Il decreto del 9 luglio del 2021 del Ministero dell’Interno
ha avviato la fase precedente l’introduzione del voto elettronico all’estero.
Dopo oltre due anni si inizia con la sperimentazione. Nei giorni 13 e 14
dicembre avrà luogo una simulazione di voto alla quale potranno partecipare i
cittadini italiani maggiorenni in possesso dell’elettorato attivo e residenti
all’estero nelle circoscrizioni consolari di Stoccolma, Londra, Monaco di
Baviera e Charleroi. I cittadini in questione potranno collegarsi nelle
menzionate date al Portale E-vote, autenticandosi con l’identità digitale SPID
(Sitema pubblico d’identità digitale), con una CIE (Carta d’identità
elettronica) con credenziali attivate a livello 2 o con la CNS (Carta nazionale
dei servizi o anche Tessera Sanitaria). A tal fine essi potranno utilizzare i
propri dispositivi elettronici: smartphone, tablet o personal computer.
Si dice che parteciperanno alla simulazione anche la
Turchia e le nazioni dove in particolare si sono denunciati ultimamente brogli
significativi nel rilascio della cittadinanza italiana.
Diverse forze politiche sono convinte che, con le dovute
garanzie e certificazioni, questa modalità di voto possa rappresentare una
valida alternativa al voto per corrispondenza previsto per le elezioni
politiche. Si vuole evitare qualsiasi eventuale forma di raggiro come quelle
che si sono verificate in passato.
Senza voler mettere il bastone tra le ruote a questa
sperimentazione che sicuramente avrà un esito positivo e che consentirà con
ogni probabilità il passaggio dal voto per corrispondenza al voto elettronico,
si fa notare che ad esempio da noi, nella Repubblica Dominicana, non è
possibile avere lo SPID e nemmeno il CIE o il CNS. Quindi siamo ancora lontani
di fatto dall’accesso a questa innovazione.
Il voto italiano per corrispondenza si presta dappertutto
ma, dati statistici alla mano, principalmente in Argentina, a dei clamorosi e
costanti brogli. Proprio la Repubblica Argentina nel recente primo turno
elettorale per le elezioni presidenziali ha abolito il voto per corrispondenza:
i cittadini argentini residenti all’estero si sono recati alle urne nei
consolati della loro circoscrizione, hanno fatto lunghe file e hanno votato. E
questa forse è l’unica modalità di voto totalmente affidabile. Vota chi ci
tiene a votare! Stranamente il voto presenziale non viene preso in
considerazione dalle nostre autorità in primo luogo per l’Argentina dove
risiedono oltre un milione di italo-argentini sparsi in un territorio
vastissimo ma con ben 9 consolati di prima categoria e 40 uffici di seconda
categoria cui sono preposti funzionari onorari.