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sabato 21 aprile 2018

Un anno di ambasciata. Cos’è cambiato rispetto a quella chiusa nel 2014. A che punto siamo con gli arretrati.




Ormai è un anno da quando l’ambasciata di Panama ha trasferito le sue competenze alla ripristinata ambasciata di Santo Domingo. Le cose però non sono tornate esattamente come prima. Infatti, la circoscrizione assegnata a Santo Domingo in sede di riapertura si limita al solo territorio nazionale dominicano. L’ambasciata di Santo Domingo ha perso quindi la competenza su tutte le Antille minori inclusa Antigua, sulla Giamaica e anche su Haiti. Ci ha quindi rimesso in territorio. Non ha inoltre recuperato il servizio visti che è rimasto all’ambasciata di Panama con esternalizzazione alla VFS Global.
In definitiva ci è andato anche bene. Meno carico di lavoro per la nostra ambasciata che così ha potuto concentrarsi sullo smaltimento degli arretrati. E su questo ormai ci siamo quasi. Il rilascio dei visti rappresentava una prestigiosa entrata per la nostra ambasciata, ma alla Farnesina non vedono gli incassi, vedono solo le spese e quindi tanto meglio per noi. Che se ne occupi Panama! Del resto non dovrebbe essere lontano il giorno in cui l’obbligo del visto Schengen per i cittadini dominicani verrà rimosso. È paradossale che uno dei paesi con maggiore crescita economica e reddito pro-capite del continente americano funga per il requisito del visto Schengen da fanalino di coda dietro a paesi molto più poveri, come Bolivia, Paraguay e Venezuela per citarne solo alcuni.
Se da un certo punto di vista abbiamo perso tanto, da un altro ci abbiamo guadagnato. Ora abbiamo la Cancelleria Consolare che prima non c’era. L’ambasciata chiusa nel 2014 aveva un semplice ufficio consolare. Quella attuale riaperta l’anno scorso ha la sua Cancelleria Consolare istituita con decreto del Ministero degli Esteri della fine di ottobre del 2017 pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’8 novembre. Il capo della Cancelleria Consolare è Giovanni Paolo Deruda.
Se pensiamo che in Spagna c’è una Cancelleria Consolare a Madrid intorno alla quale gravitano diversi consolati onorari, nel nostro piccolo dobbiamo ritenerci anche soddisfatti. Intorno alla nostra Cancelleria Consolare gravita un Consolato due Viceconsolati onorari. Non c’è male! Certo in Spagna esiste anche un Consolato Generale a Barcellona, ma ci vivono anche molti più connazionali che da noi.
Da quando è stata istituita questa Cancelleria Consolare le cose da noi sono migliorate con maggiore celerità. È stato possibile assumere nuovo personale e sono state delegate diverse funzioni al Consolato Onorario di La Romana. Il capo della Cancelleria Consolare si è distinto per il suo disimpegno in diverse situazioni di crisi, più di quelle che ci sono note e di cui abbiamo parlato nel blog. Inoltre il disbrigo delle pratiche consolari si è avvicinato molto a un ritmo accettabile molto vicino alla normalità. Molte sono state le novità recenti:
il 20 marzo scorso è stata comunicata l’apertura al pubblico nelle giornate di martedì a partire dal 17 aprile degli uffici consolari per il servizio passaporti;
il 28 marzo è stata pubblicata la comunicazione dell’apertura al pubblico dal 3 aprile 2018 del Consolato Onorario a La Romana per lo svolgimento delle seguenti pratiche:
  • - ricezione delle domande di iscrizione all’AIRE;
  • - ricezione degli atti di stato civile rilasciati dalle Autorità della Repubblica Dominicana per la loro trascrizione presso i Comuni italiani;
  • - certificazioni di esistenza in vita per fini pensionistici;
  • - rinnovo della patente di guida italiana;
  • - certificazione di validità della patente di guida italiana al fine dell’ottenimento della patente di guida dominicana;
  • - autentiche di firma su:
    • o atti di assenso al rilascio di passaporto da presentare alle Questure italiane o a Rappresentanze consolari italiane presenti in stati diversi dalla Repubblica dominicana;
    • o procure speciali predisposte in forma di scrittura privata autenticata;
lo stesso 28 marzo è stato riferito l’inizio il 16 aprile 2018 della ricezione da parte del Consolato Onorario di La Romana delle domande di rilascio del passaporto italiano. Servizio rivolto ai soli cittadini italiani iscritti all’AIRE e residenti nella circoscrizione consolare del Consolato Onorario di La Romana e limitato al solo rinnovo del documento.

A seguito delle annunciate modifiche delle modalità di comunicazione con i connazionali, sono stati resi noti i nuovi indirizzi e-mail attraverso i quali rivolgersi all’ambasciata:
Ufficio Passaporti: santodomingo.passaporti@esteri.it
Ufficio Cittadinanza e Stato civile: santodomingo.cittadinanza@esteri.it
Ufficio Assistenza ai connazionali: santodomingo.assistenza@esteri.it
Capo della Cancelleria Consolare: santodomingo.consolare@esteri.it

L’Ambasciatore ha inoltre informato i membri della rete consolare onoraria e i consiglieri locali del COMITES che prosegue il piano di rafforzamento delle strutture logistiche e operative dell’Ambasciata e che hanno preso servizio due nuovi funzionari di grande esperienza.

venerdì 20 aprile 2018

Il M5S è in via di sgretolamento, ma nessuno lo dice, e di questo si beneficiano gli italiani residenti all’estero



A un mese e mezzo dalle elezioni le trattative per la formazione di un governo sono in un punto morto. Ci sono delle rigide posizioni da parte dei due schieramenti vincenti. I giornali ne parlano ogni giorno, ma certe cose le sottacciono. È chiaro che questa è una situazione dove i numeri regnano sovrani. Quanti parlamentari ha il M5S? Quanti ne ha il Centro Destra? Quanti ce ne vogliono per formare un governo? Ecco le risposte: il M5S ha 114 parlamentari, il CD ne ha 127 e per formare un governo ce ne vogliono158.
Di Maio è un leader sui generis, quanto di quel che dice e fa è farina del suo sacco non è dato sapere. Di certo si intravvede dalle ultime sue dichiarazioni un distacco dalla base. Ad esempio quando ha fatto riferimento al “forno” nel quale si starebbe cuocendo il legame con il PD sono state numerose le proteste degli elettori. Ma si parla anche di una sua variazione del programma di governo strada facendo. Un programma che da populista sta diventando molto politically correct. Cosa rimane? Il reddito di cittadinanza? Ci vuole un nulla per dire che non si può fare subito, che ci vuole del tempo. I vitalizi e gli stipendi d’oro dei parlamentari? Beh, come leader sta remando contro le aspettative della sua truppa. E non dico degli elettori che sono già in rivolta quanto degli stessi parlamentari neoeletti che non sono riusciti ancora a scaldare le loro poltrone e che si vedono prospettare già la riduzione drastica dei compensi, l’esclusione dal vitalizio e dulcis in fundo il ritorno al voto.
Da una parte vantaggi economici molto ridimensionati, l’eventuale perdita dopo pochi mesi della posizione di “onorevoli” acquisita e nuove elezioni con le relative spese per la campagna elettorale che forse non sono più in grado di sostenere visto che si deve attingere alle proprie tasche.
I 114 militanti M5S che sono arrivati in parlamento hanno anche loro delle ambizioni: pensano ai loro interessi economici e a quelli delle loro famiglie, il che è normale. È ovvio che non tutti questi parlamentari possono essere felici di come stanno andando avanti le cose e delle prospettive che ci sono dietro l’angolo. Una truppa di 114 persone demotivata che si sta guardando intorno.
E visto l’impasse in parlamento prima o poi si dovranno aprire le” danze”, quelle degli scambi di partner tanto in uso nei secoli scorsi. Solo così uno dei due schieramenti che non riescono a mettersi d’accordo raggiungeranno il famigerato numero di 158 necessario per la formazione di un governo.
Al Centro Destra mancano 31 e al M5S 44, anzi no 49...
E sì perché è notizia recente che cinque suoi deputati freschi di elezione sono passati al primo gruppo parlamentare in formazione della Camera dei deputati di questa legislatura. Si tratta di un gruppo di sei deputati che aderisce al programma del MAIE (Movimento Associativo Italiani all’Estero). Oltre all’on. Mario Borghese del MAIE fanno parte di questo gruppo cinque pentastellati e secondo quanto sostiene il deputato di origine friulana del MAIE nei prossimi giorni se ne aggiungeranno altri. Gli onorevoli in questione tutti eletti nelle file del M5S sono:
Silvia Benedetti
Salvatore Calata
Andrea Cecconi
Antonio Tasso
Catello Vitiello
L’onorevole oriundo di Aviano in provincia di Pordenone non precisa se a ingrossare il suo gruppo saranno altri pentastellati, ma è probabile di sì. Comunque si accettano scommesse.
L’ingrossamento del gruppo MAIE è molto positivo per la causa degli italiani residenti all’estero che hanno ora più voce in capitolo.
A questo punto comunque bisogna ricordare una frase sibillina di Matteo Salvini: “Se vinco nel Molise e in Friuli in 15 giorni abbiamo un governo.”
Questa certezza gli può venire solo dalle “danze” che sono già state aperte. Probabilmente gli eventuali risultati positivi in queste due regioni favoriranno le defezioni dei pentastellati, tante quanto basta e magari anche di più…

Il fallimento del gas naturale nella Repubblica Dominicana



Ricordo qualche anno fa che si parlava tanto dei vantaggi economici di un impianto di gas naturale nella macchina. I prezzi erano bassi e il governo si era impegnato a non andare oltre RD$ 20.00 per metro cubo. Ce n’è voluto per capire in cosa si distinguesse il GPL dal gas naturale. Quest’ultimo si chiama anche gas di scisto e si trova contenuto in certi tipi di roccia molto diffuse negli Stati Uniti. La differenza di prezzo era notevole e, inoltre, il governo intendeva promuoverne l’uso perché molto più ecologico degli altri carburanti.
In tanti sono partiti in quarta senza titubare un instante. Tutto ruotava però intorno alla promessa del governo sul contenimento del prezzo entro RD$20. La gente non ci ha pensato più di tanto. Sono stati importati oltre 14.000 impianti per autovetture e sono state attrezzate una cinquantina di officine per l’installazione degli impianti: centinaia di milioni di pesos buttati al vento!
Il governo non ha mantenuto né le promesse verbali né gli accordi sottoscritti con i sindacati del trasporto passeggeri. Il prezzo del gas naturale è salito a circa 30 pesos per metro cubo! Risultava più caro del GPL e molto più pesante come impianto per cui gli ammortizzatori delle vetture ne risentivano e si danneggiavano in breve tempo.
Chi aveva installato l’impianto lo ha tolto e lo ha lasciato in deposito nell’officina meccanica in attesa di un’improbabile vendita. Chi aveva importato degli autobus con l’impianto di fabbrica li ha dovuto togliere dalla circolazione. Le circa 50 officine meccaniche che avevano investito fior di quattrini per i servizi relativi al montaggio, riparazione ecc. sono quasi tutte fallite, come del resto le stazioni di rifornimento, sparite anche quelle in gran parte.
Caribe Tours ha smantellato 30 autobus. Li ha distrutti e li ha venduti nel mercato dei pezzi di ricambio.
Il principale fornitore di Luz y Fuerza di Las Terrenas e Las Galeras, la società Generadora Eléctrica de Samaná ha speso oltre 5 milioni di dollari per adeguare i suoi generatori al gas naturale. L'nvestimento  è andato perso perché successivamente, visti i prezzi imposti dal governo, si è proceduto alla riconversione dei generatori per il funzionamento con il gasolio.
Evidentemente non sempre si devono prendere molto sul serio le promesse dei governi, soprattutto quando queste riguardano rinunce a introiti fiscali.

mercoledì 18 aprile 2018

Un 70enne friulano ha incassato abusivamente per due anni l’assegno sociale vivendo a Santo Domingo



A quanto pare con l’assegno sociale a Santo Domingo si può fare una bella vita. Così lo sostiene Il Messaggero Veneto di Udine. Un titolo altisonante che ricalca il solito luogo comune: “A Santo Domingo con la pensione sociale italiana, la bella vita di un 70enne di Udine”. Un’affermazione peraltro molto dubbia perché stiamo parlando di una modesta cifra di 448,07 euro per 13 mesi, pari a circa 26.500 pesos ora che il cambio euro pesos ci è favorevole. Troppo pochi. Non è che da queste parti si fa una vita tanto bella con quei soldi soprattutto se si è europei. Le esigenze sono maggiori e si deve tener conto anche delle aspettative della gente del posto convinta dell’agiatezza scontata di ogni gringo. Per sbarcare il lunario con quella cifra bisogna stare molto attenti a ogni spesa. E sicuramente da buon friulano l’anziano 70enne in questione dal punto di vista del risparmio se la cavava molto bene. I friulani si sa, sono sparagnini, qualcuno li mette sullo stesso piano dei genovesi, talché le partite tra la Sampdoria o il Genoa con l’Udinese vengono definite i derby dei tirchi. E infatti nel mio piccolo ho conosciuto un italiano nelle stesse condizioni di abusività della percezione dell’assegno che guarda caso era di Genova.
A questo punto penso che la finanza dovrebbe fare le sue ricerche su anziani che percepiscono illegalmente l’assegno sociale stando all’estero nel Friuli e nella Liguria. I più tirchi riusciranno sempre a campare qui con quella cifra striminzita senza fare però una bella vita. Ma questo chi glielo toglie dalla testa ai media italiani?
Ci sono diversi requisiti che devono sussistere per avere diritto all’assegno sociale. Il primo riguarda l’età: ci vogliono 66 anni e 7 mesi. C’è stato un aumento di un anno rispetto all’anno scorso: il colpo di coda di un governo sinistro nel senso reale del termine, nulla a che fare con una sinistra attenta alle classi meno abbienti.
Il limite di reddito richiesto per poterne usufruire è di €5.824,91 l’anno, praticamente l’equivalente alla quota mensile moltiplicata per 13. Si può avere diritto all’assegno se il reddito complessivo non supera questa cifra. In presenza di un reddito totale uguale a zero si ha diritto all’erogazione piena dell’assegno pari a 448,07 euro. Qualora invece si abbia un qualche reddito la mensilità viene ridotta proporzionalmente. Ad esempio supponiamo che si abbia un reddito di 1.000 euro l’anno. Lo si deve sottrarre al limite di reddito indicato precedentemente e dividere x 13. In questo caso avremmo 4824,91 diviso 13 e quindi la quota mensile spettante sarebbe di 371,15 euro. Non viene considerata reddito la rendita catastale della casa di abitazione, per cui si può essere proprietari dell’immobile nel quale si vive e percepire l’assegno pieno.
Il modulo di domanda può essere presentato dall’interessato il giorno dopo il compimento dei 66 anni e 7 mesi sempreché si sia in possesso all’atto della richiesta degli altri requisiti di accesso alla prestazione. Basta trasmettere il modulo INPS per via telematica o rivolgersi gratuitamente ai CAF e Patronati.

Rapina a mano armata: un connazionale è stato gambizzato



Un italiano è stato ferito con un colpo di pistola nella giornata di ieri nel corso di una rapina. Stranamente i giornali questa volta ne hanno parlato.
Se si dovessero pubblicare tutte le notizie delle rapine di ciclomotoristi del Gran Santo Domingo non ci sarebbe spazio per altro nei media. In questo caso la particolarità è che i due delinquenti si aggiravano incappucciati. Una precauzione senz’altro avveduta perché con tutte le telecamere che ci sono in giro non si sa mai. Di recente è stato identificato un rapinatore omicida attraverso le immagini registrate e si trattava di un poliziotto.
Certo che due ciclomotoristi incappucciati aggirandosi sulle strade super trafficate del Gran Santo Domingo dovrebbero quantomeno dare nell’occhio. La gente va in apprensione ogni volta che si avvicina un ciclomotore con due passeggeri a bordo. Figuriamoci poi se questi sono anche incappucciati o impugnano un’arma, capita di vedere anche questo nel Far West di questo conglomerato urbano.
Dell’italiano si sa poco. Viene pubblicata una sua foto e viene indicato un suo nome approssimativo: “Salvador Papalargo”. Nulla di nuovo da quel fronte. Sui nomi e cognomi qui si azzecca raramente.
Il connazionale ha dichiarato alla stampa che si era recato nella Plaza Carrefour, all'entrata di Manoguayabo, dove aveva eseguito una transazione bancaria. “Hanno pensato che avessi con me del denaro e quando siamo arrivati a casa ci hanno intercettato. Hanno puntato la pistola su mia moglie è su un bambino di un anno”, ha dichiarato l’italiano. Secondo i giornali i banditi hanno sparato più volte mentre erano all'inseguimento del connazionale. Uno di loro è poi smontato con la pistola in mano e ha minacciato di morte l’italiano e la sua famiglia. Voleva che gli venissero consegnati i soldi. “Gli ho detto che non ne avevo e come risposta mi ha sparato, la gente ha sentito la detonazione e mi ha prestato soccorso, portandomi in ospedale.”
Gli hanno sparato alla gamba sinistra e non è stato riferito in quale ospedale si trovi ricoverato. Una ferita alla gamba come punizione per non avere soldi addosso. Non hanno osato ucciderlo, il che sarebbe stata la prassi. Bontà loro! Comunque con una ferita alla gamba si può anche morire dissanguati o rimanere invalidi per tutta la vita.
Il fatto è avvenuto presso l’abitazione del connazionale nel settore Los Cerros del Norte a Los Alcarrizos.

martedì 17 aprile 2018

Guida pratica al peculato: lo scandalo della OMSA



Chi l’avrebbe mai detto che il servizio pubblico di autobus OMSA sarebbe stato al centro di uno scandalo di così vaste dimensioni.
Di solito si parla di corruzione e si resta sul vago si pensa che qualcuno abbia dato una mazzetta a un pubblico ufficiale per ottenere qualche vantaggio. Non è così semplice.
La gestione della OMSA secondo quanto rivelato dalle indagini in corso non rientra in una generica corruzione bensì nel peculato, un reato per il quale in Italia è prevista una condanna penale da 4 a 10 anni di reclusione. Incorre in questo reato chi intasca i soldi dello Stato che ha in gestione. Sulle prime pagine dei giornali dominicani ci troviamo ora davanti a una storia vera di peculato che trascende nell’associazione a delinquere e nella fatturazione falsa da parte di diverse imprese.
Tutti pronti a intascare i soldi dello Stato. Questa è la tendenza. Chissà quanti di questi amministratori furfanti della cosa pubblica sono anche dei moralisti. Parlare bene e razzolare male è una consuetudine attualmente diffusa in tutte le latitudini.
Il bubbone dello scandalo è scoppiato a seguito dell’omicidio dell’avvocato Yuniol Ramirez che era venuto a conoscenza della situazione e si dice che avesse assunto un atteggiamento di ricatto nei confronti dei funzionari della OMSA. E se qualcuno ha mai pensato come me a cifre di qualche milione di pesos si deve ricredere.
E qui siamo nel campo della teoria e della pratica del furto allo stato in piccolo. Ci sono stati e ci sono infatti come sappiamo altri temi di ben altra entità legati all’appropriazione indebita delle risorse dello stato sotto tutte le sue forme, basta ricordare la vicenda Odebrecht che ha ormai saturato l’attenzione della popolazione e che occupa meno spazio nei media anche se le cifre della corruzione sono ben altre e si contano milioni di dollari come se fossero noccioline.
Un trasporto urbano inefficiente, con autobus in circolazione sempre stipati che nelle ore di punta non riescono nemmeno a fermarsi per raccogliere passeggeri in quanto già strapieni, con centinaia di veicoli tolti dalla circolazione in quanto guasti. Ed è proprio di questo che si tratta. Delle riparazioni degli autobus guasti. Un filone inesauribile di entrate illecite per gli amministratori della cosa pubblica, per proprietari di officine meccaniche e per tantissima altra gente. Un’associazione a delinquere su vasta scala.
Gli stessi autobus figuravano in riparazione in più officine meccaniche, tutte emettevano fatture con importi di milioni di pesos. Sulla carta quindi questi venivano riparati contestualmente più volte e le riparazioni venivano pagate. E invece non era così.
Durante l’amministrazione di Manuel Rivas oltre 2 miliardi di pesos sono stati incassati da 33 officine meccaniche che non hanno mai stipulato un contratto con la OMSA. Il 64% di tutte le spese della OMSA è andato a finire così. La camera dei conti e l’avvocatura dello stato hanno scoperto le irregolarità perché sulle fatture delle diverse officine erano indicati gli stessi veicoli per le stesse riparazioni. Gli autobus invece giacevano abbandonati e all’intemperie nel parcheggio della OMSA.  

lunedì 16 aprile 2018

Ci sono sviluppi nel caso del decesso nel sonno a Santo Domingo del pavese Vincenzo Aguzzi



Era scontato che la vicenda del nostro connazionale deceduto nel rione Los Prados de San Luis di Santo Domingo Este finisse nella Procura della Repubblica di Pavia. Anzi si sapeva già che un fascicolo al riguardo era stato aperto. Del resto ci sono tanti elementi che non quadrano. È infrequente che un 44enne faccia testamento e desta delle perplessità il fatto che poco dopo lo stesso muoia in circostanze poco chiare. Se poi esistono fondate ragione per ritenere che la persona che ha redatto il testamento è incapace di intendere e di volere le cose si complicano.
Si deve precisare però che non stiamo parlando di un classico testamento olografo della lunghezza di qualche rigo scritto di pugno e sottoscritto dal testatore in calce con l’indicazione della data. Le ultime volontà di Vincenzo Aguzzi sono state dichiarate invece in un vero e proprio papiro. Tante erano le proprietà immobiliari, otto, e più di dieci gli eredi, la maggioranza dei quali non facevano parte dei suoi familiari. Un documento lunghissimo che difficilmente l’Aguzzi ha redatto in totale solitudine per cui della segretezza del suo contenuto non si può nemmeno parlare.
A Vincenzo Aguzzi erano stati assegnati un amministratore di sostegno e un giudice tutelare. Quanto vale il testamento di una persona incapace di intendere e di volere? Per di più in presenza di una possibile circonvenzione di incapace?
Non avrebbe dovuto intraprendere quel viaggio. Era stato sottoposto a una dieta con l’assunzione di farmaci con la quale era dimagrito in due mesi oltre 75 kg. Certamente non stava bene di salute. Dopo quella dieta suggeritagli probabilmente dalle persone che gli erano rimaste vicine dopo la morte dei suoi genitori nel 2010, aveva avuto problemi di respirazione, che lo costringevano a trascorrere le notti con la maschera dell’ossigeno.
Vincenzo Aguzzi è morto nella notte tra il 10 e l’11 dicembre scorso nel sonno, a Santo Domingo, nella casa della sua colf dominicana, tra l’altro anche lei erede designata nel testamento.
Di proprietà l’Aguzzi ne aveva tante e queste gli fruttavano una discreta rendita.
L’amministratore di sostegno si era opposto al viaggio davanti al giudice tutelare, ma l’Aguzzi è stato in grado di presentare un certificato medico che lo dichiarava idoneo a viaggiare.
Ed è su questo che la procura sta indagando. L’Aguzzi era veramente in grado di viaggiare? Se così non fosse e se la pericolosità per la sua salute di questo viaggio fosse stata evidente, chi si deve assumere tutta la responsabilità di questa decisione che gli è costata la vita? E il testamento è valido oppure nullo in quanto redatto da una persona non in grado di intendere e di volere?

domenica 15 aprile 2018

Novità sul fronte dei respingimenti all’aeroporto. Ci sono due avvisi: uno della nostra ambasciata e uno del Consolato Dominicano di Milano



Recentemente è stata pubblicata sul sito della nostra ambasciata una comunicazione succinta in relazione ai tempi del soggiorno turistico senza novità di rilievo. La durata ammessa è di 30 giorni, che possono essere prolungati di altri 30. Nella comunicazione si dice testualmente che: “Terminato il periodo di 30 giorni sarà possibile estendere la permanenza nel Paese per un massimo di 60 giorni, pagando una cifra a seconda dei giorni che si intende restare”. Dalla lettura di quanto precede si potrebbe arguire che si può rimanere in tutto legalmente nel Paese per 90 giorni. Invece, come si legge chiaramente nell’avviso del Consolato Dominicano di Milano è possibile prolungare il soggiorno, recandosi personalmente presso la DIRECCIÓN GENERAL DE MIGRACIÓN (Autopista 30 de mayo (Malecón), angolo Héroes de Luperón a Santo Domingo (tel 809508255, info@migracion.gob.com).
Se il richiedente ottempera ai requisiti richiesti possono essere concessi altri 30 giorni. Quindi in tutto si può rimanere 60 giorni con prolungamento incluso, per il quale, lo si ribadisce, è necessaria una procedura di richiesta che deve essere approvata. Complicazioni non di poco conto per un turista che non ha dimestichezza con la lingua e con le consuetudini burocratiche locali.
Il menzionato consolato precisa inoltre nel suo avviso che la permanenza oltre i termini è una violazione della legge che può comportare anche il respingimento all’arrivo in aeroporto in un successivo viaggio.
Altro parere di un ufficio periferico dell’amministrazione dello Stato che si aggiunge a quelli che ci sono già noti. Quanto vale? Chissà. Di certo c’è qui un conflitto di interesse perché i potenziali turisti di lungo periodo si dovrebbero recare in massa a questi uffici per ottenere visti e pratiche varie, evitando così ogni possibilità di respingimento. E questo rappresenta a tutti gli effetti un aumento del volume d’affari degli uffici consolari.
C’è da sapere che per quel che riguarda le pratiche consolari per le rappresentanze della Repubblica Dominicana non succede come da noi. Tant’è che gli incassi per tariffe consolari dei nostri consolati vanno tutti a finire all’ammasso dell’erario a Roma. E questo è il motivo per cui la nostra ambasciata che si autofinanziava è stata chiusa per motivi di risparmio. Alla Farnesina non vedono le entrate, conoscono solo le spese e quindi togliere di mezzo l’Ambasciata di Santo Domingo ha rappresentato per i burocrati del MAECI un risparmio. Certo non è logico, ma sulla gestione della Farnesina dal 2011 in qua di logica non si può certo parlare.
Al di là del conflitto di interessi dei consolati dominicani nell’interpretare le cause dei respingimenti, si nota che gli avvisi che questi hanno pubblicato non sono stati smentiti dalla DGM. Abbiamo testimonianze di persone che sono entrate nel Paese dopo periodi di soggiorno di diversi mesi nei loro viaggi precedenti. Non ci risultano testimonianze di persone respinte per il solo fatto di aver soggiornato oltre i termini. Questi casi comunque ci devono pur essere stati dal momento che l’Ambasciata di Francia si è recata presso la DGM per avere dei chiarimenti al riguardo e ha diffuso tra i suoi connazionali un comunicato.
Restiamo quindi sempre in attesa di un chiarimento diretto da parte della DGM. Sessanta giorni sono sicuri se si chiede la proroga e se questa viene concessa, 90 giorni sono ragionevoli. Ma le certezze non esistono.
Deve fare quindi attenzione il turista di lungo periodo che è proprietario di immobili nel Paese e il non residente che vuole fare investimenti immobiliari. La scelta della richiesta della residenza per queste due categorie di turisti deve ritenersi obbligatoria.

sabato 14 aprile 2018

La stampa tedesca locale segnala un’operazione d’investimento italiana non andata a buon fine



263 mila turisti tedeschi arrivano ogni anno in Repubblica Dominicana e superano francesi, russi, spagnoli, britannici e italiani in quello stesso ordine. I turisti tedeschi sono tre volte più numerosi dei turisti italiani. Si calcola inoltre che i residenti in pianta stabile della stessa nazionalità qui siano tra i 12 mila e i 15 mila. Cifre queste che giustificano l’esistenza di una stampa in lingua tedesca molto diffusa nell’isola. Che io sappia ci sono almeno tre giornali online.
A questi mi rivolgo sempre per confrontare le loro notizie con le mie e più o meno si soffermano anche loro sulle stesse cose. E non tralasciano ovviamente temi come la criminalità, gli incidenti stradali, l’assistenza sanitaria attraverso un’assicurazione privata, la meteorologia, le malattie contagiose, le leggi che regolano l’immigrazione e il soggiorno e quant’altro, facendo riferimento alle pubblicazioni sui giornali dominicani. E fin qui tutto regolare.
Ci sono lettori però che si lamentano delle notizie negative. A questo punto bisogna dire che tutto il mondo è paese. Anch’io sono stato accusato di recente per questo stesso motivo. In tanti vorrebbero un atteggiamento omertoso da parte di chi trascrive le notizie nella propria lingua. I connazionali che si apprestano ad arrivare all’isola dovrebbero essere ignari di come stanno veramente le cose in questo paese.
In un recente articolo http://www.karibik-news.com/news/5148-dominikanische-republik-eine-verlogene-welt.html del giornale online tedesco Karibik News si parla degli investitori stranieri che spesso restano impigliati in trappole varie di corruzione, ma non solo, e che tornano al loro Paese, quando va bene, senza il becco di un quattrino. E tra questi possiamo annoverare Armando Casciati https://comitaliasantodomingo.blogspot.com/2017/05/armando-casciati-gli-avvocati-hanno.html che ha investito oltre 50 milioni di dollari e che è stato espulso dal Paese senza regolare processo. E dico “quando va bene” perché qualcuno finisce anche in galera come ad esempio è capitato all’italo-canadese Antonio Carbone https://comitaliasantodomingo.blogspot.com/2017/08/condannato-20-anni-linvestitore-italo.html, la cui famiglia ci ha rimesso qui oltre 100 milioni di dollari e che sta scontando una pena di 20 anni di reclusione per un tentato omicidio quantomeno dubbio. “Investitori che tornano a casa come polli spennati” così dice testualmente l’autore dell’articolo.
Invece secondo quanto si sostiene in questo articolo se la sarebbe cavata molto bene un geologo di Pontedera classe 1940, Roberto Chetoni, salito alla ribalta dei media ancora nel 2007 per un progetto di Hotel termale a Canoa nei pressi di Barahona per il quale era previsto un investimento di 600 milioni di dollari. Ci sono voluti ben 8 anni per avere le approvazioni del parlamento e nel 2015 era programmato l’inizio dei lavori. Invece non se n’è più parlato.
Ecco cosa dice al riguardo l’articolista tedesco: “Scandalo a Barahona, con il progetto dell’hotel termale l’investitore se l’è cavata bene. Hanno investito per 8 anni per fare dei rilevamenti e a quel punto è stato versato un acconto di 500 mila dollari, Quando sono emersi dei problemi locali per i quali era richiesto ancora del denaro, gli investitori italiani hanno deciso di non versare un soldo in più di quanto necessario.”
Nel 2015 è stata l’ultima volta che si è parlato sui media del progetto degli hotel termali. Del geologo Roberto Chetoni e della società Terma de la Salamandra non si è più sentito niente. Anche questo, un mistero!

lunedì 9 aprile 2018

Viaggi in macchina alla frontiera con Haiti o voli nelle isole vicine di andata e ritorno nello stesso giorno per il rinnovo della carta turistica





Da quando si è scoperto che dopo i 30 giorni di scadenza della carta turistica la patente di guida non è più valida e non esiste la possibilità del rinnovo di tale carta pagando la relativa tassa o ammenda presso la Direzione Generale di Migrazione, in tanti hanno preso a recarsi ogni mese in frontiera oppure in altri posti delle vicinanze in aereo per ottenere un nuovo timbro di ingresso e quindi una nuova carta turistica.
Ora l’interesse per questi viaggi all’estero di andata e ritorno si è incrementato per via del possibile respingimento del turista che nel soggiorno precedente abbia superato i 30 giorni consecutivi di permanenza nel paese. E qualcuno propone tra il serio e il faceto di mettersi d’accordo e di noleggiare per gruppi degli autobus per recarsi alla frontiera alla ricerca dell’importante timbro di ingresso sul passaporto. Uscita e rientro nel paese nello stesso giorno. La casistica dei respingimenti per il superamento dei limiti di soggiorno dovrebbe essere numerosa perché l’Ambasciata di Francia ha sentito il bisogno di rivolgersi direttamente alla Direzione di Migrazione per delle delucidazioni in merito, dopodiché ha diramato un comunicato avvertendo i cittadini francesi che la DGM è determinata ad applicare alla lettera nel 2018 la legge 285/04 e il relativo regolamento e che i respingimenti sarebbero stati la norma.
Non ci risulta che sia così. Ci sono tante testimonianze di persone che non sono state respinte pur trovandosi in quelle stesse condizioni con superamenti di 4 e di 6 mesi di soggiorno nei periodi precedenti. Comunque il contenuto del comunicato dell’Ambasciata di Francia non lascia adito a dubbi ed è confermato dalla posizione di alcuni Consolati Dominicani ad es. quello di Montreal. In definitiva può anche accadere che si venga respinti.
Per l’ottenimento di una nuova carta turistica pare sensato recarsi soltanto nella frontiera terrestre con Haiti. Un viaggio in aereo in qualche posto vicino complicherebbe le cose perché al ritorno non si sarebbe in possesso di un biglietto di andata e ritorno, il che è una delle condizioni previste dalla legge per l’ammissione nel Paese.
È successo ad esempio a una turista francese proveniente dal Messico dove si era recata per passare Natale e Capodanno. Al rientro nella Rep. Dominicana è stata respinta. Indipendentemente dalla durata del suo soggiorno precedente si vede che non era in grado di dimostrare, entrando in RD, di essere in possesso di un biglietto di andata e ritorno.
Se si arriva dall’Italia con un biglietto di andata e ritorno le cose sono molto diverse.
Siamo in attesa quindi di risposte al riguardo anche da parte della nostra ambasciata che è già stata informata della situazione.
Non penso comunque che valga la pena recarsi in frontiera per il superamento dei 30 giorni di soggiorno al fine di evitare un futuro respingimento. Suggerirei di limitare i soggiorni a non più di 90 giorni che è pur sempre un periodo di tempo ragionevole che non dovrebbe comportare rischi. Da un esame della legge non si trova infatti da nessuna parte questa disposizione sui respingimenti come misura addizionale oltre al pagamento della tassa. E non si parla nemmeno di 30 giorni ma di 60 prorogabili e quindi di 90.
In conclusione: il turista non deve mai dimenticare di essere tale e deve limitare i suoi soggiorni a 90 giorni oppure provare a rinnovare il suo status con un viaggio in frontiera. Se arriva in aeroporto, indipendentemente dal luogo di imbarco deve essere sempre in possesso di un biglietto di andata e ritorno.
Nella comunicazione pubblicata nella giornata di oggi dalla nostra ambasciata non si parla di respingimenti e si fissa il periodo di soggiorno massimo come turisti in 60 giorni. Si aggiunge inoltre che se la durata prevista è superiore a 30 giorni bisogna richiedere il visto. Questo si badi non sarà mai un visto turistico. Ecco il testo:
Per soggiorni fino a 30 giorni per motivi turistici, l’ingresso viene consentito previo pagamento di una speciale tessera turistica chiamata Tarjeta de Turista che, a partire dal 25 aprile 2018, sara’ inclusa come sovrapprezzo nel costo del biglietto aereo. Il costo e’ di 10 USD o 10 EURO. Terminato il periodo di 30 giorni, sara’possibile estendere la permanenza nel Paese per un massimo 60 gg. pagando una tariffa a seconda del numero di giorni che si intende restare. Sono escluse dal pagamento della tassa, le seguenti categorie:
- passeggeri in transito per via aerea/marittima e in transito di trasbordo per crociere;
- cittadini con doppia cittadinanza (italiana e dominicana);
- i connazionali con regolare permesso di residenza in Repubblica Dominicana;
- il personale diplomatico accreditato in Repubblica Dominicana.

Il visto d’ingresso, invece, e’ necessario solo se lo scopo del viaggio è diverso dal turismo o se la durata del soggiorno supera i 30 giorni.”

domenica 8 aprile 2018

Un nuovo formulario di dichiarazione doganale genera incertezza tra i viaggiatori in arrivo nella Rep. Dominicana



Martedì della settimana scorsa un articolo pubblicato su Diario Libre ha destato preoccupazione tra i connazionali.
L’informazione diffusa riguardava l’introduzione di un nuovo formulario dichiarativo da parte delle autorità doganali dove non viene indicata la regolamentazione relativa agli oggetti personali in bagaglio.
Secondo il menzionato articolo alcuni passeggeri giunti da New York, Panama, San Martin, Miami, Portorico e Boston nell’Aeroporto Internazionale Las Americas hanno dovuto pagare dazi doganali per articoli di uso personale come laptop, tablet, cellulari, camere fotografiche e videoregistratori digitali.
Sarebbe stata cancellata dal novo formulario la menzione del tipo di bene e delle quantità dello stesso che si possono portare in bagaglio e non viene precisato nemmeno quali beni sono esenti da dazi, il che confonderebbe i viaggiatori, situazione che verrebbe sfruttata dagli ufficiali della dogana per esigere pagamenti non dovuti.
L’amministrazione doganale ha smentito tutto e si è meravigliata che il giornale Diario Libre non le abbia chiesto delle delucidazioni e conferme prima di pubblicare tale articolo. Si sostiene quindi da parte di “Aduanas” che i diritti dei viaggiatori permangono invariati e che la modifica del formulario risponde solo all’esigenza di adeguamento alla legge sul lavaggio di attivi e finanziamento al terrorismo. Non devono essere pagati dazi per l’abbigliamento, una laptop, una camera fotografica, un cellulare o per regali fino a un importo massimo di USD 500.
Il nuovo formulario stabilisce l’obbligo della dichiarazione di valori superiori agli USD 10.000 al momento di uscita o di entrata nel paese, con l’indicazione dell’origine e della destinazione degli stessi. Vengono richiesti anche i dati in relazione al proprietario e al destinatario degli stessi.
Nel frattempo l’articolo del giornale Diario Libre è sparito dal web. In effetti si trattava di una notizia allarmante che non favoriva assolutamente il flusso di turismo nella Rep. Dominicana.
Non c’è niente di cui preoccuparsi. Tutto rimane come prima!

Chiedono una tassa di recupero per gli stranieri senza residenza che usano gli ospedali





La Fondazione Nazionale per i diritti civili (FNDC) ha chiesto al presidente Danilo Medina di ordinare al Ministero della Sanità Pubblica di ristabilire e di riscuotere una "tassa di recupero" per gli stranieri illegali che usano il sistema sanitario pubblico .
Il presidente dell'ente, il dott. Domingo Rojas Pereyra, ha affermato che sebbene sia vero che l'assistenza sanitaria di emergenza non dovrebbe essere negata a nessuno a causa delle sue condizioni religiose, etnia o status di immigrazione, è anche vero che nel caso di ricovero e trattamento delle malattie "quando si tratta di stranieri senza residenza legale, lo Stato deve addebitare una tassa di recupero per mantenere l'efficacia e la fattibilità economica e finanziaria del sistema sanitario nazionale".
Ha chiesto al governo di far rispettare gli articoli 25 della Costituzione della Repubblica e 3 della Legge generale sulla salute che stabiliscono che tutti i dominicani e i cittadini stranieri che hanno stabilito la loro residenza nel territorio nazionale, sono titolari del diritto alla promozione della salute, prevenzione delle malattie e protezione, recupero e riabilitazione della salute senza alcuna discriminazione.
Ciò implica, ha detto, che, affinché uno straniero possa godere di tale diritto, deve avere una residenza legale nella Repubblica Dominicana.
Questa richiesta della Fondazione Nazionale per i Diritti Civili arriva in un momento in cui nella Repubblica Dominicana ci sono denunce di diversi settori sul numero crescente di cittadini haitiani che richiedono servizi negli ospedali pubblici.
A metà della settimana le autorità hanno annunciato la sospensione di un medico che ha caricato un video sui social network in cui si vede che su nove letti del reparto di terapia intensiva dell’ospedale in cui lavora, sette erano occupati da haitiani.
Secondo i dati del Servizio Sanitario Nazionale (SNS) nella capitale, nella Maternidad Nuestra Señora de la Altagracia e nell'ospedale infantile materno San Lorenzo de Los Mina, le percentuali di nascite relative alle partorienti haitiani sono state nel 2017 rispettivamente del 27 e del 25%; negli ospedali di Santiago del 30 e del 35%. Queste percentuali aumentano dal 70 all'80% nei centri di confine.
Nel 2016 il sistema sanitario dominicano ha registrato un investimento di 3.000 milioni di pesos in cure mediche offerte ai pazienti haitiani in generale, che comprende consultazioni, interventi chirurgici, medicinali e materiali di consumo.


sabato 7 aprile 2018

Gli ingorghi del Gran Santo Domingo hanno le ore contate: 15.000 relitti di autovetture in circolazione verranno eliminati



Sono in corso trattative importanti tra il governo e i potenti sindacati dei conducenti del trasporto passeggeri del Gran Santo Domingo: 15.000 relitti di automobili che operano nel settore del trasporto pubblico nelle rotte dei tassì a fermata (conchos) verranno acquistati dallo stato alla generosa cifra di USD 4.000 ciascuno e verranno tolti definitivamente dalla circolazione.
Si spera così di sfoltire l’intenso traffico stradale e di rendere più efficiente il trasporto pubblico con l’introduzione di autobus nuovi di zecca. La sostituzione sarà graduale.
Sicuramente ne guadagnerà in immagine la città che con i suoi venditori ambulanti e relitti in circolazione con 8 passeggeri stipati al loro interno fermandosi a ogni angolo di strada e provocando intasamenti e incidenti, ha un aspetto terzomondista che non si merita.
Il problema dei conducenti e dei loro sindacati è stato da sempre una spina nel fianco del governo. Si tratta di una categoria molto propensa alle proteste e molto potente, in grado di paralizzare completamente la città da un momento all’altro con degli scioperi lampo che lasciano sulle strade migliaia di passeggeri.
Il partito di governo si è dato molto da fare per togliere rilevanza al settore promuovendo il trasporto pubblico prima con gli autobus dell’AMET e poi con la metropolitana. Tra poco ci sarà anche la teleferica.
Con questa eliminazione di 15.000 relitti si dovrebbe assestare alla categoria il colpo di grazia, evitando tumulti e scioperi e restituendo al traffico stradale un’accessibilità normale anche nelle ore di punta
Le trattative sono in corso. Lo stato è disposto a spendere USD 4.000 per ogni macchina e quota quindi i relitti in valuta pregiata!
Ma ce n’è dell’altro. Ai conducenti e ai riscuotitori spetterà per 6 anni un pagamento mensile a titolo di indennizzo di 15.000 pesos al mese e verranno dotati di assicurazione sanitaria.
La spesa complessiva prevista per questo progetto è di 35.400 milioni di pesos. Non è poco, ma se ci saranno meno ingorghi ne vale la pena!

venerdì 6 aprile 2018

Uragani 2018: ci sono già le previsioni



Parlare di uragani nei Caraibi è una cosa normale. QQuesta tormentata micidiale fa parte del contorno nel quale viviamo. Ci accompagna ogni giorno come notizia almeno ed a prescindere dal suo concreto passaggio sul territorio. Quando poi si muove sull'Atlantico diventa un evento seguito da milioni di persone e al di là della distruzione che semina ogni volta che tocca terra ferma, c’è il business mediatico che vale più di diversi eventi sportivi di grande importanza.
Non per nulla l’uragano era considerato una divinità dai Tainos. La sola parola fa tremare chi ne ha sperimentato uno e da quel lato ci possiamo ritenere ormai dei veterani in quanto l’anno scorso abbiamo vissuto con il patema d’animo gli spostamenti di due degli uragani più devastanti della storia: Irma e Maria. L’abbiamo scampata bella! Siamo stati colpiti solo di striscio. Ci sono stati comunque dei danni e abbiamo visto come è stata ridotta Portorico, messa in ginocchio e ancora non del tutto ripresa, che ha subito un esodo di parte della popolazione. È di oggi, infatti, la notizia che nella vicina isola verranno chiuse 283 scuole per mancanza di allievi.
È lecito pensare che una calamità del genere possa capitare anche da noi, tanto più che secondo gli esperti il cambio climatico starebbe moltiplicando la generazione di tormente tropicali e di uragani e anche la loro intensità.
Ora è il tempo delle previsioni. Mancano due mesi dall’inizio della stagione ciclonica che è il primo giugno. Queste previsioni c’è chi le fa ogni anno in questo stesso periodo. Si tratta dell’Università del Colorado che ha una base di dati statistici risalenti al 1878.
Esaminando i vari fenomeni meteorologici e confrontandoli con i dati statistici a disposizione, in questa università sono in grado di fare una previsione approssimativa. Si tiene conto anche di eventi come El Niño e La Niña e di altri parametri come ad esempio la temperatura dell’Oceano Atlantico che risulta anomala e più calda nell’Atlantico occidentale e anomala e più fredda nell’Atlantico orientale e nell’estremo nord.
Insomma il pronostico in definitiva è il seguente: 14 tormente tropicali delle quali 7 potrebbero convertirsi in uragani e 3 di questi potrebbero essere intensi, vale a dire di categoria 3 o superiore.
In confronto con l’anno scorso c’è un certo miglioramento perché le tormente sono state 17 e gli uragani 10, di cui devastanti 6.
Da un lato queste previsioni ci rassicurano, dall’altro, però, il pronostico dell’anno scorso sempre della stessa università è stato di 11 tormente, quattro uragani di cui due devastanti.
Se il margine di errore sarà lo stesso anche quest’anno c’è poco da stare allegri!

Nell’ospedale Moscoso Puello i pazienti saranno assistiti con o senza assicurazione medica



Il presidente Danilo Medina ha consegnato ieri, completamente ristrutturato e attrezzato l’ospedale Francisco Moscoso Puello, situato nel settore nord del distretto nazionale.
"Posso assicurarvi che nessuna clinica del Paese supera l'ospedale Moscoso Puello, nessuna. Questo centro è stato progettato per tutte le classi sociali della Repubblica Dominicana ", ha dichiarato il Presidente durante la giornata di apertura.
Il Presidente ha anche detto che in questo ospedale i pazienti saranno trattati con o senza assicurazione medica.
"Chi non ha un'assicurazione può venire qui per essere curato; il governo coprirà le spese al 100 percento. Chi ha l'assicurazione può anche venire qui e dire che ce l'ha, in modo che gli assicuratori coprano le spese della percentuale cui hanno diritto; l'altra percentuale è coperta dal governo ", ha riferito il Presidente.
L’opera di ristrutturazione è costata oltre 600 milioni di pesos.
Danilo Medina, sostengono all’interno del suo partito politico, ha messo in moto la rivoluzione democratica che il suo riferimento ideologico, Juan Bosh, fondatore anche del PLD, iniziò nel 1963 con  investimenti nel settore della salute e dell'istruzione, così come in altre aree.
Ora l'ospedale ha 24 unità di terapia intensiva, prima ce n’erano solo 5. È stato costruito un nuovo edificio di quattro piani per i blocchi chirurgici, composti da sei sale operatorie generali, pre e post chirurgia, camerini medici, sterilizzazione, completamente asettici, prese di gas medicali indipendenti, completamente climatizzati.
Comprende anche 21 uffici ampliati e ciascuno con il suo bagno; unità odontologica completa con radiografie buccali, la costruzione di un pronto soccorso nuovo polivalente con 22 barelle, con aree di triage, osservazione, cura, gesso, nebulizzazione, rianimazione, sala operatoria, laboratorio, sala di riposo per i medici e sala d'attesa.
Altre aree sono un pronto soccorso pediatrico nuovo con cinque barelle; nebulizzazione, osservazione, vaccinazione e sala d'attesa, ricovero in camere a due letti con i loro bagni, sistema di gas medicale indipendente per ogni letto e con aria condizionata, per 196 posti letto in tutto l'ospedale.
Inoltre, aree di imaging con densitometria, mammografia, con 4 apparecchiature digitali a raggi X ed ecografia 3D, unità urologica, area di emodialisi con 15 poltrone, unità di patologia e obitorio, laboratorio generale, banca del sangue, area amministrativa, residenza medica , sala da pranzo, tra gli altri.
Si tratta di un’opera molto importante che si aggiunge a tante altre che questo governo ha fatto e fa costantemente. Sicuramente sul fronte sociale il partito di governo, il PLD, si è contraddistinto particolarmente. Di questa ristrutturazione dell’ospedale Moscoso Puello potranno usufruire anche i nostri connazionali privi di assicurazione medica.

