Che siamo in una dittatura non tanto soft i 17
milioni di populisti che hanno vinto le elezioni lo avevano capito. Si erano
già ribellati alla modifica della costituzione e si erano confrontati con
concetti nuovi come poteri forti, ingerenza di altri stati e dell’Unione
Europea sulle questioni nazionali ecc. Comunque si sa i burattinai sono
intelligenti e i populisti secondo loro non hanno tutti insieme un briciolo di
cervello. Si tratterebbe insomma di un popolo bue con tanto di anello al naso.
E allora i burattinai si sono messi a tavolino e hanno
preparato una legge elettorale che garantiva in ogni caso che nessun eletto
avrebbe governato. E infatti così è andata. E ha continuato a governare il PD
che è stato bocciato alle elezioni. Tutto secondo i piani!
Succede però che la gioventù è imprevedibile e i due
leader giovani che detengono insieme la maggioranza parlamentare si sono
inaspettatamente messi d’accordo. E ora come la mettiamo?
Questa grande intelligenza dei burattinai si è
rivelata un nulla di fatto. Nella loro boria non avevano previsto un’alleanza tra i
populisti. E allora?
Beh come al solito si è ricorso all'ingerenza anticostituzionale del presidente, che è sempre stata negli ultimi
decenni una soluzione di ultima istanza. Sì, ma la costituzione è chiara. Le
funzioni del presidente sono limitate. Questa volta qualcuno ha fatto fare al
capo dello stato e garante dell’unità nazionale una figura che rientra appieno
nella motivazione dell’impeachment.
Si può parlare tranquillamente di alto tradimento
altrimenti come si giustifica il veto alla nomina di un ministro per motivi di
spread o di gradimento dell’Unione Europea? Una persona che tra l’altro ha già
ricoperto in passato la funzione di ministro.
Ecco che è saltato alla ribalta qualcosa che gli
intelligenti di turno, la Merkel e Junker, tra gli altri, non sapevano e cioè
che così come stavano le cose il presidente avrebbe potuto essere destituito
dall’incarico e quella stessa maggioranza populista che ne avrebbe preso
l’iniziativa avrebbe potuto successivamente nominare un altro presidente.
Si è abbandonata la strada dell’impeachment, c’è
stato un ripensamento del presidente e ora partirà il governo populista.
Comunque in mezzo a tutto questo c’è stato un grande
frastuono e sono state annunciate più volte le elezioni anticipate, addirittura
per il 29 luglio. Il popolo bue con tanto di anello al naso pur avendo la
maggioranza e avendo quindi il diritto di formare un governo, e addirittura di
destituire il presidente e di nominarne un altro, avrebbe dovuto rinunciare a questo
vantaggio concreto per andare alla ricerca di una nuova conferma elettorale. E
la stampa e i talk show e i sondaggi non facevano altro che propiziare nuove
elezioni.
Certo che noi vecchi sappiamo per esperienza che è
meglio una fava oggi che due domani. E poi è un dato di fatto che siamo
dominati da una dittatura soft e che a comandare in Italia sono i poteri forti
che dall’estero manovrano i loro burattini al governo.
Nelle elezioni passate non ci sono stati brogli, non
erano necessari, tanto era tutto pronto perché un governo non si potesse fare in ogni
caso. La legge elettorale non l’avrebbe consentito. Comunque si è parlato molto
di nuove elezioni e qualcuno dall’estero aveva già iniziato a minacciare
anzitempo, sicuramente un’imprudenza, ma non serviva discrezione, in fondo il
popolo bue non capisce. E la minaccia era del seguente tono: “gli italiani
impereranno a votare”.
Tutto pronto, quindi, manovre finanziarie,
attentati?, brogli… Tutta una serie di misure che i padroni veri dell’Italia,
dei criminali?, avevano già in mente perché le percentuali di voto dei populisti
calassero drasticamente nelle nuove elezioni.
E ci sono state pure le lusinghe: fuorionda,
sondaggi incredibili, ecc. ma i giovani leader dei populisti non ci sono
cascati.
A questo riguardo servono anche le favole antiche
come ad esempio quella di Esopo del corvo e della volpe.
Il corvo aveva un pezzo di formaggio in bocca e la
volpe con le lusinghe è riuscita a farglielo mollare.
Questa volta i populisti hanno la maggioranza in
tasca e i giornali, i media tutti, il fuorionda del volpino D’Alema, i talk
show, i sondaggi, gli interventi a gamba tesa del presidente vorrebbero che vi
rinunciassero per tornare alle urne.
Ma quando mai?