Brogli elettorali all’estero. Una storia che si
ripete sistematicamente. L’anno scorso le denunce sono state più numerose del
solito e sono state presentate sia in Italia che in Argentina. Ora la
magistratura argentina ha iniziato ad occuparsene. I tempi sono un po’ sospetti
perché la notizia è stata diramata all’indomani della formazione del governo in
Italia.
Sotto esame sono 15.000 schede votate in 10
circoscrizioni su 90 della provincia di Buenos Aires che hanno determinato la
vittoria di Adriano Cario dell’USEI e la sua nomina come senatore. Secondo le
denunce, le schede sarebbero state compilate dalla stessa mano, il che risulta
anche dai verbali dei presidenti di seggio di Castelnuovo di Porto.
Ora bisogna vedere se la magistratura argentina
riscontrerà delle irregolarità. Certamente non avrà a disposizione tutti gli
strumenti della procedura penale perché di fatto in Argentina non è stato
commesso alcun reato. Del resto succede spesso e dappertutto che coloro che
decidono di votare in un certo modo affidino le loro buste agli attivisti del
loro partito. Questo è giustificato soprattutto dalla scarsa conoscenza della
lingua italiana degli elettori sudamericani e dalle difficili modalità di voto.
Il senatore Merlo si è dato molto da fare come
sottosegretario nel governo passato per modificare il voto all’estero. Speriamo
che questo nuovo governo riesca ad avere una vita abbastanza lunga perché ci
riesca una volta per tutte.
Nella foto vediamo il sen. Adriano Cario e il
deputato Eugenio Sangregorio entrambi eletti nelle elezioni dell’anno scorso con
l’USEI (Unione Sudamericana Emigrati Italiani). L’on. Cario è passato
immediatamente al MAIE votando la fiducia e consentendo così la nomina dell’on.
Merlo a sottosegretario. L’USEI invece con Sangregorio ha votato contro. Le
posizioni di Cario e di Sangregorio sono state riconfermate anche quest’anno
con il Conte bis.