Recentemente il nostro connazionale Guido Di
Bernardo rientrato in Italia ha affrontato personalmente il tema della
copertura sanitaria degli iscritti AIRE e ci ha fornito di prima mano delle
importanti informazioni
Sappiamo che abbiamo diritto all’assistenza
sanitaria per una durata massima di tre mesi nell’arco di un anno e
limitatamente a cure urgenti. La procedura per avere queste prestazioni, ce lo
dice Guido, è semplice e veloce, ma soprattutto è necessaria. Lo ha sostenuto
già recentemente anche il console di Montreal Filippo Lonardo. E l’esperienza
di Guido conferma le istruzioni date dal diplomatico che sono poi le stesse di
cui si fa portavoce la Farnesina.
Il cittadino rientrante temporaneamente in Italia
deve iscriversi all’ASL, a quella del suo comune di provenienza o a qualunque
altra ASL della località di destinazione. Infatti, Guido ci dice che: “Prima di
tutto dobbiamo scegliere quale sarà il nostro domicilio durante la permanenza
in Italia. Una volta scelto il domicilio ci dobbiamo recare presso l’ASL di
appartenenza con un’autocertificazione nella quale dobbiamo indicare i nostri
dati anagrafici incluso il paese e l’indirizzo estero di residenza e
specificare di essere iscritti all’AIRE”.
Deve essere inoltre espressamente richiesta la
copertura sanitaria temporanea, indicando il domicilio, il tempo di permanenza
e i dati di tutti i componenti del nucleo familiare in caso di rapporto
coniugale con figli conviventi, anch’essi iscritti all’AIRE.
Anche qui l’esperienza di Guido è in sintonia con
quanto riferito dal console Lonardo, che però include anche il coniuge non
italiano e quindi non iscritto all’AIRE. La novità assoluta di Lonardo e di
Guido sta nel diritto all’assistenza sanitaria per i figli non nati in Italia
pur essendo italiani e nel coniuge diventato italiano all’estero. Per il
console Lonardo questa estensione vale comunque soltanto per i figli minorenni.
Insieme a questo documento di richiesta contenente
le menzionate dichiarazioni, ci informa Guido che va compilato un altro
stampato che il connazionale riceverà direttamente dall’ASL. Il tutto dovrà
essere presentato poi all’anagrafe sanitaria dove in pochi minuti verrà fornito
al richiedente un certificato, vedere foto, per ogni componente del nucleo
familiare, dove sarà indicata la data di copertura (massimo tre mesi annui) e
il medico assegnato che potrà essere scelto da una lista di professionisti
accreditati fornita dall’ASL al momento della richiesta. Per i bambini in età
pediatrica potrà essere scelto uno specialista pediatra sempre nelle liste
dell’ASL.
Questa è l’esperienza diretta di Guido Di Bernardo
presso l’ASL Napoli 3 Sud. Almeno lì sappiamo che le cose funzionano così.
Altrove funzionano diversamente perché non c’è un comportamento uniforme a
livello nazionale.
Per la verità nemmeno l’interpretazione della
Farnesina, molto più ampia dell’interpretazione ufficiale del Ministero della
Sanità, di cui si fa portavoce il console Lonardo, prevede la possibilità di
scegliere un medico di base o addirittura un pediatra. “La tipologia delle
prestazioni sanitarie per gli iscritti AIRE ha solo ed esclusivamente carattere
di urgenza”.
Si sa ad esempio che la regione Veneto era
all’avanguardia fino a un paio di anni fa nell’assistenza degli iscritti AIRE
con medico di base e quant’altro. Ora invece secondo le ultime testimonianze
ricevute si è adeguata alla comunicazione che non è mai stata smentita e che si
trova sul sito di tale ministero sin dal 2008 con aggiornamento al dicembre del
2017 dalla quale si evince che:
“Ai sensi del DM 1° febbraio 1996 ai cittadini con
lo stato di emigrato (sono tali coloro che hanno acquisito la cittadinanza
italiana sul territorio nazionale, nati in Italia) ed ai titolari di pensione
corrisposta da enti previdenziali italiani, che rientrino temporaneamente in
Italia, sono riconosciute, a titolo gratuito, le prestazioni ospedaliere
urgenti e per un periodo massimo di 90 giorni per ogni anno solare, qualora gli
stessi non abbiano una copertura assicurativa, pubblica o privata, per le suddette
prestazioni sanitarie.”
Ci vorrebbe un’interrogazione parlamentare e dopo 22
anni vista anche la partenza del nuovo governo non sarebbe male chiarire una
volta per tutte la tematica, in fondo sono coinvolti oltre 5 milioni di
connazionali, quelli residenti all’estero.
Al riguardo vedansi anche i tre articoli pubblicati
sull’argomento in questo blog: