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lunedì 18 giugno 2018

Morti improvvise, un’epidemia nella RD, lo dice il medico Forense Sergio Sarita Valdez. Per i turisti c’è anche il rischio jet lag!






Si verificano con frequenza morti improvvise di turisti italiani relativamente giovani. Del resto con circa 100.000 turisti che trascorrono le loro brevi ferie nella Repubblica Dominicana è naturale che ci siano fra di loro dei decessi, fa parte delle regole dei grandi numeri.

Il problema comunque non riguarda solo i turisti: il medico forense Sergio Sarita Valdez, nostra vecchia conoscenza, visto che fa sempre le autopsie dei nostri connazionali, recentemente ha rilasciato delle preoccupanti dichiarazioni in merito alle morti improvvise, lanciando l’avvertenza che esiste attualmente un’epidemia di questi decessi nella Repubblica Dominicana.

Nei casi di persone di giovane età secondo il medico forense ciò è dovuto all'uso di droghe e stimolanti sessuali. Ha menzionato anche le sostanze inalate attraverso la hooka.

Per quel che riguarda i turisti, i fattori di rischio aumentano vertiginosamente. Innanzitutto c'è la differenza di fuso orario e non tutti reagiscono allo stesso modo. Il primo fattore di stress è quindi il jet lag.

Il jet lag è una condizione medica caratterizzata dalla presenza di un insieme di sintomi che si verificano quando si attraversano vari fusi orari (di solito più di due), come avviene nel caso di un lungo viaggio in aereo. Dall’Italia alla Repubblica Dominicana nell’orario estivo ce ne sono ben sei!

L’orologio biologico presente all’interno dell’organismo è in grado di influenzare il ritmo sonno-veglia, così come i ritmi circadiani relativi a:

appetito,
digestione,
abitudini intestinali,
produzione di urina,
temperatura corporea,
pressione del sangue.

Viaggiando attraverso fusi orari diversi il meccanismo si inceppa e, prima di ritrovare un corretto equilibrio, possono comparire disturbi come:
affaticamento durante la giornata,
senso di malessere,
difficoltà nel rimanere vigili,
problemi gastrointestinali.


Si stima indicativamente che, per ogni fuso orario attraversato, ci voglia almeno un giorno per riprendersi dal jet lag. Quindi venendo dall’Italia ce ne vogliono sei

Al jet lag si aggiungono tutta una serie di altri fattori di rischio dovuti al desiderio di sfruttare appieno la breve durata delle ferie: il cambiamento radicale dell’alimentazione e dell’idratazione, la diminuzione delle ore di sonno, l’ingestione di bevande alcoliche, il fumo, la maggiore attività sessuale magari coadiuvata da stimolanti, ecc.


Il dott. Sarita Valdez ha osservato riferendosi in generale al problema che le abitudini alimentari sono cambiate e che la gente si nutre di molti carboidrati e grassi saturi che hanno effetto sul colesterolo e sul sangue, formando coaguli che in qualsiasi momento originano una trombosi coronarica che causa la morte: "Nel nostro paese, per morti improvvise si intendono quei decessi che sorprendono una persona "apparentemente" in buono stato di salute e che improvvisamente stramazzano morte o vengono trovate morte nelle loro case, nel letto e persino in una scrivania. Queste sono tipologie di decesso che si stanno verificando sempre più spesso".

Occhio quindi a non strafare. Il turista deve prendersi le cose con calma senza esagerare, badando ad una sana e nutriente alimentazione e a riposo notturno adeguato. Per combattere il jet lag niente di meglio che esporsi al sole. Lasciar passare qualche giorno prima di iniziare con il divertimento a tutte le ore è poi una precauzione molto azzeccata. In fondo è come scaldare i motori prima di una forte partenza. Sesso sì, ma con giudizio. Le performance da olimpiadi in quel campo possono costare care!