armando-casciati-gli-avvocati-hanno.html che ha investito oltre 50 milioni di dollari e che è stato espulso dal Paese senza regolare processo. E dico “quando va bene” perché qualcuno finisce anche in galera come ad esempio è capitato all’italo-canadese Antonio Carbone https://comitaliasantodomingo.blogspot.com/2017/08/condannato-20-anni-linvestitore-italo.html, la cui famiglia ci ha rimesso qui oltre 100 milioni di dollari e che sta scontando una pena di 20 anni di reclusione per un tentato omicidio quantomeno dubbio. “Investitori che tornano a casa come polli spennati” così dice testualmente l’autore dell’articolo.
Invece secondo quanto si sostiene in questo articolo se la sarebbe cavata molto bene un geologo di Pontedera classe 1940, Roberto Chetoni, salito alla ribalta dei media ancora nel 2007 per un progetto di Hotel termale a Canoa nei pressi di Barahona per il quale era previsto un investimento di 600 milioni di dollari. Ci sono voluti ben 8 anni per avere le approvazioni del parlamento e nel 2015 era programmato l’inizio dei lavori. Invece non se n’è più parlato.
Ecco cosa dice al riguardo l’articolista tedesco: “Scandalo a Barahona, con il progetto dell’hotel termale l’investitore se l’è cavata bene. Hanno investito per 8 anni per fare dei rilevamenti e a quel punto è stato versato un acconto di 500 mila dollari, Quando sono emersi dei problemi locali per i quali era richiesto ancora del denaro, gli investitori italiani hanno deciso di non versare un soldo in più di quanto necessario.”
Nel 2015 è stata l’ultima volta che si è parlato sui media del progetto degli hotel termali. Del geologo Roberto Chetoni e della società Terma de la Salamandra non si è più sentito niente. Anche questo, un mistero!