Una storia finita male. Una delle tante. Ormai hanno
mangiato la foglia e negli aeroporti sono alla ricerca soprattutto di soldi. Questa
volta è successo nell’aeroporto internazionale del Cibao, di Santiago, precisamente
domenica scorsa. Una cittadina statunitense
di origine dominicana, Reina Margarita Martínez, arrivata nel volo 837
di Jet Blue e procedente da New York ha cercato di introdurre nel territorio
nazionale 414.935 USD senza procedere a dichiararli, anzi questi erano avvolti
in carta di alluminio e inseriti in scatole di corn flake, presumibilmente alquanto
numerose se hanno richiamato l’attenzione degli addetti ai controlli.
La signora Martinez ha dichiarato che le era stato
affidato questo trasporto per un compenso di 12.000 USD e non ha rivelato i
nomi dei committenti. Ora si trova nelle rogne e dovrà cercarsi i soldi per
difendersi in qualche modo, anche se un primo periodo di detenzione di tre mesi
a titolo di “coercizione” non glieli toglie nessuno, seguiti da una sicura
condanna. A proposito il periodo di coercizione non viene scontato dalla pena
quindi si aggiunge a questa.
La Legge 155-17 sul Lavaggio di Attivi e sul
Finanziamento del Terrorismo stabilisce l’obbligo di dichiarare all’uscita e
all’entrata nel paese quantità di denaro o di titoli per un valore superiore a
10.000 USD o il loro controvalore in un’altra moneta, attribuendo alla
Direzione Generale delle Dogane in quanto autorità di frontiera la
responsabilità del relativo controllo.
L’obbligo della dichiarazione dei valori è
finalizzato a garantire che non venga introdotto nel paese denaro di
provenienza illecita.
Qualche giorno fa nello stesso aeroporto è stata sequestrata
la somma di 108.000 USD a un giovane proveniente sempre da New York anche lui contrattato
per il trasporto del denaro.
Poco più di un mese fa nel porto di Haina Oriental
si è cercato di introdurre nel paese oltre un milione e mezzo di USD, denaro
che apparteneva a una rete operante a Santiago e a Santo Domingo e sulla quale
si stava indagando.