Cerca nel blog

mercoledì 30 maggio 2018

Festa della Repubblica nella Casa de Italia. Andrea Canepari ha incontrato la comunità e ha parlato delle relazioni italo-dominicane storiche e delle loro prospettive di sviluppo



Iniziamo dalla fine. Una bella manifestazione ben organizzata, semplice tenutasi il 29 maggio. Non c’era tanta gente come altre volte e spiccava la presenza di due carabinieri della stazza e portamento di guardie reali.
Erano presenti l’ambasciatore e la sua famiglia, il direttivo della Casa de Italia e in particolare il presidente e il vice presidente Renzo Serravalle e Angelo Viro, il console onorario di La Romana, Vincenzo Odoguardi, il Co.mi.tes con il presidente Paolo Dussich e il consigliere Flavio Bellinato, tutto il personale dell’ambasciata, i membri della Camera di Commercio Italo-Dominicana. La presenza di connazionali è stata però almeno in apparenza inferiore a quella degli anni precedenti, probabilmente perché l’evento è stato poco pubblicizzato.
A parte questo e a parte i discorsi devo dire che mi ha fatto molto piacere sentire gli inni nazionali e in particolare il nostro che abbiamo cantato volentieri. Un’emozione che vale più di mille parole!

A fare gli onori di casa è stata l’italo-dominicana Rosanna Rivera Nardi un’affermata giornalista che esercita questa professione da quasi 30 anni. Della sua famiglia e del suo cognome abbiamo parlato in un nostro articolo Famiglia Nardi

Come al solito nella Casa de Italia i discorsi si sono svolti prevalentemente in spagnolo, sembra che questa sia una regola statutaria dell’associazione. L’ambasciatore comunque al termine ha dedicato ai connazionali alcune parole in italiano, illustrando brevemente l’andamento degli affari consolari.

La giornalista Rosanna Rivera Nardi ha esordito tra l’altro dicendo: “Mi rivolgo a voi in qualità dell’orgogliosa nipote di un italiano, di Pietro Nardi Longo emigrato da Santa Domenica Talao che si è radicato a Puerto Plata, lasciando in eredità ai suoi figli e nipoti l’amore per la patria amata, l’Italia del cuore, la sua lingua, le usanze, la buona cucina, la sensibilità al bello”.  E ha proseguito così: “Siamo orgogliosi e felici di annunciare l’arrivo di 120 anni di relazioni diplomatiche tra la Repubblica Dominicana e l’Italia“.
Rosanna Rivera Nardi ha fatto riferimento anche a progetti importanti tra entrambi i Paesi nell’ambito degli scambi culturali, della moda, della tecnologia, della gastronomia, dell’architettura e della scienza “che stringeranno i nostri lacci ancestrali armoniosamente.”
Successivamente è intervenuto l’ambasciatore in spagnolo. Nel suo discorso ci sono aspetti molto interessanti.
“La nostra idea è quella di creare ponti vivi tra la Rep. Dominicana e l’Italia. Abbiamo qui un’influente comunità italo-dominicana. Un dialogo iniziato con Colombo ma che è proseguito nei secoli successivi.” Andrea Canepari ha citato Giovanni Battista Cambiaso e Giovanni Battista Maggiolo fondatori della Marina di guerra dominicana all’epoca dell’indipendenza del 1844. Ha ricordato la famiglia Vicini che ha trasformato l’economia del Paese e ha menzionato la famiglia del connazionale Angiolino Vicini Trabucco che con generosità ha donato gli edifici dell’ambasciata e della residenza, i Pellerano che hanno creato il primo giornale del Paese, Frank Ranieri protagonista di primo piano nello sviluppo dell’economia turistica dominicana ormai ai vertici a livello mondiale e le storie più recenti di imprenditori italiani di successo come quelle di Renzo Serravalle e Angelo Viro. Si è riferito anche al grande influsso italiano nell’ambito ecclesiastico e ha menzionato il padre Fantino Falco in processo di santificazione e il contributo dei Salesiani. Ha continuato sostenendo: “Sono convinto che se rendiamo noto questo contesto di esperienze culturali ed economiche possiamo creare nuove forme di cooperazione insieme e al contempo creare ponti vivi per il futuro. Credo che se aggiungiamo al nostro amore reciproco una maggiore consapevolezza di quelle che sono state le nostre relazioni potremo capire insieme le strade da prendere in questi difficili anni ricchi comunque di opportunità grazie alla globalizzazione. Sto pensando a scambi universitari, investimenti, progetti culturali, nuova tecnologia e in generale a una collaborazione che, basandosi sulle radici del passato apra le porte ai settori del futuro. Tutto questo è possibile ma dobbiamo crederci e seguire una strategia seria.” E ancora: “La mia idea soprattutto è creare un anno di celebrazioni dell’eredità culturale italiana, un’occasione di dialogo tra l’Italia e la Repubblica Dominicana, tenendo conto che 120 anni fa è arrivato a Santo Domingo il primo ambasciatore italiano per cui celebriamo quest’anno i 120 anni di relazioni diplomatiche. Mi sembra importante che entrambi i Paesi possano lavorare insieme e creare con questi eventi simbolici piccole, ma concrete opportunità per lo scambio”.
A questo punto Andrea Canepari si è rivolto ai presenti in italiano, soffermandosi sul successo della riapertura dell’ambasciata al quale hanno contribuito Roma, il Ministero degli Esteri e il governo con un forte sostegno. E ha continuato: “Hanno mandato personale molto qualificato che ha rafforzato l’organico dell’ambasciata, ci hanno permesso di assumere persone qualificate anche qui, ci hanno consentito di cambiare i nostri uffici, ciò che speriamo avvenga nei prossimi mesi, in modo da avere spazi dignitosi ed efficienti che ci consentano di lavorare anche per voi in maniera molto più efficace.” Si è soffermato brevemente sulle recenti elezioni, che pur in presenza di inevitabili problemi si sono svolte con successo e sul fatto che i ritardi nelle erogazioni dei passaporti e delle altre pratiche consolari sono fortemente diminuiti. Ha riferito poi che oltre al Consolato di La Romana, anche i vice consolati di Santiago e di Puerto Plata stanno acquistando nuove competenze per essere in grado di erogare servizi consolari capillari sul territorio dominicano ai connazionali che non risiedono a Santo Domingo.