E chi sono i populisti e cosa significa la parola
populista? Dipende molto da chi la usa. C’è chi la pronuncia con disprezzo e in
qual caso il suo significato sta per plebaglia ignorante, c’è chi invece le
conferisce un valore innovativo legato alla democrazia più autentica, una
corrente travolgente di idee inedite che scombussolano lo status quo.
Certo gli enciclopedisti che hanno inventato la
democrazia, così come poi è stata attuata negli Stati Uniti per la prima volta,
al populismo non ci avevano pensato. Si trattava per loro di un sistema di
governo basato sulla volontà degli aventi diritto al voto, ma incanalato dagli
interessi della borghesia ovvero dalla classe sociale che crea ricchezza
attraverso le sue attività commerciali, finanziarie o industriali.
Ed è stato sempre così finché nel secolo XX con lo
sviluppo dei media si è resa possibile la comunicazione di massa. In quel
momento certi oratori che hanno saputo interpretare il pensiero dominante, il
subconscio collettivo, sono riusciti ad appassionare le moltitudini. Ed è nato
il populismo.
Tutto si è assopito dopo la seconda guerra mondiale,
la democrazia ha continuato a funzionare secondo il suo regime standard fino a
quando si sono diffusi i social network di internet. Da quel momento chiunque
poteva salire su uno sgabello virtuale e fare un suo comizio. E anche qui
abbiamo assistito di nuovo a inattese esplosioni di populismo, una fra tutte
quella del Grillismo. Si parla di undici milioni di persone, alle quali si
aggiungono i populisti della Lega. In tutto 17 milioni. E ora intendono
governare. Hanno ragione, hanno torto, governeranno bene, governeranno male?
In questo caso il risultato non conta. Ci sono
situazioni in cui il processo è più importante dell’esito finale. Ad esempio
con il referendum modificativo della costituzione dove ha vinto il NO, quel che
ha veramente contato è che le nuove idee ribelli, “populiste”, si sono radicate.
Si è creato un fronte contro qualcosa che è apparso meno vago: gli interessi di
un potere occulto, molto legato alle banche, ma non solo, che aspira a una
globalizzazione a livello mondiale e che intende distruggere la nostra
economia.
Oggi sta iniziando quindi un processo che vale molto
di più del governo che prima o poi dovrà nascere e che ha già un programma ben
preciso. Diciassette milioni di italiani saranno testimoni delle menzogne della
stampa, dei tranelli della finanza internazionale, della manipolazione a tutti
i livelli, delle minacce assurde, diventate tali a seguito dell’esperienza
acquisita, tipo l’aumento dello spread, l’impennata del debito pubblico, il
deficit dello stato. Diciassette milioni di italiani capiranno che se lavoriamo
sette mesi e più l’anno solo per pagare le tasse non è per i servizi che lo
stato ci rende, ma in gran parte per rimpinguare i forzieri delle banche,
capiranno che queste, le banche, creano molto più denaro della Banca Centrale
Europea e pur essendo gli artefici della crisi del 2008 non ancora superata
sono destinatarie di lauti aiuti da parte dello stato. E non occorre nemmeno
menzionare al riguardo i 20 miliardi di euro destinati generosamente dalla
mattina alla sera al salvataggio del Monte dei Paschi di Siena.
E a questi diciassette milioni se ne aggiungeranno
altri. Anzi se ne stanno già aggiungendo. Il populismo ha un effetto
travolgente, innovativo, è democrazia pura ed è soprattutto “giovane”. Se
questo governo nasce da Di Maio e da Salvini, nasce quindi da gente giovane. E
la gioventù ha quella forza che non ti aspetti e le cariatidi, soldatini di
piombo senza patria e senza idee proprie, massoni e lecchini vari, meri
esecutori di ordini dall’alto vengono messi prontamente da parte come semplici
birilli.
E attraverso questa esperienza, forse arriveremo
alla vera soluzione di tutto: l’occupazione in massa delle strade. In quel
momento ridiventeremo padroni del nostro Paese.