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sabato 30 giugno 2018

A distanza di 48 ore dalla rapina della succursale Hiper Uno del BPD ha avuto luogo oggi la prima sparatoria tra la polizia e i rapinatori



La polizia nazionale ha riferito oggi che sei poliziotti sono rimasti feriti in una sparatoria originatasi quando si intendeva fare una perquisizione in un’abitazione sospetta. La zona è il settore Vietnam del rione Los Mina di Santo Domingo Este. La residenza era stata localizzata e individuata come sospetta a seguito delle indagini in corso da giovedì 28 quando si è verificata la rapina alla succursale bancaria.
L’azione temeraria del commando di rapinatori armati fino ai denti con armi potenti e indumenti militari ha evidentemente rappresentato una sfida per le forze dell’ordine, un caso da risolvere immediatamente, ne andava di mezzo l’onorabilità della polizia nazionale. La reazione è stata immediata e i risultati sono stati raggiunti in tempi brevissimi con spargimento di sangue purtroppo tra le forze di polizia.
A occuparsi del caso non sono state figura di secondo piano, ma addirittura ufficiali di alto rango della polizia nazionale. Sono, infatti, rimasti feriti un colonnello, due tenenti colonnelli e un maggiore oltre a un sergente e a un agente.
Due dei menzionati ufficiali sono rimasti gravemente feriti e si dibattono tra la vita e la morte. Dal giorno della rapina nessuno di loro aveva fatto ritorno a casa. Dei due gravemente feriti non si sa se questo accadrà. In questi termini si è espresso il portavoce della polizia nella conferenza stampa che ha avuto luogo alle ore 15 di oggi.
Le forze di polizia e la DICRIM si sono presentate in una casa del summenzionato settore e prima ancora di dar corso alla procedura di rito hanno avvertito i vicini di mantenersi all’interno delle loro case perché esisteva la possibilità che si originasse una sparatoria. Difatti come tutta risposta all’annuncio della perquisizione, ci sono state le raffiche di un fucile M-16. Questi spari hanno sorpreso le forze dell’ordine e ne è conseguito il ferimento di sei poliziotti come riferito in precedenza.
Durante il confronto è stato abbattuto uno dei rapinatori finora solo identificato come Francis, che ha affrontato i membri della DICRIM con un fucile M16 con quattro caricatori e una pistola i cui dati non sono stati resi noti.
All’interno della casa c’erano altre due persone, un uomo 28enne e una donna 29enne, che sono state arrestate.
Tutti i feriti durante l'azione della polizia ricevono attualmente cure mediche in diversi ospedali della capitale.
Sul posto sono stati rinvenuto anche un fucile calibro 12, tolto a una delle guardie giurate della banca, una pistola Glocke di cui era in possesso uno dei clienti nel momento della rapina, una granata e una quantità indeterminata di denaro.
Gli altri membri del commando di rapinatori sono stati identificati e la polizia è alla loro ricerca. Come sempre in questi casi, è stato lanciato ai delinquenti l’invito a costituirsi volontariamente secondo le modalità preferite in modo da evitare altre sparatorie.

venerdì 29 giugno 2018

Rapina nella succursale Hiper Uno del Banco Popular Dominicano. Novità e considerazioni




