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giovedì 16 novembre 2023

La camicia nera e il saluto romano

 


La camicia nera e il saluto romano fanno parte di un passato che si è voluto cancellare per sempre. Dopo la seconda guerra mondiale con l’avvento della Repubblica e della democrazia l’apologia del fascismo è diventata penalmente perseguibile e non si è mai capito cosa s’intendesse per tale. Le sentenze dei tribunali e della Cassazione sono contraddittorie al riguardo. Di certo il colore della camicia conta poco e il saluto romano pare possa essere penalmente rilevante solo se contestuale al canto dell’inno nazionale.

La democrazia fece ritorno e per prima cosa si stabilirono restrizioni di parola e di pensiero antidemocratiche.

In realtà non è successo niente di nuovo. La storia si ripete, come sosteneva il filosofo napoletano Giambattista Vico. A suo tempo Napoleone Bonaparte, prima di cedere il territorio della Repubblica di Venezia all’Austria rimosse i leoni di San Marco. I vincitori della seconda guerra mondiale fecero praticamente lo stesso, cedettero solo una parte del territorio italiano, tra cui l’Istria, mantenendo le loro basi e chiamandosi alleati anziché forze di occupazione, influendo direttamente e indirettamente nella politica nazionale e internazionale dell’Italia fino ai nostri giorni.

Si volle vietare tutta la simbologia fascista, un compito ben più difficile di quello di Napoleone, che si limitò a rimuovere i leoni di San Marco. Tant’è che non solo non si riuscì nell’intento, ma che qua e là a distanza di 78 anni si vede ancora qualche camicia nera, qualche saluto romano e tanti ammennicoli che ricordano il ventennio. E c’è sempre chi fa le foto di questi italiani e le pubblica, ritenendo che si tratti di cose penalmente perseguibili e non di manifestazioni di una libertà di pensiero e di parola, che la democrazia, se esistesse per davvero, dovrebbe tutelare.

Cosa c’è di male nel ricordare che durante un ventennio il nostro governo fece gli interessi degli italiani, diffuse l’amore per la patria, per la nostra cultura, storia e lingua, combattendo la mafia e la massoneria, tumori maligni dell’Italia da sempre, al servizio delle forze di occupazione e dell’élite globalista che puntano allo smantellamento del nostro Paese e che favoriscono la sostituzione etnica?

Nella foto: Saluti romani al corteo per Sergio Ramelli: tutti assolti in appello i 16 imputati