Il voto argentino va rispettato. Lo dicono tutti. Javier
Milei il neo eletto presidente è sicuramente un soggetto che solo dal modo in
cui si presenta e dalla volgarità con cui si esprime non verrebbe preso in
considerazione altrove nel mondo. E questo senza tener conto dei suoi progetti
economici e politici. Ad esempio nella Repubblica Dominicana, Paese ritenuto
del terzo mondo, che non accetta la scurrilità quando si parla in pubblico,
Javier Milei sarebbe improponibile. In Italia qualche parolaccia la dicevano i
Grillini senza però fare mai riferimenti di carattere prettamente sessuale. In
Argentina sí. Quindici milioni di elettori hanno gradito e votato questo personaggio,
il che mette in evidenza la diversità culturale del popolo argentino rispetto
al resto del mondo.
Per quel che riguarda le sue proposte, sono volte come
lui stesso riferisce, a provocare uno shock a livello nazionale. Di certo non
esiste nessun paese a livello globale che abbia adottato o adotti attualmente un
sistema anarco-capitalista come quello proposto da Milei.
In realtà la maggioranza della gente che lo ha votato non
ha capito il progetto del neo eletto presidente, sono rimasti ipnotizzati dalla
parola LIBERTÀ che non significa altro che assenza dell’intervento dello stato
e governo ai detentori di capitali, privatizzazione delle imprese statali e dei
servizi pubblici.
Quindici milioni di argentini non hanno capito niente e
sono caduti nella trappola posta dall’ex presidente Mauricio Macri, che è
comparso al fianco di Milei, sostenendo che non c’era niente da temere, che lui
avrebbe funto da garante.
Ma il neo-eletto presidente ha confermato che il suo
progetto politico ed economico non è trattabile e che verrà eseguito punto per
punto. Questo lo sapeva Macri in partenza, ma non lo sapevano gli incauti
elettori. Milei, che qualcuno sostiene che è un agente del Mossad, non ha
bisogno di Macri, alle sue spalle ci sono gli Stati Uniti, Israele e il
sionismo mondialista.
La vittoria elettorale dell’anarco-capitalista è in
realtà una vittoria geo-politica importantissima per gli Stati Uniti, in
termini di sostegno al dollaro che è in una profonda crisi, in termini di
risorse di materie prime e di controllo della produzione agricola e delle
esportazioni alla Cina, in termini di non aderenza al BRICS. È una vittoria
anche per Israele che ha gli occhi puntati sulla Patagonia, da sempre un’alternativa
alla Terra Promessa del Medio-Oriente.