La rapina nella filiale del Banco Popular Dominicano del settore Isabelita ha avuto luogo a mezzogiorno nella giornata di ieri. Cinque uomini armati di fucili e pistole che indossavano giubbotti antiproiettili grigi e uniformi di tutto punto della polizia sono arrivati con due ciclomotori. Almeno uno di loro imbracciava un fucile M-16. Con tre passeggeri in un ciclomotore e in possesso di armi lunghe, non si può dire che abbiano fatto di tutto per passare inosservati.
Si sono fermati alla porta della banca e quindi a quella adiacente del supermercato Hiper Uno e hanno disarmato la guardia giurata esterna. Sono due le guardie giurate, ce n’è una anche all’interno. Tre di loro sono entrati subito in banca. In tutto dodici impiegati presenti, quattro al servizio assistenza, uno addetto ai finanziamenti, cinque agli sportelli, un dirigente e un addetto alle pulizie. Approssimativamente è così, si tratta in fondo della mia banca e la conosco bene.
C’è stato subito all’interno uno sparo a scopo intimidatorio, tanto per stimolare la solerzia dei dipendenti. Questi secondo il dirigente intervistato dopo la rapina hanno rispettato alla lettera il protocollo di comportamento previsto per questi casi e hanno consegnato ai rapinatori quanto richiesto.
Del resto è fuori dubbio che i delinquenti fossero a perfetta conoscenza delle disponibilità di contanti in pesos e in valuta estera giacenti in quel momento nella cassa della banca. Si sono portati via racchiuso in quattro valige un bottino di 3 milioni di pesos, 38 mila dollari e 5000 euro circa, in tutto oltre cinque milioni di pesos.
Si possono vedere due fotografie dei rapinatori. Uno con il casco da ciclomotorista e con il fucile imbracciato con la canna rivolta verso l’alto e l’altro alla cassa a viso scoperto e con un passamontagna indossato come copricapo mentre riceve i contanti.
All’ingresso della banca sono rimasti due di loro. Armi in mano, controllavano i passanti e le persone in entrata e in uscita dal supermercato. Le prime desistevano dall’entrarci e le altre venivano invitate a rimanere dov’erano.
Una volta fuori dalla banca con il bottino gli altri tre hanno ripreso i loro posti sui ciclomotori e hanno sparato delle raffiche in aria con l’M-16 mentre si davano alla fuga.
Dettagli:
Il commando non si è curato di passare inosservato. Hanno agito a viso scoperto, hanno sparato subito all’interno e hanno lasciato due uomini armati all’esterno. Indossavano abbigliamento militare, si parla anche di tute mimetiche, ma quelli di cui sono state pubblicate le foto portavano uniformi da poliziotti. Da escludere che la polizia non sia stata informata tempestivamente.
Questa però si è presentata sul posto in un secondo tempo e ha bloccato la strada per fare degli accertamenti.
I dodici impiegati della banca sono stati subito sottoposti a delle cure psicologiche. Se ieri questa affermazione sembrava anche plausibile, oggi viene in mente però che tale trattamento psicologico per il superamento del trauma sia anche una sorta di interrogazione mascherata. Sicuramente si tratta di una prassi di rito nei casi di rapina di una banca e del resto appare anche evidente che i rapinatori fossero bene informati sulla disponibilità di contanti della banca in quel momento e che si possa sospettare che ci siano state delle complicità al suo interno.
Appare anche evidente che i rapinatori non fossero dei delinquenti qualunque e che si trovassero a loro agio con le uniformi che indossavano e le armi che portavano: gente insomma con un buon addestramento militare mica delinquentelli dei bassi fondi! 
E non a caso qualcuno ha ricordato il tenente dell’esercito Percival che dopo diverse rapine a banche è stato ucciso in un motel nel quale si era rifugiato.


giovedì 28 giugno 2018

Si riscontra una forte recrudescenza della delinquenza nella Repubblica Dominicana. Oggi hanno rapinato la mia banca…



Quando l’ho saputo la prima cosa che ho pensato è quella di recarmi in banca per vedere che fine avevano fatto i miei soldi. Dopo mi sono ricordato che non ne ho e quindi mi sono tranquillizzato. Non avere soldi o averne pochi ha sempre qualche vantaggio almeno dal punto di vista dei patemi d’animo.
Del resto anche se ne avessi avuti tanti, quelli in realtà, lo sappiamo ormai tutti, hanno una natura meramente virtuale. Se vuoi trovare soldi la banca non è il posto più adatto. Contanti ne hanno pochi. Se ne porti tanti in deposito va a finire che ti arrestano come uno che recentemente ha voluto depositare in una volta mezzo milioni di pesos. Se li hai in deposito, sono tuoi e la loro origine è stata verificata non puoi recarti allo sportello così senza avvertire e chiedere di prelevarli perché deve essere espletata una procedura laboriosa con un preavviso di alcuni giorni in modo da consentirne l’approvvigionamento. Quindi quando si fanno queste rapine c’è sempre qualche informatore che rivela la disponibilità di una somma cospicua di contanti in un determinato momento.
Tornando alla delinquenza in auge di questi tempi nella Repubblica Dominicana, posso dire oggi di esserne rimasto vittima.
Cinque uomini a bordo di due ciclomotori si sono fermati all’ingresso della banca, la succursale Iper Uno calle 8 del rione Isabelita, hanno disarmato le due guardie giurate che erano in servizio, sono penetrati all’interno armati di pistole e fucili e hanno “prelevato” una quantità di denaro contante di cui non si conosce ancora l’importo.
Indossavano dei giubbotti grigi.
Erano presenti nella banca dodici impiegati e alcuni clienti. Non ci sono stati feriti.
La zona è stata isolata per effettuare i rilievi del caso.
Un’impiegata della banca che era incinta è stata ricoverata in ospedale a seguito di una crisi nervosa. Gli altri impiegati sono stati immediatamente sottoposti a trattamento psicologico e domani saranno sostituiti da altri colleghi in modo da consentire il loro completo recupero.
Una scena da far west, cinque banditi scendono dai loro “cavalli” armi e fucili in mano disarmano i guardiani entrano con i loro giubbotti grigi e uno di loro lancia l’avvertenza: “Fermi tutti questa è una rapina, o la borsa o la vita!” Gli impiegati procedono secondo le istruzioni che devono seguire in questi casi. Consegnano il denaro. Tutti sanno intorno alla banca che al suo interno è in corso una rapina, tutti, anche i bambini, sono dotati di smart phone, l’allarme è stato lanciato? La polizia è stata avvertita? Fuori ci sono i cavalli, anzi i ciclomotori, i bandoleros escono con il malloppo,  sparano quattro volte come nei migliori film western  italiani, una volta all’interno della banca e tre volte all’esterno, salgono sui loro veicoli e fanno perdere le loro tracce.
Questa è una storia che non convince. Non capisco, si diceva un tempo, non capisco, ma mi adeguo…

mercoledì 27 giugno 2018

Incontro dell’ambasciatore Canepari con la comunità italiana di Boca Chica



Ieri con inizio alle ore 14:30 nel Boca Beach Residence si è svolta la riunione . Erano presenti  il presidente del Comites, Paolo Dussich e i consiglieri Angelo Viro e Flavio Bellinato. Hanno assistito alla riunione tra gli altri l’ex senatore Giuseppe Visca, Ivo Bellaccini, Cesare Agliodo, Corrado Mancini, Vittorio Accolti Gil Vitale e altri.
La riunione è stata organizzata e voluta dal Comites. Boca Chica infatti pur essendo una cittadina molto rappresentativa per numero di iscritti AIRE e avendo anche legami storici con l’Italia non era stata ancora visitata ufficialmente dall’ambasciatore dopo un anno dall’assunzione del suo incarico e dopo numerose visite ad altre località sparse nel territorio.
Ricordiamo che si può dire che i fondatori di Boca Chica sono due italiani, uno nativo di Zoagli, Angiolino Vicini, tra l’altro anche donatore dei terreni su cui sono state costruite la sede dell’ambasciata e la residenza dell’ambasciatore, e l’altro, suo cugino Juan Bautista Vicini, oriundo, che è stato anche presidente della Repubblica Dominicana e che è sempre vissuto a Boca Chica.
Vista dai social la riunione non ha comportato delle sostanziali novità. “Speravo”, sostiene Ivo Bellaccini, “che il vento del cambiamento che tira a Roma avesse spalancato le porte del consolato di Santo Domingo, invece tutto rimane chiuso e dobbiamo risolvere ancora i nostri problemi con il Prenota Online.”
In effetti era partita proprio da Boca Chica un’iniziativa decisa per far ritornare l’erogazione dei servizi consolari alla normalità secondo lo standard delle ambasciate di paesi paragonabili al nostro per importanza economica a livello mondiale. Il servizio Prenota Online del resto non soddisfa nessuno e si trova attualmente nell’occhio del ciclone. Persino il sindacato al quale aderisce la maggior parte dei dipendenti della Farnesina lo ha definito una “catastrofe”.
Sono emerse anche le difficoltà cui va incontro l’utenza per ottenere un appuntamento. Al riguardo il dott. Canepari ha sostenuto che i servizi sono prenotabili telefonicamente o per e-mail. Vedremo! Ci attendiamo che questa affermazione venga confermata dai fatti anche se per la verità sembra molto improbabile che si riesca ad avere un appuntamento con queste modalità.
È stato trattato anche un altro tema che sta a cuore in particolare ai pensionati residenti nella Repubblica Dominicana e cioè quello della detassazione delle pensioni. L’ambasciatore ha liquidato l’argomento con le seguenti parole: “È una questione romana!”
In realtà sappiamo che le pensioni non vengono detassate perché non sussiste una convenzione contro la doppia imposizione tra l’Italia e la Repubblica Dominicana. E questa non esiste perché di fatto ritenuta inutile visti i sistemi impositivi completamente diversi dei due paesi. In ogni caso bisogna tener conto che nella Repubblica Dominicana le pensioni sono esenti dalle imposte e quindi anche nell’ambito di una convenzione tra entrambi i paesi non potrebbero essere detassate. Sembrava che questo aspetto fosse sfuggito ai richiedenti la detassazione. Invece no e c’è qualcuno che si sta dando da fare per far assoggettare nella Rep. Dominicana il reddito pensionistico a un’imposta del 5%. “Attenzione” dice Antonio Fiore, “che poi ci ritroveremo a pagare le imposte in entrambi i paesi”. Difatti la possibilità che venga stipulato un accordo contro la doppia imposizione tra l’Italia e la Repubblica Dominicana è remota proprio a causa della sostanziale diversità dei sistemi impositivi.
Altri connazionali presenti alla riunione sono dell’idea che “l’unica cosa che nessun ambasciatore potrà risolvere è il discorso pensioni. Invece tutte le altre cose di cui si è parlato le può fare se le vuole fare”. La comunità di Boca Chica non ritiene comunque di rinunciare a una normalizzazione dei servizi con attenzione allo sportello a seguito di presenza fisica e non di prenotazione.
“Una cosa degna di nota”, sostiene Vittorio Gil Vitale, “che è venuta fuori dalla riunione è che pare che il municipio di Boca Chica voglia dare all’ambasciatore un ufficio per metterci una rappresentanza. Magari se non vuole metterci un consolato (onorario) può metterci uno del Comites”.
Una riunione quindi dalla quale non è emerso niente di nuovo, se si esclude la novità della prenotazione online tramite e-mail e per via telefonica, e che conferma la volontà della comunità di un ritorno all’erogazione presenziale dei servizi consolari.
Se vogliamo si è chiusa con un ottimo rinfresco secondo le testimonianze dei presenti e con un’incognita da chiarire: cosa si intende per rappresentanza consolare a Boca Chica, quali sono i tempi presumibili in cui questa sarà attuata e con quali compiti.

martedì 26 giugno 2018

Passeggera proveniente dagli USA trasportava quasi mezzo milione di dollari nelle scatole dei corn flakes




Una storia finita male. Una delle tante. Ormai hanno mangiato la foglia e negli aeroporti sono alla ricerca soprattutto di soldi. Questa volta è successo nell’aeroporto internazionale del Cibao, di Santiago, precisamente domenica scorsa. Una cittadina statunitense  di origine dominicana, Reina Margarita Martínez, arrivata nel volo 837 di Jet Blue e procedente da New York ha cercato di introdurre nel territorio nazionale 414.935 USD senza procedere a dichiararli, anzi questi erano avvolti in carta di alluminio e inseriti in scatole di corn flake, presumibilmente alquanto numerose se hanno richiamato l’attenzione degli addetti ai controlli.
La signora Martinez ha dichiarato che le era stato affidato questo trasporto per un compenso di 12.000 USD e non ha rivelato i nomi dei committenti. Ora si trova nelle rogne e dovrà cercarsi i soldi per difendersi in qualche modo, anche se un primo periodo di detenzione di tre mesi a titolo di “coercizione” non glieli toglie nessuno, seguiti da una sicura condanna. A proposito il periodo di coercizione non viene scontato dalla pena quindi si aggiunge a questa.
La Legge 155-17 sul Lavaggio di Attivi e sul Finanziamento del Terrorismo stabilisce l’obbligo di dichiarare all’uscita e all’entrata nel paese quantità di denaro o di titoli per un valore superiore a 10.000 USD o il loro controvalore in un’altra moneta, attribuendo alla Direzione Generale delle Dogane in quanto autorità di frontiera la responsabilità del relativo controllo.

L’obbligo della dichiarazione dei valori è finalizzato a garantire che non venga introdotto nel paese denaro di provenienza illecita.
Qualche giorno fa nello stesso aeroporto è stata sequestrata la somma di 108.000 USD a un giovane proveniente sempre da New York anche lui contrattato per il trasporto del denaro.
Poco più di un mese fa nel porto di Haina Oriental si è cercato di introdurre nel paese oltre un milione e mezzo di USD, denaro che apparteneva a una rete operante a Santiago e a Santo Domingo e sulla quale si stava indagando.


Tentata rapina nell’ospedale Salvador Gautier con l’uso della burundanga




Ormai fa parte della cronaca di ogni giorno. Questo nuovo metodo adottato dalla malavita si diffonde a macchia d’olio.
La burundanga non si sa bene che tipo di sostanza sia, la chiamano anche scopolamina, qualcuno ritiene che si tratti di una miscela di sostanze e che vi sia inclusa anche la Belladonna, il veleno caro a Lucrezia e Cesare Borgia, i figli del papa Alessandro VI vissuti tra il ‘400 e il ‘500 e noti per la loro totale mancanza di scrupoli.
È una sostanza che non ha sapore, né colore, né odori riconoscibili, ma che ha la capacità di annullare la volontà della persona sottoposta ai suoi effetti che sono: stato di ipnosi, ubbidienza totale al rapinatore. Le modalità di uso le conosciamo già, basta toccare un bigliettino da visita o una banconota sulla quale sia stata spolverata la sostanza.
Nel caso dell’ospedale Gautier, ha subito l’aggressione una dottoressa sabato scorso nelle prime ore del mattino. Il rapinatore le ha strofinato un fazzoletto bagnato su un braccio. Altri due medici hanno notato che la collega era in difficoltà ed è bastato che le toccassero il braccio per entrare anche loro in trance.
I due dottori che avevano cercato di assistere la collega sono stati trasportati con l’aiuto di altri  medici al pronto soccorso, dove una volta giunti sono crollati anche se si sono ripresi due ore dopo. Per la dottoressa gli effetti della droga hanno persistito più a lungo ed è riuscita a rinvenire alle sei del pomeriggio.
Il delinquente, a quanto pare un uomo giovane, è riuscito a fuggire. Voleva rapinare i medici di recente assunzione nell’ospedale, ma non ci è riuscito.
Si tratta di una droga pericolosa i cui effetti permangono nel tempo e che può provocare anche la morte.
È stata costituita una commissione per indagare sulla diffusione di questa pericolosa modalità di rapina. Nonostante i numerosi casi ti utilizzo della burundanga finora non c’è stato nessun arresto
I rapinatori per non assorbire la sostanza usano colla trasparente scolare nelle mani come guanto.
A seguito di questa vicenda sono stati rafforzati i servizi di vigilanza degli ospedali.

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lunedì 25 giugno 2018

La sinistra perde nelle sue roccaforti, Pisa. Massa e Siena. Ma quale sinistra?



Chi aveva ancora dei dubbi circa la scomparsa da anni della principale forza politica di sinistra si è dovuto ricredere in questo breve periodo di gestione pentaleghista. Ogni giorno si scopre qualche nuova magagna del governo uscente, ma non solo: si vedono per la prima volta degli atteggiamenti da parte del governo in carica di tutela degli interessi nazionali nei confronti dell’Unione Europea. Questi trascendono il solo problema dell’accoglienza dei migranti. 
Il debito pubblico non è più il totem davanti al quale bisogna inginocchiarsi, si continua a insistere sul reddito di cittadinanza, sulla riforma della legge Fornero e su tante altre cose che sembravano chiuse definitivamente con una pietra tombale.
I vertici di quello che era il Partito Comunista Italiano hanno ceduto sicuramente non a titolo gratuito i loro elettori ai sostenitori di un’ideologia che è agli antipodi della sinistra tradizionale.
Sono internazionalisti, sì, ma non pensano ai cittadini, bensì alle elite finanziarie, a un nuovo ordine mondiale sottoposto a un’oligarchia profondamente antidemocratica, i cui vertici sono già noti.
Sono favorevoli all’immigrazione di massa per creare tensione all’interno delle società progredite, per ottenere più a buon mercato manodopera nonché soldatesche per la futura repressione di proteste dei cittadini, per fare insorgere conflitti etnici e religiosi ovunque secondo il principio sempre in voga del: “Divide et Impera”.
Sono antifascisti perché è un ritornello che va sempre bene, che non significa niente, ma che funziona, che si sposta in un’epoca che praticamente nessuno di noi ha esperimentato da adulto, un bau bau, l’uomo della borsa che continua a far uscire per la strada i lobotomizzati della pressione mediatica di regime, ma che fa sempre meno presa.
Cantano Bella Ciao perché fa sempre effetto. Fascismo cosa? Guerrafondaio? Razzista? Antidemocratico? Oppure fascismo nel senso di sovranità nazionale, antimassonico, casa e lavoro per i meno abbienti, sovranità monetaria, nazionalizzazione delle banche? Ecco la domanda è “Fascismo in che senso”?
Tagliano la spesa sociale, allungano i tempi per andare in pensione, si augurano che la vita media diminuisca per risparmiare sulla spesa sociale. 
S’inchinano di fronte ai mercati finanziari, alla volontà dell’Unione Europea e sono proni al diktat di competitori a livello europeo come la Francia e la Germania.
Non c’è più una sinistra! E chi è arrivato allora ai vertici di ciò che era il partito comunista italiano e il partito socialista? Una risposta facile, basta guardarsi intorno: innanzitutto la struttura di base è quella del Partito Radicale di Marco Pannella e di Emma Bonino. Al tempo non capivamo da che parte fossero dal punto di vista politico, erano pro omosessuali, hanno candidato delle porno star, erano pro-aborto e per il divorzio. Ma in realtà dietro alle apparenze nascondevano l’ideologia liberale: una destra spietata e becera a confronto della quale il fascismo è un socialismo spinto: riduzione delle tasse, eliminazione per quanto possibile della spesa sociale, dell’assistenza sanitaria, dell’istruzione pubblica. Ognuno si deve arrangiare, vigono le regole del libero mercato. Lo stato non deve inervenire. 
Certo, si dirà, ma il PD aumentava la pressione fiscale in continuazione. Sì, lo faceva perché quanto ricavato dall’erario andava in grandissima parte a finire nei forzieri delle banche per la copertura degli interessi del debito pubblico.
La sinistra non sta quindi scomparendo. Semplicemente gli elettori si stanno accorgendo che non esiste più...

Un’iguana come animale domestico? Certo! È di moda anche in Europa e a Santo Domingo la vendono per le strade… Ma è meglio starne alla larga!




