Il nuovo governo ha
giurato. Nihil novi sub soli. Niente di nuovo sotto il sole. Un governo di
stampo PD con un rimpasto di ex-populisti, in tutto sei su dieci se si
escludono i seguaci di Fico, l’irriducibile comunista vecchio stile. La mina Di
Maio viene disinnescata, posta agli esteri, dove non potrà più far danni. La
sua retorica che ha incantato le folle populiste non troverà spazio in questa
sua nuova mansione.
Niente di nuovo quindi, tranne l’arakiri del M5S. Il
nuovo programma resterà lettera morta perché nessuno potrà o vorrà farlo
rispettare. Un ritorno al passato quindi. Se siamo sopravvissuti allora sopravvivremo
anche adesso. Il M5S conterà poco o
niente nel nuovo governo. Molti al suo interno si illudono, sbagliando, e
ritengono che Giuseppe Conte sia una loro bandiera. L’avvocato del popolo però ci
tiene sempre a precisare che non è un pentastellato.
Il M5S continuerà a
perdere voti e finirà per scomparire. È già successo all’Italia dei Valori di
Antonio Di Pietro, partito per certi versi simile, seguito guarda caso dai
Casaleggio.
Si creerà quindi un
vuoto che bisognerà riempire. E né Grillo, né Di Maio, né Di Battista saranno
più in grado di attirare i populisti traditi. La via intrapresa dall’Elevato o
Divino Belin è senza ritorno. E la Lega? Chissà…
Sicuramente si sta
creando un vuoto politico da riempire con nuovi oratori che con la loro
retorica ridiano speranza agli italiani e che siano appoggiati magari dalla
Casaleggio SpA, un marchio affidabile.
Ormai però chi ci
crede più agli incantatori di folle? Parlano bene e alla fine razzolano sempre
male e se possono si vendono monetizzando i loro bei discorsi.
Sembra proprio allora
che non ci sia scampo e che i destini dell’Italia siano ormai segnati e non
importa cosa pensino o votino o intendano votare gli elettori italiani.
Sembra… ma non si
sa mai. Forse all’ultimo momento si aprirà uno spiraglio all’orizzonte. Sono in
tanti a pregare, da una parte e dall’altra della barricata. Si dice infatti, ma
deve essere senz’altro una fake news, che il Divino Belin si sia recato in
chiesa dopo tanto tempo e abbia acceso delle candele. E già, i giochi non sono
ancora fatti, manca la fiducia e questa non è per niente scontata. E poi la
speranza è sempre l’ultima a morire!