Iniziamo dalla fine. Una bella manifestazione ben
organizzata, semplice tenutasi il 29 maggio. Non c’era tanta gente come altre
volte e spiccava la presenza di due carabinieri della stazza e portamento di
guardie reali.
Erano presenti l’ambasciatore e la sua famiglia, il
direttivo della Casa de Italia e in particolare il presidente e il vice
presidente Renzo Serravalle e Angelo Viro, il console onorario di La Romana,
Vincenzo Odoguardi, il Co.mi.tes con il presidente Paolo Dussich e il
consigliere Flavio Bellinato, tutto il personale dell’ambasciata, i membri
della Camera di Commercio Italo-Dominicana. La presenza di connazionali è stata
però almeno in apparenza inferiore a quella degli anni precedenti,
probabilmente perché l’evento è stato poco pubblicizzato.
A parte questo e a parte i discorsi devo dire che mi ha
fatto molto piacere sentire gli inni nazionali e in particolare il nostro che
abbiamo cantato volentieri. Un’emozione che vale più di mille parole!
A fare gli onori di casa è stata l’italo-dominicana Rosanna
Rivera Nardi un’affermata giornalista che esercita questa professione da quasi
30 anni. Della sua famiglia e del suo cognome abbiamo parlato in un nostro
articolo Famiglia Nardi
Come al solito nella Casa de Italia i discorsi si sono
svolti prevalentemente in spagnolo, sembra che questa sia una regola statutaria
dell’associazione. L’ambasciatore comunque al termine ha dedicato ai
connazionali alcune parole in italiano, illustrando brevemente l’andamento degli
affari consolari.
La giornalista Rosanna Rivera Nardi ha esordito tra l’altro
dicendo: “Mi rivolgo a voi in qualità dell’orgogliosa nipote di un italiano, di
Pietro Nardi Longo emigrato da Santa Domenica Talao che si è radicato a Puerto
Plata, lasciando in eredità ai suoi figli e nipoti l’amore per la patria amata,
l’Italia del cuore, la sua lingua, le usanze, la buona cucina, la sensibilità
al bello”. E ha proseguito così: “Siamo
orgogliosi e felici di annunciare l’arrivo di 120 anni di relazioni diplomatiche
tra la Repubblica Dominicana e l’Italia“.
Rosanna Rivera Nardi ha fatto riferimento anche a progetti
importanti tra entrambi i Paesi nell’ambito degli scambi culturali, della moda,
della tecnologia, della gastronomia, dell’architettura e della scienza “che
stringeranno i nostri lacci ancestrali armoniosamente.”
Successivamente è intervenuto l’ambasciatore in spagnolo.
Nel suo discorso ci sono aspetti molto interessanti.
“La nostra idea è quella di creare ponti vivi tra la Rep.
Dominicana e l’Italia. Abbiamo qui un’influente comunità italo-dominicana. Un
dialogo iniziato con Colombo ma che è proseguito nei secoli successivi.” Andrea
Canepari ha citato Giovanni Battista Cambiaso e Giovanni Battista Maggiolo
fondatori della Marina di guerra dominicana all’epoca dell’indipendenza del
1844. Ha ricordato la famiglia Vicini che ha trasformato l’economia del Paese e
ha menzionato la famiglia del connazionale Angiolino Vicini Trabucco che con
generosità ha donato gli edifici dell’ambasciata e della residenza, i Pellerano
che hanno creato il primo giornale del Paese, Frank Ranieri protagonista di
primo piano nello sviluppo dell’economia turistica dominicana ormai ai vertici
a livello mondiale e le storie più recenti di imprenditori italiani di successo
come quelle di Renzo Serravalle e Angelo Viro. Si è riferito anche al grande
influsso italiano nell’ambito ecclesiastico e ha menzionato il padre Fantino
Falco in processo di santificazione e il contributo dei Salesiani. Ha
continuato sostenendo: “Sono convinto che se rendiamo noto questo contesto di
esperienze culturali ed economiche possiamo creare nuove forme di cooperazione
insieme e al contempo creare ponti vivi per il futuro. Credo che se aggiungiamo
al nostro amore reciproco una maggiore consapevolezza di quelle che sono state
le nostre relazioni potremo capire insieme le strade da prendere in questi
difficili anni ricchi comunque di opportunità grazie alla globalizzazione. Sto
pensando a scambi universitari, investimenti, progetti culturali, nuova tecnologia
e in generale a una collaborazione che, basandosi sulle radici del passato apra
le porte ai settori del futuro. Tutto questo è possibile ma dobbiamo crederci e
seguire una strategia seria.” E ancora: “La mia idea soprattutto è creare un
anno di celebrazioni dell’eredità culturale italiana, un’occasione di dialogo
tra l’Italia e la Repubblica Dominicana, tenendo conto che 120 anni fa è
arrivato a Santo Domingo il primo ambasciatore italiano per cui celebriamo
quest’anno i 120 anni di relazioni diplomatiche. Mi sembra importante che
entrambi i Paesi possano lavorare insieme e creare con questi eventi simbolici
piccole, ma concrete opportunità per lo scambio”.
A questo punto Andrea Canepari si è rivolto ai presenti in
italiano, soffermandosi sul successo della riapertura dell’ambasciata al quale
hanno contribuito Roma, il Ministero degli Esteri e il governo con un forte
sostegno. E ha continuato: “Hanno mandato personale molto qualificato che ha
rafforzato l’organico dell’ambasciata, ci hanno permesso di assumere persone
qualificate anche qui, ci hanno consentito di cambiare i nostri uffici, ciò che
speriamo avvenga nei prossimi mesi, in modo da avere spazi dignitosi ed
efficienti che ci consentano di lavorare anche per voi in maniera molto più
efficace.” Si è soffermato brevemente sulle recenti elezioni, che pur in
presenza di inevitabili problemi si sono svolte con successo e sul fatto che i
ritardi nelle erogazioni dei passaporti e delle altre pratiche consolari sono
fortemente diminuiti. Ha riferito poi che oltre al Consolato di La Romana,
anche i vice consolati di Santiago e di Puerto Plata stanno acquistando nuove
competenze per essere in grado di erogare servizi consolari capillari sul
territorio dominicano ai connazionali che non risiedono a Santo Domingo.