Ogni tanto capita che qualche partito politico si imponga
alle elezioni, adottando il ricorrente tema politico della lotta alla
corruzione. È successo in Italia con il M5S nel 2018. È successo ieri in
Argentina con il partito La Libertad Avanza. Anche nella Repubblica Dominicana
si è verificato qualcosa di simile nel 2020.
Ed è interessante scoprire che a distanza di 250 anni
circa dall’avvento della democrazia si continui a pensare che questa possa
esistere senza la corruzione.
Invece, di fatto, la democrazia equivale a un mercato
dove fette di potere vengono messe all’asta ogni giorno sotto forma di leggi,
affari vari, appalti e incarichi.
Si conoscono anche le tariffe in vigore in questo mercato
che si aggirano un po’ dappertutto sul 10%, il che si evince dalle
dichiarazioni in tribunale dei vari imputati di casi di corruzione, ad esempio
nella Repubblica Dominicana, del caso Odebrecht.
Chi vuole aggiudicarsi un appalto deve presentare un’offerta
bassa e deve pagare la tangente ai politici di turno. Questo è dimostrabile? No,
ma è arguibile. Alcuni esempi:
cade il ponte Morandi a Genova provocando la morte di 43 persone;
crolla un muro di contenzione nel viale 27 de Febrero a
Santo Domingo, muoiono 9 persone.
Altri esempi?