Cerca nel blog

lunedì 28 ottobre 2019

Italiano sviene nella “carcelita” del Palazzo di giustizia di Santo Domingo Este



Non di conosce nessun dato del connazionale. Lo vediamo nella foto, apparentemente sulla sessantina, seduto sul pavimento dopo essere stato sottoposto alla “cura” dell’idrante per farlo rinvenire. Non è stato nemmeno chiamato il 9-1-1 per un’assistenza medica che sarebbe stata opportuna per probabili problemi di ipertensione o di ipoglicemia o altro che ad un’età non più giovanile possono presentarsi in situazioni di stress. La carcelita è una cella dove vengono rinchiusi gli imputati in attesa di giudizio. Si tratta di 20mq (4 x 5).
Per finire in carcere qui serve solo essere in libertà, dicono coloro che se ne intendono. Può capitare a ognuno di noi e non c’è pietà per nessuno. Basta una denuncia anche inventata di sana pianta.
Quanto può sopravvivere un italiano abituato a ben altri standard in un posto così? Naturalmente più che di reclusione si deve parlare di pena di morte.
Tra i circa 200 reclusi ci sono rapinatori  e assassini vari, ad esempio uno dei compagni di cella del connazionali era il violentatore e assassino della bambina di 10 anni di qualche giorno fa.
Dopo averlo fatto rinvenire con l’acqua dell’idrante l’italiano è stato ammanettato e per ulteriore sicurezza uno degli agenti di polizia gli ha  posto un piede sulle gambe in modo da impedirgli ogni movimento. Questo ha indignato gli altri carcerati che hanno protestato per la situazione di ressa in cui si trovano in quello stretto spazio adibito a carcere.
Successivamente è giunto un veicolo che ha trasferito i reclusi a La Victoria e in altri penitenziari.

MAIE: dagli Appennini alle Ande, due sconfitte indirette nello stesso giorno




L’alleanza giallo-rossa viene fortemente ridimensionata in Umbria e Cambiemos viene malamente cacciato dalla presidenza in Argentina.
Nel 2015 l’on. Merlo e il suo staff MAIE avevano appoggiato decisamente Mauricio Macri. Li vediamo insieme nella foto. Il MAIE, infatti, è un partito politico che partecipa alle elezioni italiane nelle quali presenta i suoi candidati, ma che segue da vicino la politica argentina. È in grado di apportare numerosi voti anche nel paese sudamericano vista la doppia cittadinanza dei suoi aderenti e ne trae vantaggio. Ha inoltre un’importante struttura che gli consente di stringere alleanze, di concordare interventi vari, ad es. nell’assegnazione di scrutatori e di altri incarichi durante le votazioni.
Ovviamente ne risultano nomine diverse a favore degli aderenti al partito italiano con sede in Argentina. Un esempio di questo è Daniel Ramundo che è diventato nel 2015 parlamentare del Mercosur, carica che manterrà fino al prossimo mese di dicembre. Per quanto attiene a Ramundo c’è da dire che di cariche ne ha conseguito una importante anche in Italia in quanto è stato nominato con decreto segretario particolare dell’Onorevole Merlo agli affari esteri con un compenso lordo di 50.000 euro l’anno. Un segretario molto particolare visto che non parla praticamente l’italiano.
Al di là degli ideali portati avanti e sostenuti almeno formalmente dal MAIE ci sono tanti accordi che caratterizzano la sua esistenza e che rientrano nel mercanteggio politico vero e proprio delle piccole e grandi poltrone, dei posticini vari da assegnare e questo nei due continenti.
Ecco il discorso fatto da Mauricio Macri nel 2015
Italiani con il cambiamento
“Come figlio e nipote di italiani sono molto contento di annunciare che il Movimento Associativo Italiani all’Estero (MAIE) che rappresenta i cittadini italo-argentini nel nostro paese si è impegnato a lavorare per il Cambiamento e ad apportare il suo aiuto per avere l’Argentina che tutti sogniamo”.
È andata male in Argentina e in Italia, ma mentre la prima sconfitta l’on. Merlo la presentiva e aveva già fatto passi avanti verso i Fernandez, anche se si è incontrato privatamente con il candidato alla vicepresidenza di Cambiemos, Miguel Angel Picchetto, la seconda non rientrava nelle sue previsioni talché ha dichiarato in un’intervista a un giornale argentino che il governo giallo-rosso durerà fino alla fine della legislatura e avrà il compito di nominare il nuovo presidente.
Certo una battaglia non è la guerra, la sconfitta appenninica può non avere un seguito e può anche darsi che l’on. Merlo, vero esperto in politica italiana, abbia ragione e che l’alleanza giallo-rossa giunga a fine legislatura.

venerdì 25 ottobre 2019

Il Cile e la violenza dell’ultima goccia. Una situazione emblematica che ci induce alla riflessione




