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giovedì 5 settembre 2019

Il nuovo governo. Un ritorno al passato. Stampo PD con rimpasto M5S...




Il nuovo governo ha giurato. Nihil novi sub soli. Niente di nuovo sotto il sole. Un governo di stampo PD con un rimpasto di ex-populisti, in tutto sei su dieci se si escludono i seguaci di Fico, l’irriducibile comunista vecchio stile. La mina Di Maio viene disinnescata, posta agli esteri, dove non potrà più far danni. La sua retorica che ha incantato le folle populiste non troverà spazio in questa sua nuova mansione.
Niente di  nuovo quindi, tranne l’arakiri del M5S. Il nuovo programma resterà lettera morta perché nessuno potrà o vorrà farlo rispettare. Un ritorno al passato quindi. Se siamo sopravvissuti allora sopravvivremo anche adesso.  Il M5S conterà poco o niente nel nuovo governo. Molti al suo interno si illudono, sbagliando, e ritengono che Giuseppe Conte sia una loro bandiera. L’avvocato del popolo però ci tiene sempre a precisare che non è un pentastellato.
Il M5S continuerà a perdere voti e finirà per scomparire. È già successo all’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, partito per certi versi simile, seguito guarda caso dai Casaleggio.
Si creerà quindi un vuoto che bisognerà riempire. E né Grillo, né Di Maio, né Di Battista saranno più in grado di attirare i populisti traditi. La via intrapresa dall’Elevato o Divino Belin è senza ritorno. E la Lega? Chissà…
Sicuramente si sta creando un vuoto politico da riempire con nuovi oratori che con la loro retorica ridiano speranza agli italiani e che siano appoggiati magari dalla Casaleggio SpA, un marchio affidabile.
Ormai però chi ci crede più agli incantatori di folle? Parlano bene e alla fine razzolano sempre male e se possono si vendono monetizzando i loro bei discorsi.
Sembra proprio allora che non ci sia scampo e che i destini dell’Italia siano ormai segnati e non importa cosa pensino o votino o intendano votare gli elettori italiani.
Sembra… ma non si sa mai. Forse all’ultimo momento si aprirà uno spiraglio all’orizzonte. Sono in tanti a pregare, da una parte e dall’altra della barricata. Si dice infatti, ma deve essere senz’altro una fake news, che il Divino Belin si sia recato in chiesa dopo tanto tempo e abbia acceso delle candele. E già, i giochi non sono ancora fatti, manca la fiducia e questa non è per niente scontata. E poi la speranza è sempre l’ultima a morire!