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martedì 29 maggio 2018

Si parla di impeachment per Mattarella, cosa dice la costituzione? È mai successo in passato? Si può fare?



Impeachment: messa in stato d'accusa di persona che detiene un'alta carica pubblica, ritenuta colpevole di azioni illecite nell'esercizio delle proprie funzioni, allo scopo di provocarne la destituzione.
Lo stesso Mattarella di recente in un incontro con degli scolari, rispondendo a una domanda di un bambino si è espresso così:
Domanda: “Quando le capita di firmare degli atti che non le piacciono come si comporta?”
Risposta: “Quando mi arriva qualche provvedimento, una legge del parlamento o un provvedimento del governo, pur non condividendolo appieno ho il dovere di firmarlo. Anche se la penso diversamente devo accantonare le mie convinzioni personali perché devo rispettare quello che dice la Costituzione e cioè che la scelta delle leggi spetta al parlamento e la scelta dei decreti che guidano l’amministrazione dello Stato spetta al governo. E se non firmassi andrei contro la Costituzione. C’è un caso in cui posso anzi devo non firmare: quando arrivano leggi o atti amministrativi che contrastano palesemente con le norme costituzionali, ma in tutti gli altri casi non contano le mie idee, perché non è a me che la Costituzione affida quel compito di fare le regole e le leggi, ma lo affida ad altri, al Parlamento e al governo, e io ho l’obbligo di firmare perché se ognuno pensasse che le proprie idee personali prevalgono sulle regole dettate dalla Costituzione la Repubblica non funzionerebbe più.”
Sulla base di questa sua interpretazione del ruolo del presidente, Mattarella ammette in pratica di aver violato la costituzione. E ora cosa si fa? È la prima volta che succede?
Se due controparti legittime, i rappresentanti della maggioranza parlamentare e il presidente della Repubblica hanno un conflitto dovuto a una violazione della costituzione, in uno stato di diritto si deve ricorrere ai meccanismi previsti per il superamento di tale conflitto. Al riguardo l’articolo 90 della costituzione recita quanto segue: «Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione. In tali casi è messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune, a maggioranza assoluta dei suoi membri».
Il primo presidente minacciato di impeachment in Italia è stato Giovanni Leone, che si è dimesso nel 1978.
È stato minacciato di impeachment anche Oscar Luigi Scalfaro, dopo la caduta del primo governo Berlusconi e la nascita del governo guidato da Lamberto Dini (1995).
Il procedimento di impeachment è stato invece avviato soltanto per Francesco Cossiga, accusato dal Pds di Occhetto di aver attentato alla Costituzione con le sue “picconate”. Non si è mai arrivato però al voto.
Per Napolitano anche se i presupposti per un impeachment non sarebbero mancati non se n’è mai nemmeno parlato perché chi ne avrebbe avuto l’interesse faceva parte dell’opposizione e non disponeva del necessario numero di parlamentari.

L’avvio del procedimento infatti ha una ragione d’essere se chi contesta l’operato del presidente si può attendere il voto favorevole della maggioranza assoluta dei parlamentari. E questo attualmente è un dato di fatto.
Ed è un’occasione che non ci si dovrebbe far sfuggire tanto per mettere i paletti una volta per tutte all’eccessivo protagonismo dei presidenti che dopo Cossiga è diventato ormai una costante.
Mattarella ha sbagliato, l’impeachment può essere avviato e il meccanismo costituzionale previsto per queste situazioni deve mettersi in atto con urgenza: ne va di mezzo l’essenza stessa della democrazia.
La situazione di vantaggio della coalizione penta leghista in questo frangente è evidente e non si capisce come possa venire in mente di fare ritorno alle urne. In base a che cosa? Innanzitutto bisogna risolvere questo conflitto costituzionale, le maggioranze per istituire un governo ci sono, una figura dello stato sta prevaricando le sue funzioni… Non è con il ritorno alle urne che si risolve qualcosa.
Si deve andare avanti con l’impeachment, arrivare alla destituzione di Mattarella e alla nomina di un altro presidente. Il ritorno alle urne è inutile ed è addirittura un’offesa all’Italia e ai suoi cittadini.