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giovedì 12 settembre 2019

Dorian nelle Bahamas, tanta distruzione e quasi un quarto della popolazione rimasta senza tetto




Dorian è rimasto alle Bahamas per 18 ore senza spostarsi neanche di un centimetro con tutta la sua potenza di uragano di categoria 5. Non era mai successo. Ci siamo lamentati di George che nel 1998 con la sua categoria 3 ha imperversato nel Gran Santo Domingo con una velocità di traslazione di 8 km/h, ma l’esperienza degli isolani delle Bahamas è molto peggiore. Per quasi un giorno l’arcipelago è stato colpito costantemente da raffiche di vento a vortice di 290 km/h. Un uragano di categoria 5 comporta: “Danni gravissimi agli edifici, che possono anche portare al loro abbattimento, completa distruzione di tutte le strutture mobili e completo abbattimento di alberi, insegne, cartelli stradali. Estese inondazioni nelle zone costiere, che possono superare l’altezza di 6 metri oltre il livello normale.”
Dorian ha distrutto le Bahamas non lasciando praticamente pietra su pietra. Finora i morti accertati sono 50. Le autorità però cercano sempre di tenere sotto controllo queste cifre.
A Porto Rico ad esempio colpito dall’uragano Maria nel 2017 le prime cifre rese note sono state di sedici morti e da un accertamento successivo si è appurato un numero di vittime mortali di poco superiore a 3000.
Alle Bahamas i morti ufficiali sono 50 e gli scomparsi 2500. Circolano però voci secondo cui i morti sarebbero oltre 3000 e le autorità starebbero nascondendo i cadaveri di numerosissime vittime. Il governo delle Bahamas smentisce denunciando la diffusione di notizie false.
Bahamas è uno stato caraibico costituito da oltre 700 isole delle quali solo 24 sono abitate. Gli abitanti sono circa 400.000. La capitale Nassau si trova nell’isola di New Providence. I rimasti senza tetto a causa di Dorian sono oltre 70.000. Gli obitori di Nassau  non hanno più capienza. I resti mortali sono sistemati in sacchi per cadaveri e conservati in contenitori refrigerati come misura provvisoria.
A Nassau ormai non c’è più spazio a disposizione per accogliere le decine migliaia di persone rimaste senza tetto.
Tra i dannificati ci sono molti haitiani che vivevano in un rione di Marsh Harbour, diventato ora un ammasso di macerie. Come stranieri si trovano davanti al problema che hanno perso tutti i loro documenti e rischiano di essere rimpatriati perché non in regola con le disposizioni migratorie. Gli haitiani devono affrontare anche la xenofobia dei cittadini del posto che li accusano di praticare il vudù.
Gli Stati Uniti da una parte si sono dichiarati disposti ad accogliere i rifugiati e ne hanno accolti circa 900 previo accertamento dell’identità di ciascuno dei passeggeri delle imbarcazioni che li trasportavano.  A un’imbarcazione che era partita prima di essere sottoposta agli accertamenti non è stato consentito  l’accesso a territorio statunitense.
Al riguardo Trump ha dichiarato di temere che dalle Bahamas riescano a fare ingresso negli Stati Uniti membri di bande criminali molto pericolose.
I rifugiati delle Bahamas ricevono un permesso provvisorio di soggiorno (TPS).