Vediamo in Cile delle violente manifestazioni per l’aumento del prezzo del biglietto della metropolitana nelle ore di punta di 4 centesimi di dollaro. La goccia che ha fatto traboccare il vaso. Un governo neoliberale che non si cura della gente e questa si rivolta, non ha niente da perdere…
E in Italia, i cittadini hanno qualcosa da perdere? Beh, bisognerebbe avere la sfera di cristallo e poter guardare nel futuro. Ci si chiede se le cose miglioreranno con il trascorrere del tempo.
Si capisce subito però che questa ipotesi è poco probabile. Abbiamo un debito elevatissimo di origine tecnica nato ai tempi in cui avevamo sovranità monetaria con il quale siamo entrati nell’UE e non avremmo dovuto. Si è cristallizzato come un debito qualunque e paghiamo i relativi interessi attraverso i titoli che emettiamo ai quali si aggiunge il famoso spread, vale a dire i punti in più per il maggiore rischio rispetto ai titoli tedeschi.
Non riusciremo mai ad abbatterlo. Questo anzi continuerà a divorare gran parte delle nostre risorse. Siamo schiavi di un debito che tale non è. Non abbiamo mai chiesto soldi in prestito. Eravamo padroni della moneta e del debito. Oggi emettiamo solo debito e chi emette la moneta, la BCE, non è disposta ad aiutare nessuno stato membro.
Per diverso tempo ogni mese sono stati immessi sul mercato però quasi 100 miliardi di euro, ma per gli stati non ci sono aiuti e per l’Italia men che meno. E le altre nazioni sono disposte a venirci incontro? I tedeschi dicono di noi che siamo spaghetti fannulloni con mandolino e ci invitano a rimboccarci le maniche e a lavorare. Non un centesimo per noi. I francesi invece non scendono in dettagli, con una smorfia sprezzante ci chiamano maccaroni de merd. Basta e avanza.
La sfera di cristallo c’è già e il nostro futuro sarà il presente della Grecia.
“La Grecia lascia morire i suoi malati. Sanità al collasso, suicidi da record”
Una notizia che proviene da un servizio recente delle “Iene”.
Tutto per colpa dell’austerità, dei tagli alla sanità, alle pensioni e per gli aumenti delle tasse imposti dall’Europa per far ripagare ad Atene il suo debito.
I greci sono stati traghettati in questo inferno da politici apparentemente dalla parte del popolo che a conti fatti hanno agito come i peggiori neoliberali. Non usano la cravatta, ma si vendono. Qualunque analogia con il governo giallorosse è puramente casuale? La differenza sta nella cravatta…
E allora vale la pena che i nostri ragazzi come pecore al macello si imbarchino in treni e aerei per andare a cercare fortuna e soprattutto umiliazioni all’estero?
Non sarebbe meglio che alzassero la voce, che se la giocassero in patria? In fondo anche loro, come i cileni, non hanno proprio niente da perdere perché tutto è già perduto fuorché la vita perché anche l’onore è finito alle ortiche.


Omicidio Testoni, altra versione


Omicidio Testoni
Altra versione. Questa volta dalla viva voce dell’imputata Arisleida Caraballo che a quanto pare non è affatto rea confessa come i giornali hanno finora dato a intendere. Mentre veniva tratta in arresto dalla polizia Arisleida è stata intervistata da un giornalista. Ecco il testo del colloquio:

Domanda:
Arisleida, cos’è successo?
Risposta:
Mi hanno coinvolta in questo. Io non c’entro con l’omicidio.
Domanda:
Come sono andate le cose?
Risposta:
Tommy mi minacciò con una pistola e mi disse che se parlavo o urlavo mi avrebbe sparato. Poi mi hanno rinchiuso nel bagno. Quando sono riuscita ad uscire dal bagno ho visto quello che stava succedendo.”

Arisleida, 24 anni ha tre figli. Quando venne arrestata era in compagnia del suo partner, il quale consegnò spontaneamente alla polizia 600 euro in banconote da 50 che Arisleida gli aveva affidato perché li custodisse  e che erano parte del denaro sottratto alla vittima.
I latitanti, Tommy e Yoeimi, sono fuggiti a San Juan de la Maguana dove sono ricercati dalla sezione omicidi della polizia locale.


