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sabato 26 maggio 2018

Il populismo si appresta a governare l’Italia. Un'ondata di idee innovative, la forza travolgente della gioventù... Comunque vada siamo già a buon punto!



E chi sono i populisti e cosa significa la parola populista? Dipende molto da chi la usa. C’è chi la pronuncia con disprezzo e in qual caso il suo significato sta per plebaglia ignorante, c’è chi invece le conferisce un valore innovativo legato alla democrazia più autentica, una corrente travolgente di idee inedite che scombussolano lo status quo.
Certo gli enciclopedisti che hanno inventato la democrazia, così come poi è stata attuata negli Stati Uniti per la prima volta, al populismo non ci avevano pensato. Si trattava per loro di un sistema di governo basato sulla volontà degli aventi diritto al voto, ma incanalato dagli interessi della borghesia ovvero dalla classe sociale che crea ricchezza attraverso le sue attività commerciali, finanziarie o industriali.
Ed è stato sempre così finché nel secolo XX con lo sviluppo dei media si è resa possibile la comunicazione di massa. In quel momento certi oratori che hanno saputo interpretare il pensiero dominante, il subconscio collettivo, sono riusciti ad appassionare le moltitudini. Ed è nato il populismo.
Tutto si è assopito dopo la seconda guerra mondiale, la democrazia ha continuato a funzionare secondo il suo regime standard fino a quando si sono diffusi i social network di internet. Da quel momento chiunque poteva salire su uno sgabello virtuale e fare un suo comizio. E anche qui abbiamo assistito di nuovo a inattese esplosioni di populismo, una fra tutte quella del Grillismo. Si parla di undici milioni di persone, alle quali si aggiungono i populisti della Lega. In tutto 17 milioni. E ora intendono governare. Hanno ragione, hanno torto, governeranno bene, governeranno male?
In questo caso il risultato non conta. Ci sono situazioni in cui il processo è più importante dell’esito finale. Ad esempio con il referendum modificativo della costituzione dove ha vinto il NO, quel che ha veramente contato è che le nuove idee ribelli, “populiste”, si sono radicate. Si è creato un fronte contro qualcosa che è apparso meno vago: gli interessi di un potere occulto, molto legato alle banche, ma non solo, che aspira a una globalizzazione a livello mondiale e che intende distruggere la nostra economia.
Oggi sta iniziando quindi un processo che vale molto di più del governo che prima o poi dovrà nascere e che ha già un programma ben preciso. Diciassette milioni di italiani saranno testimoni delle menzogne della stampa, dei tranelli della finanza internazionale, della manipolazione a tutti i livelli, delle minacce assurde, diventate tali a seguito dell’esperienza acquisita, tipo l’aumento dello spread, l’impennata del debito pubblico, il deficit dello stato. Diciassette milioni di italiani capiranno che se lavoriamo sette mesi e più l’anno solo per pagare le tasse non è per i servizi che lo stato ci rende, ma in gran parte per rimpinguare i forzieri delle banche, capiranno che queste, le banche, creano molto più denaro della Banca Centrale Europea e pur essendo gli artefici della crisi del 2008 non ancora superata sono destinatarie di lauti aiuti da parte dello stato. E non occorre nemmeno menzionare al riguardo i 20 miliardi di euro destinati generosamente dalla mattina alla sera al salvataggio del Monte dei Paschi di Siena.
E a questi diciassette milioni se ne aggiungeranno altri. Anzi se ne stanno già aggiungendo. Il populismo ha un effetto travolgente, innovativo, è democrazia pura ed è soprattutto “giovane”. Se questo governo nasce da Di Maio e da Salvini, nasce quindi da gente giovane. E la gioventù ha quella forza che non ti aspetti e le cariatidi, soldatini di piombo senza patria e senza idee proprie, massoni e lecchini vari, meri esecutori di ordini dall’alto vengono messi prontamente da parte come semplici birilli.
E attraverso questa esperienza, forse arriveremo alla vera soluzione di tutto: l’occupazione in massa delle strade. In quel momento ridiventeremo padroni del nostro Paese.