Ho fatto il servizio militare come tanti
connazionali e non mi è mai sembrato che dire signorsì dalla mattina alla sera fosse
il massimo. Quando sono arrivato nella Rep. Dominicana mi sono accorto che se
all’interno di una caserma un militare di solito vale quanto il due di picche,
all’esterno invece assume un ruolo di tutto riguardo, che gli viene in genere riconosciuto
dalla società. In primo luogo c’è il rispetto che gli deriva dall’arma che
porta e in secondo luogo il traffico di influenze che vanta.
Ho sempre pensato che chi possiede un’arma non per
questo, date le conseguenze penali che ciò comporta, dovrebbe essere tanto
propenso ad usarla alla minima provocazione. Invece ho dovuto ricredermi e
questa convinzione per poco non mi porta alla tomba tanti anni fa.
Prima si perpetra l’omicidio, si arriva quindi al
fatto compiuto, e poi si sistemano le cose. Nel mio caso io, disarmato, sono
stato falsamente accusato di aggressione nei confronti di chi, armato, quasi mi spara, con tanto di (falsi) testimoni, quelli non mancano mai!
Nella ricostruzione della scena dell’omicidio ci
sono tante possibilità: le dichiarazioni dei testimoni, la presentazione in
giudizio della parte civile ecc. Insomma, c’è tanta strada da fare e con il traffico di influenze
spesso si agevola il tutto.
Il capitano Narciso Sánchez Jímenez della FAD è
stato arrestato nella giornata di oggi. Dopo una breve discussione per un
banale incidente di transito domenica scorsa ha esploso diversi colpi con
la sua pistola di ordinanza, uccidendo una donna e ferendo gravemente un uomo.
Gli è stata sequestrata una Glock con 11 capsule. Lo
vediamo nella foto.
Quando si parla di questi episodi di cronaca nera, c’è
sempre qualcuno che protesta e che sostiene che in Italia le cose stanno
peggio. Noi però ci troviamo nella Repubblica Dominicana e dobbiamo sapere
quali sono i rischi ai quali andiamo incontro quando ci aggiriamo per le strade
del paese che ci ospita. Tanti per propri interessi personali oppure per
capriccio non gradiscono che queste notizie vengano divulgate. Il connazionale
che arriva dall’Italia non dovrebbe essere consapevole che nella RD si rischia
di più che in patria. Si sostiene che in Italia gli africani stuprano le donne
e i poliziotti non possono sparare ai delinquenti.
A fare un discorso per sentito dire però non si
raggiungono risultati. Ci sono le statistiche ed è a queste che si deve fare
riferimento. Secondo le statistiche nella Repubblica Dominicana è 30 volte più
probabile finire morti ammazzati che in Italia.
Eppure nel Bel Paese c’è mafia, ndranghetta,
camorra, sacra corona unita, albanesi, macedoni, africani ecc.
Se l’Italia sembra un inferno, alla luce di queste
statistiche come dovremmo definire la Repubblica Dominicana?
Per quel che riguarda i poliziotti, qui sparano ai
delinquenti, ma spesso sono autori loro stessi di rapine.
È infatti una notizia di domenica scorsa che in una
sparatoria nel corso di una rapina a una
casa di pegno (compraventa) sono stati feriti due rapinatori incappucciati: appartenevano
entrambi alla polizia…
E non è un caso isolato, sia ben chiaro!