Ieri ha sostenuto il
presidente Luis Abinader in uno dei suoi incontri di fine settimana che vale la
pena investire nella Repubblica Dominicana. Sicuramente avrà anche i suoi
motivi per essere convinto di questo, comunque, i casi di stranieri che hanno perso quanto
investito a causa di trappole legali nelle quali sono incappati non si contano.
Basti pensare all’imprenditore italo-canadese Carbone che introdusse nel Paese
oltre 100 milioni di dollari, li perse tutti e finì in galera dove trascorse
diversi anni. Vedi: https://comitaliasantodomingo.blogspot.com/search?q=carbone
Queste trappole
sono fatte di combriccole o mafie come le chiamano qui di avvocati, magistrati inquirenti e
giudicanti e forze dell’ordine. Non sono gli imprenditori o chi acquista
immobili e terreni può finire in queste trappole ma anche artisti di fama
mondiale.
È successo a
Ricardo Arjona, il cantante guatemalteco. Nel 2018, l'uomo d'affari dominicano
Saymon Díaz ha annunciato di aver citato in giudizio il cantautore guatemalteco
Ricardo Arjona per essersi rifiutato di offrire un concerto nel paese,
nonostante avesse ricevuto parte del denaro concordato.
Díaz, che ha
organizzato gli ultimi due concerti di Arjona nella Repubblica Dominicana,
accusa l'interprete di "El Taxista" di inadempimento contrattuale e
abuso di fiducia e chiede il risarcimento dei danni causati.
Il 10 febbraio
2018, Saymon Díaz, pochi minuti dopo la fine di un concerto di Arjona nello
stadio Quisqueya, è entrato con più di 15 persone armate e ha sequestrato più
di 35.000 chili dell'attrezzatura del cantante.
Arjona ha negato le
accuse e nel 2019 ha sostenuto che, nonostante da quasi due anni avesse vinto
tutte le cause legali relative alla violazione del contratto di cui Díaz lo
accusava, il governo non ha fatto nulla per restituire l'attrezzatura
sequestrata..
Non si sa come è
andato a finire il caso, ma la verità è che Arjona non è mai più tornato a
Santo Domingo.