Cerca nel blog

domenica 20 maggio 2018

Gli USA no gradiscono l’avvicinamento della Repubblica Dominicana alla Cina




Sicuramente l’allacciamento delle relazioni diplomatiche con la Cina rappresenta l’evento più importante dell’anno per la Repubblica Dominicana. Si parla già dell’arrivo di 2 milioni di turisti cinesi all’anno con un apporto di 10 miliardi di dollari all’economia nazionale. Un bel passo avanti verso il traguardo dei 10 milioni di turisti all inclusive che l’italo-dominicano Frank Ranieri vuole raggiungere entro il 2022. Probabilmente ce la farà anche prima.
Tra poco una visita del presidente Danilo Medina alla Cina sancirà l’accordo e verranno istituite le sedi delle rappresentanze diplomatiche in entrambi i paesi, dando inizio a questa proficua relazione.
Da una parte c’è il turismo, che è il “petrolio” della RD, e dall’altra l’interesse della Cina per le risorse minerarie del territorio. E poi si parla anche di investimenti in aziende, soprattutto nella zona di frontiera, in grado di eludere l’aumento dei dazi imposti dagli USA per le esportazioni. Sono anche in vista investimenti ingenti nel settore turistico, altrimenti non ci sarebbe posto per i due milioni di arrivi che si aggiungono a quelli attuali.
Insomma la Cina mette piede nella Rep. Dominicana.
Gli Stati Uniti non hanno gradito la decisione di Danilo Medina. Se ne parla in questi giorni sui giornali. Un diplomatico dell’ambasciata USA, ancora senza ambasciatore ufficiale, ha fatto visita al presidente Medina per comunicargli che gli USA non sono soddisfatti dell’instaurazione di rapporti diplomatici con la Cina. I motivi precisi non sono stati rivelati, ma il diplomatico ha fatto riferimento a una moralità dubbia della Cina nello svolgimento degli affari e nell’erogazione di finanziamenti, allo scarso interesse per la protezione dell’ambiente e al mancato rispetto dei diritti dei lavoratori. La Cina dal canto suo ha reagito prontamente, invitando gli USA a non interferire nei rapporti con i suoi nuovi alleati.
Siamo sicuramente in presenza di una situazione di tensione. Evidentemente gli USA non tollerano che nei Caraibi, il loro orticello privato, si inseriscano altre potenze rivali. La Cina in effetti ha una sua strategia di espansione nei paesi in via di sviluppo soprattutto in quelli che possiedono risorse minerarie e materie prime in generale. È presente dappertutto e partecipa a progetti importanti. Nello scacchiere mondiale e soprattutto in America Latina ha già piazzato le sue pedine, creando disturbo al padrone del continente. Non dimentichiamo che da sempre, secondo la dottrina di Monroe, l’America è per gli americani.
La scelta di Danilo Medina va al di là dei notevoli vantaggi economici che si prospettano con l’allacciamento delle relazioni diplomatiche con la Cina.
In realtà gli USA sono padroni sì del continente, ma impongono solo regole e aiutano poco. Si fanno sentire per combattere l’omofobia, sono interessati alla concessione della cittadinanza dominicana agli haitiani illegali, le loro imprese sfruttano le risorse minerarie e ultimo ma non per importanza sostengono la persecuzione della corruzione politica attraverso le loro ONG. In America Latina i carceri pullulano di politici e addirittura di ex presidenti accusati di corruzione. Gli Stati Uniti non sono estranei a questa caccia ai corrotti. È destabilizzante e quindi conviene. Da loro non esiste la corruzione perché questa è praticamente legalizzata ed esercitata attraverso le lobby.
Ora arriva anche la stagione ciclonica e non è da scartare che la RD sia colpita da un uragano. Che queste forti tempeste vengano create dagli stessi americani come dicono i complottisti o che invece siano dovute al cambiamento climatico non fa quella grande differenza. Sta di fatto che l’anno scorso alle devastazioni degli uragani Irma e Maria non ha fatto seguito un deciso intervento di aiuto degli Stati Uniti nemmeno a favore di Porto Rico che è parte integrante del loro territorio.
La verità è che la RD e gli altri paesi dei Caraibi non si possono attendere niente dagli Stati Uniti.
Ecco allora che un avvicinamento a un’altra potenza appare giustificato. E l’unica potenza in grado di prestarsi a penetrare nel “protettorato USA” è attualmente la Cina.
Tutto bene, ma dobbiamo prendere atto che si è venuta a creare una situazione di tensione.
Dice Leonel Fernandez che la Repubblica Dominicana è un paese sovrano che ha il diritto di definire la sua politica estera.
In teoria ha ragione. In pratica vedremo.