Il Ministero dell'Ambiente avverte la popolazione di non acquistare l’iguana verde, la specie esotica invasiva, che viene venduta per le strade come animale domestico.
Oltre a rappresentare una minaccia per la fauna endemica è portatrice di agenti patogeni che possono provocare malattie agli essere umani.
L’iguana verde è stata introdotta nel paese un paio di anni fa e proviene dal Centro America in particolare da El Salvador, Guatemala e Costa Rica. Si riproduce velocemente e in grandi quantità.
Rappresenta un rischio per la salute umana, per la biodiversità e per le colture agricole.
In una comunicazione stampa, il Ministero dell'Ambiente e delle Risorse Naturali ha sostenuto che il rettile è riuscito a diffondersi in diversi habitat in cui compete con le specie endemiche per il cibo e per il territorio.
La popolazione viene invitata a cooperare con le autorità per evitare in primo luogo di acquistarla o di venderla o di tenersela come un animale domestico e a denunciare i casi di vendita di iguane per le strade in modo da consentire la loro raccolta per farle uscire dagli ecosistemi e dagli habitat nazionali.
Si cerca di evitare che vengano colpite le specie endemiche, in particolare l'iguana Cyclura cornutayCyclura ricordique, da conservare come parte del patrimonio naturale dominicano.
Il Ministero dell’Ambiente invita a rivolgersi per le comunicazioni di cui sopra ai numeri verdi: 809.567.4300 / 809.539.6400 / 809.200.6400 o attraverso il social network AmbienteRD,
Certo che per avere un rettile come animale domestico ci vuole il pelo sullo stomaco, ma il mondo è bello perché è vario. Fin che sono in queste latitudini le iguane verdi, che possono raggiungere lunghezze di oltre un metro, sono relativamente a loro agio per temperatura ambiente e umidità. In Europa dove sono sempre più richieste come animali domestici per farle sopravvivere e quindi per “godere” della loro compagnia ci vogliono accorgimenti vari e non indifferenti. Si parla innanzitutto di materassi termici e poi c’è il problema della muta della pelle e dell’alimentazione equilibrata. Per tenersele bisogna seguire alla lettera un vero e proprio manuale di istruzioni.
In Europa non rappresentano sicuramente un pericolo per le specie endemiche. Sono erbivore al cento per cento, ma hanno delle grinfie acute e fortissime che insieme alla coda estremamente flessibile usano per difendersi.

L’avv. Conrado Pittaluga Arzeno, l’italo dominicano con ascendenza genovese per via paterna e materna è stato rinviato a giudizio nel caso Odebrecht



Sono sette gli implicati nello scandalo Odebrecht che sono finiti sotto processo. A parte l’ex presidente del senato Jesús Vásquez, le altre sono tutte figure di secondo piano.
C’è un faccendiere e non ci poteva mancare. Si tratta di Ángel Rondón del quale abbiamo già parlato in questo blog e che ha quantificato il giro totale di tangenti in oltre 600 milioni di USD. Rondón c’entra un po’ con noi perché nella rete delle sue numerose società regolari e off-shore hanno rinvenuto anche una dal nome Bici moto SA costituita un bel po’ di anni fa con un socio italiano di cui non conosciamo il nome e operante nel settore dei pezzi di ricambio per motoveicoli.
Tra i sette imputati è finito anche un nostro connazionale. Ne abbiamo già parlato, si tratta dell’avvocato e notaio Conrado Pittaluga Arzeno. In linea paterna discende da Salvatore Pasquale Pittaluga Marzano arrivato nella Repubblica Dominicana nel 1870 e originario di Sampierdarena in provincia di Genova e in linea materna da Sebastiano Arzeno proveniente da Zoagli sempre in provincia di Genova nella prima metà dell’800.
L’oriundo professionista viene accusato di consulenza legale e societaria finalizzata alla ricezione di tangenti. Avrebbe sottoscritto contratti di servizi giuridici simulati con la “Constructora Norberto Odebrecht” e costituito società off-shore con conti bancari intestati sui quali Odebrecht avrebbe depositato delle somme destinate all’ex ministro dei Lavori Pubblici Victor José Díaz Rúa.
Per queste accuse l’avv. Pittaluga Arzeno è stato accusato del reato di lavaggio di attivi e di arricchimento patrimoniale illecito. Il genovese di origine avrebbe fornito consulenza giuridica allo scopo di evitare le conseguenze penali delle azioni di Díaz Rúa.
L’ex ministro dei lavori pubblici avrebbe chiesto a Odebrechte secondo il procuratore il versamento di una percentuale a titolo di tangente dell’1,25% del valore totale dell’Autopista del Coral.
La richiesta di tale importo sarebbe stata fatta da Pittaluga Arzeno attraverso la sottoscrizione di un contratto fittizio di servizi legali con la società brasiliana sottoscritto il 17 gennaio 2008.

