Rafforzare il ruolo degli italiani all'estero
Il miglioramento dei consolati: un obiettivo primario
per il senatore Merlo
Il senatore Ricardo Merlo si è assunto la sfida di
"lavorare sui problemi reali" degli italiani all'estero come
sottosegretario agli esteri.
Merlo, nato a Buenos Aires, è il fondatore del Maie
(Movimento Associativo Italiani all'Estero) ed è un parlamentare italiano eletto dal 2006
nella circoscrizione Sud America, la seconda maggiore circoscrizione elettorale
italiana delle quattro esistenti. "È la prima volta che un governo affida
la politica relativa agli italiani all'estero a un italiano che proviene
dall’estero, sembrerebbe molto ovvio, ma nessuno lo ha fatto prima", ha
detto Merlo all’ANSA nel salotto di casa sua, prima di iniziare questo martedì
il suo lavoro nella Farnesina.
Con questa scelta il governo di coalizione della
Lega e del M5S fa la differenza rispetto al passato per occuparsi dei circa
cinque milioni di italiani che vivono oltre confine. Un'occasione storica da
sfruttare con decisioni politiche e risorse adeguate.
“Inizieremo a lavorare sui problemi reali della cui
esistenza siamo consapevoli, non dobbiamo individuarli perché li conosciamo e
ora cercheremo di risolverli", ha detto Merlo.
La delega per affrontare gli interessi dei connazionali
all’estero è sempre esistita, ma "veniva assegnata a chi non era stato
eletto all’estero e questa si aggiungeva ad altre di cui l’assegnatario era già
in possesso".
“Per me si tratta di una responsabilità, non è solo
un'altra delega come per altri in precedenza e ci lavorerò a tempo pieno",
ha promesso il senatore del Maie.
Tra i capisaldi della sua amministrazione c’è il
miglioramento dei servizi consolari, in particolare il rilascio del passaporto,
e la rimozione del divieto della trasmissione della cittadinanza per via
materna anteriormente al 1948 nonché la promozione della cultura e della
lingua.
"La rete consolare è fondamentale per noi, i
problemi non si risolvono da un giorno all’altro, ma il disbrigo di una pratica
non deve richiedere più di 30 giorni".
Infatti, il suo primo viaggio sarà nei prossimi
giorni a Londra, dove attualmente sussiste "un caos con i passaporti,
vedrò cosa sta succedendo e spegnerò quell’incendio".
Merlo ha sottolineato che bisogna "trovare il
modo di sistemare la situazione dei consolati più critici: Londra, Buenos
Aires, Rosario, San Paolo, Curitiba. Non è possibile che si verifichino in
alcuni casi ritardi di un anno."
“Chiediamo a tutti di avere pazienza, di concederci
un po'di tempo", ha detto il legislatore, aggiungendo che "lavoreremo
per gli italiani all'estero con tutta l'energia e avvalendoci della grande esperienza
acquisita attraverso gli anni".
Merlo ha dichiarato che vuole "porre fine alla
discriminazione" nei confronti delle donne a cui è impedito di trasmettere
la cittadinanza perché si sono sposate prima del 1948 con uno straniero.
"Vogliamo farlo con una legge", ha sottolineato.
Tra gli obiettivi c’è anche quello di "aumentare
il più possibile le risorse per promuovere la cultura e la lingua
italiana" e ha sostenuto che "difenderemo la stampa italiana
all'estero.
Dopo aver parlato con il ministro degli Esteri Enzo
Moavero Milanesi ha riferito che "vogliamo sostenere l'accordo tra il
Mercosur e l'Unione Europea. Ci sembra fondamentale per agevolare
l’avvicinamento con la regione". Ma ha sottolineato la posizione
"diversa" della Francia, che "deve essere convinta" a sottoscriverlo.
Alla domanda circa il costo di 300 euro della
pratica di richiesta di riconoscimento della cittadinanza, Merlo ha ricordato che a suo tempo ha
votato contro quella legge e ha ammesso che la cifra è troppo elevata per gran
parte degli aventi diritto.
"Ci sono paesi come il Venezuela dove 300 euro
non se li può permettere praticamente nessuno e l'Argentina, se l’andamento
economico continua così, va su quella strada", ha riferito. Secondo lui,
"la cosa peggiore è che il 70%" di quel denaro rimane a Roma, invece
di "essere devoluto ai consolati" per "migliorare i servizi e
assumere personale amministrativo".
"Studieremo il problema. È sempre difficile togliere
una tassa", ha ammesso Merlo, aggiungendo che, se non potrà essere eliminata,
la si dovrà rendere "progressiva in base al PIL pro capite di ciascun
paese o si dovrà stabilire che il 100% degli incassi rimanga ai
consolati".
"Se il governo durerà cinque anni, ci
auspichiamo di essere in grado di avanzare ogni anno su uno di questi problemi
in modo che si noti un miglioramento", e ha aggiunto, "Su questo
impegneremo tutte le nostre energie".