Sono sette gli
implicati nello scandalo Odebrecht che sono finiti sotto processo. A parte l’ex
presidente del senato Jesús Vásquez, le altre sono tutte figure di secondo
piano.
C’è un faccendiere e
non ci poteva mancare. Si tratta di Ángel Rondón del quale abbiamo già parlato in
questo blog e che ha quantificato il giro totale di tangenti in oltre 600
milioni di USD. Rondón c’entra un po’ con noi perché nella rete delle sue
numerose società regolari e off-shore hanno rinvenuto anche una dal nome Bici
moto SA costituita un bel po’ di anni fa con un socio italiano di cui non
conosciamo il nome e operante nel settore dei pezzi di ricambio per motoveicoli.
Tra i sette imputati è
finito anche un nostro connazionale. Ne abbiamo già parlato, si tratta
dell’avvocato e notaio Conrado Pittaluga Arzeno. In linea paterna discende da
Salvatore Pasquale Pittaluga Marzano arrivato nella Repubblica Dominicana nel
1870 e originario di Sampierdarena in provincia di Genova e in linea materna da
Sebastiano Arzeno proveniente da Zoagli sempre in provincia di Genova nella
prima metà dell’800.
L’oriundo
professionista viene accusato di consulenza legale e societaria finalizzata
alla ricezione di tangenti. Avrebbe sottoscritto contratti di servizi giuridici
simulati con la “Constructora Norberto Odebrecht” e costituito società off-shore
con conti bancari intestati sui quali Odebrecht avrebbe depositato delle somme
destinate all’ex ministro dei Lavori Pubblici Victor José Díaz Rúa.
Per queste accuse
l’avv. Pittaluga Arzeno è stato accusato del reato di lavaggio di attivi e di arricchimento
patrimoniale illecito. Il genovese di origine avrebbe fornito consulenza
giuridica allo scopo di evitare le conseguenze penali delle azioni di Díaz Rúa.
L’ex ministro dei
lavori pubblici avrebbe chiesto a Odebrechte secondo il procuratore il
versamento di una percentuale a titolo di tangente dell’1,25% del valore totale
dell’Autopista del Coral.
La richiesta di tale
importo sarebbe stata fatta da Pittaluga Arzeno attraverso la sottoscrizione di
un contratto fittizio di servizi legali con la società brasiliana sottoscritto
il 17 gennaio 2008.
Nel primo preventivo
dell’opera si assumeva un costo di USD 360 milioni. Il costo finale è stato invece di USD 400 milioni.
Díaz Rúa è comunque reo
confesso. Effettivamente ha ammesso i capi di imputazione che lo riguardano. Comunque
il danaro ricevuto da Odebrecht e depositato sui conti delle società off-shore non
sarebbe stato suo, sarebbe appartenuto al Partido de la Liberacion Dominicana e
sarebbe stato destinato alle campagne elettorali.
Tangenti come
finanziamenti illeciti ai partiti politici? Allora è proprio vero che tutto il
mondo è paese… Ma qui si parla di somme che farebbero impallidire gli imputati
di Mani Pulite. Trattandosi di un paese che per importanza economica equivale a
una nostra piccola regione, non è male!
Peccato che ci vada di
mezzo un nostro connazionale, un genovese bravo professionista che ha messo la
sua esperienza e capacità al servizio di funzionari di governo al massimo
livello. Ma certo con i tempi che corrono non si è mai sicuri come
professionisti, questo ormai è a conoscenza di tutti, nemmeno se il cliente è
lo stesso presidente della repubblica. E di ex presidenti incarcerati in
America Latina attualmente ce n’è più di qualcuno!
Speriamo che tutto si
risolva e presto a favore del nostro connazionale, anche se su questo possono
sorgere dei dubbi, in fondo qualcuno deve pagare e se a fare da capri espiatori
sono personaggi di secondo piano tanto meglio!