Nel primo preventivo dell’opera si assumeva un costo di USD 360 milioni. Il costo finale è stato invece di USD 400 milioni.
Díaz Rúa è comunque reo confesso. Effettivamente ha ammesso i capi di imputazione che lo riguardano. Comunque il danaro ricevuto da Odebrecht e depositato sui conti delle società off-shore non sarebbe stato suo, sarebbe appartenuto al Partido de la Liberacion Dominicana e sarebbe stato destinato alle campagne elettorali.
Tangenti come finanziamenti illeciti ai partiti politici? Allora è proprio vero che tutto il mondo è paese… Ma qui si parla di somme che farebbero impallidire gli imputati di Mani Pulite. Trattandosi di un paese che per importanza economica equivale a una nostra piccola regione, non è male!
Peccato che ci vada di mezzo un nostro connazionale, un genovese bravo professionista che ha messo la sua esperienza e capacità al servizio di funzionari di governo al massimo livello. Ma certo con i tempi che corrono non si è mai sicuri come professionisti, questo ormai è a conoscenza di tutti, nemmeno se il cliente è lo stesso presidente della repubblica. E di ex presidenti incarcerati in America Latina attualmente ce n’è più di qualcuno!
Speriamo che tutto si risolva e presto a favore del nostro connazionale, anche se su questo possono sorgere dei dubbi, in fondo qualcuno deve pagare e se a fare da capri espiatori sono personaggi di secondo piano tanto meglio!

domenica 24 giugno 2018

Piogge intense e forti raffiche di vento provocano danni in tutto il territorio nazionale. Centinaia di abitazioni sono state danneggiate.



Le piogge generate dall’ondata di maltempo e il forte vento hanno inondato e danneggiato ieri centinaia di abitazioni nel Gran Santo Domingo e nelle province di Santiago, La Vega, Hermanas Mirabal, San Pedro de Macorís e La Romana. Le raffiche di vento hanno abbattuto cartelli pubblicitari e alberi. Venti province sono state messe in allerta dal Centro di Operazioni di Emergenza (COE). Le province in allerta gialla sono La Vega, Santiago, Monseñor Nouel, Monte Plata, Santo Domingo e San Cristóbal. In allerta verde si trovano El Seibo, Hato Mayor, Sánchez Ramírez, Hermanas Mirabal, Puerto Plata, La Altagracia, San Pedro de Macorís, Duarte, Espaillat, María Trinidad Sánchez, Valverde, Samaná, Barahona e La Romana.
Il COE ha comunicato che a San Pedro de Macorís 97 abitazioni sono state inondate nei rioni Las Caobas, Callejón de Ortiz e la calle 20; altre dieci a La Romana nell’avenida Libertad, nel Barrio Obrero e in Villa Hermosa.
Invece a Puerto Plata delle raffiche di vento hanno divelto i tetti di tre abitazioni e altre cinque sono state danneggiate.
Il forte vento insieme alle intense piogge ha lasciato diverse abitazioni senza tetto, ha abbattuto cartelli pubblicitari e alberi e ha danneggiato veicoli nel Distretto Nazionale e a Boca Chica; ha causato anche altri danni ad abitazioni di Santiago, La Vega, Salcedo, e Valverde. Centoquindici case sono rimaste inondate a San Pedro de Macoris e a La Romana.
Nella stazione di servizio dell’Avenida Independencia del Distretto Nazionale di fronte all’Università O y M, le raffiche di vento hanno abbattuto un gigantesco cartello pubblicitario che è finito addosso a due autovetture. A Santiago il vento ha scoperchiato diverse case, ha abbattuto cartelli e alberi nei settori di Gurabo, La Herradura nonché nei comuni di Baltoa e Puñal e nelle vicinanze dello Stadio Cibao.
A Boca Chica le raffiche di vento hanno abbattuto un albero che è finito addosso a un’autovettura parcheggiata nelle vicinanze del parco, nella via Juan Bautista Vicini, nei pressi del Banco Popular. Le piogge hanno inondato abitazioni, case e viali.
Ieri a Navarrete è crollato un cartello pubblicitario gigantesco installato nel Barrio Pontón nelle vicinanze della Parada Paulino. A La Vega sono rimaste danneggiate diverse abitazioni cosi come a Salcedo ed è stato necessario l’intervento di squadre di soccorso.

sabato 23 giugno 2018

Il servizio Prenota Online è una catastrofe, lo dice il principale sindacato della Farnesina e si auspica un cambiamento della filosofia esistente dei consolati



La Confsal Unsa Esteri ha scritto una lettera aperta al sottosegretario agli esteri, senatore Ricardo Merlo. Di rilievo è un po’ tutto il contenuto della lettera perché si tratta senza ombra di dubbio di una critica alla gestione passata del MAECI.
Per noi sono particolarmente interessanti le considerazioni sul servizio Prenota Online e sulla filosofia dell’esistenza dei consolati:

