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lunedì 25 giugno 2018

L’avv. Conrado Pittaluga Arzeno, l’italo dominicano con ascendenza genovese per via paterna e materna è stato rinviato a giudizio nel caso Odebrecht



Sono sette gli implicati nello scandalo Odebrecht che sono finiti sotto processo. A parte l’ex presidente del senato Jesús Vásquez, le altre sono tutte figure di secondo piano.
C’è un faccendiere e non ci poteva mancare. Si tratta di Ángel Rondón del quale abbiamo già parlato in questo blog e che ha quantificato il giro totale di tangenti in oltre 600 milioni di USD. Rondón c’entra un po’ con noi perché nella rete delle sue numerose società regolari e off-shore hanno rinvenuto anche una dal nome Bici moto SA costituita un bel po’ di anni fa con un socio italiano di cui non conosciamo il nome e operante nel settore dei pezzi di ricambio per motoveicoli.
Tra i sette imputati è finito anche un nostro connazionale. Ne abbiamo già parlato, si tratta dell’avvocato e notaio Conrado Pittaluga Arzeno. In linea paterna discende da Salvatore Pasquale Pittaluga Marzano arrivato nella Repubblica Dominicana nel 1870 e originario di Sampierdarena in provincia di Genova e in linea materna da Sebastiano Arzeno proveniente da Zoagli sempre in provincia di Genova nella prima metà dell’800.
L’oriundo professionista viene accusato di consulenza legale e societaria finalizzata alla ricezione di tangenti. Avrebbe sottoscritto contratti di servizi giuridici simulati con la “Constructora Norberto Odebrecht” e costituito società off-shore con conti bancari intestati sui quali Odebrecht avrebbe depositato delle somme destinate all’ex ministro dei Lavori Pubblici Victor José Díaz Rúa.
Per queste accuse l’avv. Pittaluga Arzeno è stato accusato del reato di lavaggio di attivi e di arricchimento patrimoniale illecito. Il genovese di origine avrebbe fornito consulenza giuridica allo scopo di evitare le conseguenze penali delle azioni di Díaz Rúa.
L’ex ministro dei lavori pubblici avrebbe chiesto a Odebrechte secondo il procuratore il versamento di una percentuale a titolo di tangente dell’1,25% del valore totale dell’Autopista del Coral.
La richiesta di tale importo sarebbe stata fatta da Pittaluga Arzeno attraverso la sottoscrizione di un contratto fittizio di servizi legali con la società brasiliana sottoscritto il 17 gennaio 2008.

Nel primo preventivo dell’opera si assumeva un costo di USD 360 milioni. Il costo finale è stato invece di USD 400 milioni.
Díaz Rúa è comunque reo confesso. Effettivamente ha ammesso i capi di imputazione che lo riguardano. Comunque il danaro ricevuto da Odebrecht e depositato sui conti delle società off-shore non sarebbe stato suo, sarebbe appartenuto al Partido de la Liberacion Dominicana e sarebbe stato destinato alle campagne elettorali.
Tangenti come finanziamenti illeciti ai partiti politici? Allora è proprio vero che tutto il mondo è paese… Ma qui si parla di somme che farebbero impallidire gli imputati di Mani Pulite. Trattandosi di un paese che per importanza economica equivale a una nostra piccola regione, non è male!
Peccato che ci vada di mezzo un nostro connazionale, un genovese bravo professionista che ha messo la sua esperienza e capacità al servizio di funzionari di governo al massimo livello. Ma certo con i tempi che corrono non si è mai sicuri come professionisti, questo ormai è a conoscenza di tutti, nemmeno se il cliente è lo stesso presidente della repubblica. E di ex presidenti incarcerati in America Latina attualmente ce n’è più di qualcuno!
Speriamo che tutto si risolva e presto a favore del nostro connazionale, anche se su questo possono sorgere dei dubbi, in fondo qualcuno deve pagare e se a fare da capri espiatori sono personaggi di secondo piano tanto meglio!