Dorian è rimasto
alle Bahamas per 18 ore senza spostarsi neanche di un centimetro con tutta la
sua potenza di uragano di categoria 5. Non era mai successo. Ci siamo lamentati
di George che nel 1998 con la sua categoria 3 ha imperversato nel Gran Santo
Domingo con una velocità di traslazione di 8 km/h, ma l’esperienza degli
isolani delle Bahamas è molto peggiore. Per quasi un giorno l’arcipelago è stato
colpito costantemente da raffiche di vento a vortice di 290 km/h. Un uragano di
categoria 5 comporta: “Danni gravissimi agli edifici, che possono anche portare
al loro abbattimento, completa distruzione di tutte le strutture mobili e
completo abbattimento di alberi, insegne, cartelli stradali. Estese inondazioni
nelle zone costiere, che possono superare l’altezza di 6 metri oltre il livello
normale.”
Dorian ha distrutto
le Bahamas non lasciando praticamente pietra su pietra. Finora i morti accertati
sono 50. Le autorità però cercano sempre di tenere sotto controllo queste
cifre.
A Porto Rico ad
esempio colpito dall’uragano Maria nel 2017 le prime cifre rese note sono state
di sedici morti e da un accertamento successivo si è appurato un numero di
vittime mortali di poco superiore a 3000.
Alle Bahamas i
morti ufficiali sono 50 e gli scomparsi 2500. Circolano però voci secondo cui i
morti sarebbero oltre 3000 e le autorità starebbero nascondendo i cadaveri di
numerosissime vittime. Il governo delle Bahamas smentisce denunciando la
diffusione di notizie false.
Bahamas è uno stato
caraibico costituito da oltre 700 isole delle quali solo 24 sono abitate. Gli
abitanti sono circa 400.000. La capitale Nassau si trova nell’isola di New
Providence. I rimasti senza tetto a causa di Dorian sono oltre 70.000. Gli
obitori di Nassau non hanno più capienza.
I resti mortali sono sistemati in sacchi per cadaveri e conservati in
contenitori refrigerati come misura provvisoria.
A Nassau ormai non
c’è più spazio a disposizione per accogliere le decine migliaia di persone
rimaste senza tetto.
Tra i dannificati
ci sono molti haitiani che vivevano in un rione di Marsh Harbour, diventato ora
un ammasso di macerie. Come stranieri si trovano davanti al problema che hanno
perso tutti i loro documenti e rischiano di essere rimpatriati perché non in
regola con le disposizioni migratorie. Gli haitiani devono affrontare anche la
xenofobia dei cittadini del posto che li accusano di praticare il vudù.
Gli Stati Uniti da
una parte si sono dichiarati disposti ad accogliere i rifugiati e ne hanno
accolti circa 900 previo accertamento dell’identità di ciascuno dei passeggeri
delle imbarcazioni che li trasportavano.
A un’imbarcazione che era partita prima di essere sottoposta agli
accertamenti non è stato consentito l’accesso
a territorio statunitense.
Al riguardo Trump
ha dichiarato di temere che dalle Bahamas riescano a fare ingresso negli Stati
Uniti membri di bande criminali molto pericolose.
I rifugiati delle
Bahamas ricevono un permesso provvisorio di soggiorno (TPS).