L’Ucraina ha sacrificato un’intera generazione di uomini.
I soldati caduti nella guerra in corso superano la cifra di 500.000. I feriti
rimasti menomati per tutta la vita soprattutto a seguito di amputazioni di arti
sono altrettanti. L’età media dei soldati ucraini attualmente in forza è di 43
anni. Tanti ultracinquantenni sono stati arruolati e inviati al fronte.
Si combatte e si muore per la libertà. A tal fine diversi
paesi sono intervenuti a favore dell’Ucraina con ingenti finanziamenti e
forniture di armi, tra cui anche l’Italia. La giustificazione di questi aiuti è
che non si può abbandonare una nazione che combatte per la sua libertà.
Nel caso dell’Ucraina si intende per libertà l’espulsione
delle truppe russe dai territori occupati compresa la Crimea, tutti popolati da
russofoni che erano oggetto di persecuzione e di pulizia etnica da parte degli
ultranazionalisti filo-nazisti Azov.
Per questa libertà vale la pena morire? Si vede di sì. Di
questo parere sono i governi dell’Unione Europea compreso il nostro e in genere
tutti i paesi occidentali.