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lunedì 25 giugno 2018

La sinistra perde nelle sue roccaforti, Pisa. Massa e Siena. Ma quale sinistra?



Chi aveva ancora dei dubbi circa la scomparsa da anni della principale forza politica di sinistra si è dovuto ricredere in questo breve periodo di gestione pentaleghista. Ogni giorno si scopre qualche nuova magagna del governo uscente, ma non solo: si vedono per la prima volta degli atteggiamenti da parte del governo in carica di tutela degli interessi nazionali nei confronti dell’Unione Europea. Questi trascendono il solo problema dell’accoglienza dei migranti. 
Il debito pubblico non è più il totem davanti al quale bisogna inginocchiarsi, si continua a insistere sul reddito di cittadinanza, sulla riforma della legge Fornero e su tante altre cose che sembravano chiuse definitivamente con una pietra tombale.
I vertici di quello che era il Partito Comunista Italiano hanno ceduto sicuramente non a titolo gratuito i loro elettori ai sostenitori di un’ideologia che è agli antipodi della sinistra tradizionale.
Sono internazionalisti, sì, ma non pensano ai cittadini, bensì alle elite finanziarie, a un nuovo ordine mondiale sottoposto a un’oligarchia profondamente antidemocratica, i cui vertici sono già noti.
Sono favorevoli all’immigrazione di massa per creare tensione all’interno delle società progredite, per ottenere più a buon mercato manodopera nonché soldatesche per la futura repressione di proteste dei cittadini, per fare insorgere conflitti etnici e religiosi ovunque secondo il principio sempre in voga del: “Divide et Impera”.
Sono antifascisti perché è un ritornello che va sempre bene, che non significa niente, ma che funziona, che si sposta in un’epoca che praticamente nessuno di noi ha esperimentato da adulto, un bau bau, l’uomo della borsa che continua a far uscire per la strada i lobotomizzati della pressione mediatica di regime, ma che fa sempre meno presa.
Cantano Bella Ciao perché fa sempre effetto. Fascismo cosa? Guerrafondaio? Razzista? Antidemocratico? Oppure fascismo nel senso di sovranità nazionale, antimassonico, casa e lavoro per i meno abbienti, sovranità monetaria, nazionalizzazione delle banche? Ecco la domanda è “Fascismo in che senso”?
Tagliano la spesa sociale, allungano i tempi per andare in pensione, si augurano che la vita media diminuisca per risparmiare sulla spesa sociale. 
S’inchinano di fronte ai mercati finanziari, alla volontà dell’Unione Europea e sono proni al diktat di competitori a livello europeo come la Francia e la Germania.
Non c’è più una sinistra! E chi è arrivato allora ai vertici di ciò che era il partito comunista italiano e il partito socialista? Una risposta facile, basta guardarsi intorno: innanzitutto la struttura di base è quella del Partito Radicale di Marco Pannella e di Emma Bonino. Al tempo non capivamo da che parte fossero dal punto di vista politico, erano pro omosessuali, hanno candidato delle porno star, erano pro-aborto e per il divorzio. Ma in realtà dietro alle apparenze nascondevano l’ideologia liberale: una destra spietata e becera a confronto della quale il fascismo è un socialismo spinto: riduzione delle tasse, eliminazione per quanto possibile della spesa sociale, dell’assistenza sanitaria, dell’istruzione pubblica. Ognuno si deve arrangiare, vigono le regole del libero mercato. Lo stato non deve inervenire. 
Certo, si dirà, ma il PD aumentava la pressione fiscale in continuazione. Sì, lo faceva perché quanto ricavato dall’erario andava in grandissima parte a finire nei forzieri delle banche per la copertura degli interessi del debito pubblico.
La sinistra non sta quindi scomparendo. Semplicemente gli elettori si stanno accorgendo che non esiste più...