giovedì 5 aprile 2018

Divieto di espatrio: un provvedimento di cui ci si accorge solo in aeroporto




260.000 dominicani colpiti da divieto di espatrio di cui 100.000 sono membri dell’esercito e della polizia nazionale. Gli stranieri nella stessa condizione superano la cifra di 15.000. Alla base ci sarebbero dei problemi di carattere giudiziario. Gli stranieri sono in prevalenza europei: spagnoli, francesi, tedeschi, italiani, ma anche cinesi, statunitensi, canadesi, colombiani, venezuelani e di altre nazionalità. Molti di questi sono implicati in casi di truffe, violazioni sessuali, atti di corruzione, traffico di droghe e di persone o hanno nel paese controversie tra l’altro su beni mobili, immobili, per incidenti automobilistici, per aggressione fisica e per il mantenimento di minori.
I divieti di espatrio contro dominicani e stranieri vengono richiesti anche su iniziativa di privati da giudici e pubblici ministeri e sono imposti dalla Procura Generale della Repubblica e notificati alla Direzione Generale di Migrazione che è l’organo che si occupa della loro attuazione.
Ci sono divieti che datano da 15 e 20 anni e le cui cause sono in gran parte scomparse, ma rimangono in essere nei data base e negli archivi sia della Procura Generale che della Direzione di Migrazione.
Tra i dominicani che non possono viaggiare all’estero ci sono membri dell’esercito e della polizia, funzionari di governo, ex sindaci, ex consiglieri comunali, ufficiali delle forze armate, giocatori di baseball, imprenditori e altri.
Spesso ogni tentativo di rimuovere questi divieti di espatrio è vano.
Il provvedimento di divieto di espatrio si può ottenere con relativa facilità anche da parte di privati sulla base di querele varie e con motivazioni banali e poco documentate. Sono però difficili da rimuovere.
Per di più di solito ci si accorge di avere un divieto di espatrio all’aeroporto con volo in partenza e il biglietto aereo già pagato. La Procura della Repubblica, infatti, notifica il provvedimento alla Direzione di Migrazione, ma non all’interessato.
Per sapere se è vigente un divieto di espatrio a proprio carico è possibile inoltrare anche online una domanda alla Procura Generale della Repubblica, richiedendo la certificazione di inesistenza di tale provvedimento e presentando agli effetti la copia della carta d’identità o del passaporto. Il servizio costa 600 pesos, che possono essere pagati come al solito al Banco de Reservas oppure anche online nella pagina web www.pgr.gob.do

Rimpatrio e riacquisto del diritto all’assistenza sanitaria piena in Italia



Se dopo 22 anni ancora non si capisce bene chi tra gli italiani iscritti all’AIRE possa usufruire delle prestazioni sanitarie di carattere urgente, è invece al di fuori di ogni dubbio che con il rimpatrio e il riacquisto della residenza in Italia si può ottenere l’immediata iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale con rilascio dell’apposita tessera e ripristino dei diritti persi con l’iscrizione all’AIRE e cioè il medico di base, l’assistenza ospedaliera tramite mutua e l’acquisto di medicinali attraverso il ticket.

Il cittadino deve recarsi nel Comune dove intende rimpatriare e sottoscrivere il modello APR/4 ISTAT, con un documento valido (passaporto - o carta d'identità) da cui risulti che è cittadino italiano. Se si tratta di una famiglia è sufficiente la presenza di un componente del nucleo familiare.
La dichiarazione resa all’ufficiale d’anagrafe viene poi sottoposta ad accertamento da parte della polizia municipale.
Se si va a risiedere presso un nucleo familiare già residente sul territorio comunale è necessario presentare la dichiarazione di consenso di almeno uno dei membri della famiglia. Qualora invece si risieda in un immobile in affitto o di proprietà occorre presentare la documentazione comprovante l’occupazione. Spetta al comune notificare al consolato di provenienza l’avvenuto rimpatrio.
Le tempistiche per effettuare il cambio di residenza sono in tempo reale ovvero dal momento in cui l’anagrafe del comune accetta l’istanza di trasferimento della residenza del cittadino richiedente.
Il perfezionamento vero e proprio del cambio di residenza è a vista o entro 60 giorni se si rende necessario l’accertamento della polizia municipale.
Per il rilascio della tessera sanitaria, il documento che attesta l’iscrizione al servizio sanitario nazionale e consente di usufruire di tutte le prestazioni della sanità pubblica e convenzionata, occorre presentarsi muniti di documento d’identità agli uffici amministrativi dell’ASL.
I tempi quindi per il ripristino del diritto all'assistenza sanitaria piena in Italia per un cittadino ex AIRE sono immediati. Questi si estendono anche alla moglie a carico e ai figli minori, il tutto a prescindere dalla cittadinanza di questi ultimi e dal luogo di nascita del cittadino italiano. 

mercoledì 4 aprile 2018

Bill Clinton, ex presidente USA, si affaccia ai Caraibi dove ha tanti interessi economici e si prepara per la nuova stagione ciclonica



L’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton non è rimasto indifferente al passaggio degli uragani devastanti dell’autunno scorso ed ha avanzato delle proposte per organizzare i soccorsi nel prossimo futuro.
“Mi preoccupano i Caraibi” ha sostenuto l’ex presidente USA (1992-2001) durante la presentazione della Rete di azione per il recupero dopo un disastro (Action network on post disaster Recovery) dell’Iniziativa Global Clinton (GCI).
L’ex presidente è convinto che il cambio climatico non è in discussione e che alle porte dei Caraibi si presenta sotto forma di uragano.
Alla riunione tenutasi nella giornata di ieri a Miami erano presenti 350 leader della regione caraibica.
L’interesse di Clinton verso i Caraibi è dovuto in particolare alla sua posizione di preminenza economica in Haiti.
La famiglia Clinton da decenni ha mantenuto relazioni strette con il popolo haitiano. Tant’è che l’ex presidente ha una residenza fissa in Haiti e Tony Rodham, fratello di Hillary Clinton e cognato di Bill Clinton, ha la concessione per l’estrazione dell’ingente quantità di oro giacente nel sottosuolo di Haiti.
Le ONG radicate nella RD e in Haiti stanno ricevendo milioni di dollari da parte della famiglia Clinton e del multimiliardario George Soros che puntano a favorire l’esodo haitiano, in particolare verso la R. Dominicana.
Come abbiamo visto in Porto Rico gli uragani devastanti favoriscono gli esodi e in previsione di questi Bill Clinton assume già una posizione di leader nei soccorsi a venire.
Come al solito però neanche questa volta l’ex presidente si è astenuto dal chiedere soldi per la nuova fondazione. “ogni dollaro speso per essere preparati risparmia quattro dollari quando si deve reagire a un disastro”.
Intanto la raccolta di soldi della famiglia Clinton per fondazioni varie è una costante e secondo quanto si sostiene in giro anche la ricchezza dei Clinton sarebbe direttamente legata a queste raccolte.
Nella riunione si è fatto presente che in Portorico esistono ancora necessità urgenti relativamente al tema dell’elettricità, le abitazioni e l’infrastruttura. Oltre 95.000 persone sono ancora sprovviste del servizio elettrico, pari al 6% della popolazione, specialmente nel centro dell’isola, e oltre 52.000 hanno ancora tetti provvisori sulle loro case. Per di più le macerie non sono ancora state completamente rimosse dalle strade dell’isola dove sono stati distrutti 26 ponti e non sono state recuperata totalmente le telecomunicazioni.
La stagione ciclonica del 2017 nell’Atlantico sarà ricordata perché è stata attraversata dai cicloni Irma e Maria e perché per la prima volta gli Stati Uniti sono stati colpiti in uno stesso anno da tre uragani di categoria 4 con una quantificazione del danno record di circa 200.000 milioni di dollari. Dal primo giugno al 30 novembre 2017 ci sono state 17 tormente delle quali 10 sono diventate uragani, 6 di loro di categoria maggiore, 3, 4 e 5 nella scala di intensità Saffir-Simpson.