Il caso di presunto stupro di Ciro “Grillo più altri tre” riaffiora dopo un mese di silenzio stampa



Parvin Tadjk 59enne è sua madre ed è la moglie di Beppe Grillo. La vediamo nella foto. Cittadina iraniana ha pensato bene di dare a suo figlio un nome glorioso della sua etnia. Ciro II di Persia o il grande Ciro. Il nome altisonante non si addice molto al rampollo di Grillo che ha tutta l’aria di essere un balordo.
Parvin, una bella donna, nonostante l’età, riesce a far pensare che sia vero quel che l’Elevato Belin va dicendo e cioè che per la salute della sua prostata intrattiene 23 rapporti sessuali al mese.
Per diverse settimane sulla vicenda dello stupro c’è stata una sorta di silenzio stampa. Non si è saputo più nulla.
Ha fatto più scalpore la passeggiata del figlio sedicenne di Salvini a Ravenna sulla moto d’acqua della polizia.
Al tempo dell’inizio del black out delle notizie si sapeva che la Tadjk doveva essere sentita in quanto si trovava nell’appartamento accanto a quello dove il rapporto sessuale incriminato ha avuto luogo. Ora è noto, pare che lo abbia riferito due o tre giorni fa, che lei non si è accorta di niente perché dormiva. Bisogna ancora sentire la domestica. Piano piano, con tutta la calma l’indagine si avvia verso la conclusione e si dovrà decidere il rinvio a giudizio dei giovani o meno.
Gli elementi per esprimere un giudizio dovrebbero esserci tutti. Il rapporto è stato filmato da uno dei tre, l’unico che non ha avuto un amplesso con la ragazza. E’ stata identificata l’amica che dormiva ubriaca in cucina. Attendiamo il seguito.
A rigor di logica dovrebbe trattarsi di uno stupro per il solo fatto che la diciannovenne milanese era in stato di ebbrezza. Vedremo come andrà a finire. Abbiamo tutto il tempo.
Notiamo però che le informazioni fornite alla stampa sin dall’inizio sono state un po’ tendenziose. La denunciante è stata definita una modello di origine scandinava. Invece si tratta di una studentessa, diplomata in uno dei migliori licei italiani e facente parte di una famiglia benestante con il padre norvegese. A questo punto si sarebbe potuto dire che il figlio della Tadjk è un  energumeno amante delle arti marziali che nei social parla liberamente di stupro e che è di origine iraniana. Viste così le cose si ha tutta un’altra impressione…

sabato 19 ottobre 2019

Pietro Testoni: la confessione della ex




Dal contenuto della confessione scritta di Arisleida Caraballo emergono delle novità
Lei, la sorella Yoeimi, incinta di quattro mesi, e il di lei compagno 23enne Thonmy sono entrati nell’appartamento con delle chiavi lanciate dallo stesso Testoni dal balcone di casa sua. Il connazionale aveva un appuntamento con Yoeimi per un rapporto sessuale. Si vede che non era la prima volta. Quando Arisleida venne a conoscenza di questo si sorprese molto perché lei era stata la donna dell’anziano per quattro anni, anche se a quanto pare si erano lasciati nel febbraio scorso. I tre si recarono a bordo di un ciclomotore all’abitazione del connazionale. Il Thonmy si fermò vicino a un colmado e mandò Arisleida a comprare dell’ammoniaca da usare in bagno. Una volta dentro l’appartamento hanno bevuto del vino offerto dall’anziano. Poi Arisleida andò in bagno e il Testoni e Yoeimi entrarono in camera. Dopo qualche minuto vi entrò anche il Thonmy, scaraventò l’italiano sul letto, gli coperse la faccia con un pantalone intriso di ammonica e continuò a versargli questo liquido in faccia finché smise di muoversi. Dopodiché gli sfilò un anello che indossava e con degli attrezzi che trovò in cucina ruppe alcuni lucchetti e aprì una cassaforte contenente del denaro. Riempirono poi uno zainetto che Yoeimi si era portata dietro appositamente con degli oggetti del Testoni, tra questi, due orologi che trovarono in un cassetto. Se ne andarono via, lasciando Arisleida nella fermata di un tassì. Il giorno dopo si presentarono da lei e le consegnarono 700 euro dei 3700 e di una cifra imprecisata di pesos che si trovava nella cassaforte. Da quel momento non si è più saputo niente dei due.
Stranamente non si parla in questa confessione del perché il connazionale è stato denudato e legato mani e piedi. Non si capisce nemmeno come mai l’anziano sapendo che il giovane era il compagno di Yoeimi sia entrato in camera con lei per avere un rapporto sessuale.
Da queste parti si impara presto una cosa: i morti non possono controbattere le dichiarazioni dei vivi! Il bello è che i giudici spesso di questo non tengono conto.

Un altro italiano ucciso a Boca Chica.






È il secondo in meno di una settimana.
Il connazionale Nicola Gerosa, 57enne, è stato vittima di un agguato alle 22:30 circa di ieri. Mentre transitava nella via Juan Bautista Vicini, delle persone a bordo di due veicoli lo hanno intercettato e gli hanno sparato colpendolo più volte. È stato trasferito d’urgenza all’ospedale locale dove è deceduto. Presentava ferite di arma da fuoco in diverse parti del corpo.
Il Geroso si trovava insieme alla moglie che è rimasta illesa. Era proprietario di diversi negozi sia ad Andres che a Boca Chica.
Si stava recando al Piano Bar, il negozio che gestiva nella centrale via Duarte della cittadina balneare.

La polizia ha detenuto il socio 42enne Cristian Besana, anche lui italiano, per finalità investigative.