Prenota Online: una catastrofe
Il sindacato riferisce all’on. Merlo che ritiene che il Servizio Prenota Online debba definirsi come una catastrofe. L’avevamo capito anche noi nel nostro piccolo.
Il servizio Prenota Online non soddisfa nessuno, risulta macchinoso, difficilmente accessibile alle persone anziane e arbitrario nella messa a disposizione di date prenotabili. Non sfrutta al massimo le risorse della sede diplomatica come si vuole dare a intendere. Una percentuale elevata di utenti prenotati di solito non si presenta.
La nostra ambasciata in qualche modo ha cercato di ovviare all’inconveniente dell’assenza dei prenotati, stabilendo una procedura di riconferma pochi giorni prima dell’appuntamento, ma non basta. Altrove in Sud America si parla di intermediari che lucrano sugli appuntamenti.
La nostra comunità di Santo Domingo si augura un ritorno all’ambasciata aperta. Del resto è così che operano le ambasciate di paesi paragonabili per importanza al nostro. Come richiesta non sembra eccessiva.

Filosofia dell’esistenza dei consolati
la Confsal Unsa Esteri richiede all’on. Merlo di contribuire a cambiare la filosofia dell’esistenza dei consolati.
Questi secondo il sindacato dovrebbero tornare ad essere postazioni di difesa e di tutela delle collettività italiane. Il personale dovrebbe essere ben preparato attraverso idonee misure formative per far fronte alle esigenze tradizionali e moderne dei nostri connazionali all’estero.
Attualmente ad esempio stiamo assistendo nella Repubblica Dominicana a una campagna a tutto campo della nostra ambasciata per promuovere l’immagine dell’Italia con l’occasione del 120esimo anniversario dell’instaurazione delle relazioni diplomatiche tra l’Italia e la Rep. Dominicana. Si intende organizzare 120 eventi in un anno. Praticamente uno ogni tre giorni.
È ovvio che ciò comporti un dispendio di tempo, quello dei nostri funzionari, e l’utilizzo di risorse finanziarie del ministero. La nostra comunità ha accolto con freddezza l’iniziativa anche perché l’erogazione dei servizi consolari pur essendo migliorata non si può ritenere ancora normalizzata, essendo necessari non meno di tre mesi per il disbrigo di qualunque pratica.
Questo tipo di iniziative comunque è all’ordine del giorno nelle nostre sedi diplomatiche a livello mondiale. Si tratta di un retaggio della gestione uscente.
Al riguardo la Confsal si esprime così:
«È ora di rivedere il ruolo di consoli fino ad ora impegnati prevalentemente nella cosiddetta difesa dell’immagine del Paese sotto forma dell’ennesima “settimana della cucina italiana” o “serata del libro italiano” o “pomeriggio della scienza italiana”. Insomma, i connazionali hanno bisogno all’estero di servizi veloci ed efficienti, di tutela e di sostegno, tutto il resto è delegabile. I servizi dello Stato non lo sono».
Molta carne sul fuoco per il nuovo sottosegretario. Siamo fiduciosi che saprà prendere le migliori decisioni e che finalmente usciremo dal pantano nel quale ci troviamo.
L’impegno dell’onorevole Merlo per quel che riguarda le pratiche consolari è chiaro: la durata per il disbrigo in ogni caso non deve superare i trenta giorni!

Intervista all’ANSA del sottosegretario Merlo: miglioramento dei consolati, rilascio passaporti, pratiche consolari da sbrigare in non più di 30 giorni.




Rafforzare il ruolo degli italiani all'estero
Il miglioramento dei consolati: un obiettivo primario per il senatore Merlo
Il senatore Ricardo Merlo si è assunto la sfida di "lavorare sui problemi reali" degli italiani all'estero come sottosegretario agli esteri.
Merlo, nato a Buenos Aires, è il fondatore del Maie (Movimento Associativo Italiani all'Estero) ed è un parlamentare italiano eletto dal 2006 nella circoscrizione Sud America, la seconda maggiore circoscrizione elettorale italiana delle quattro esistenti. "È la prima volta che un governo affida la politica relativa agli italiani all'estero a un italiano che proviene dall’estero, sembrerebbe molto ovvio, ma nessuno lo ha fatto prima", ha detto Merlo all’ANSA nel salotto di casa sua, prima di iniziare questo martedì il suo lavoro nella Farnesina.
Con questa scelta il governo di coalizione della Lega e del M5S fa la differenza rispetto al passato per occuparsi dei circa cinque milioni di italiani che vivono oltre confine. Un'occasione storica da sfruttare con decisioni politiche e risorse adeguate.
“Inizieremo a lavorare sui problemi reali della cui esistenza siamo consapevoli, non dobbiamo individuarli perché li conosciamo e ora cercheremo di risolverli", ha detto Merlo.
La delega per affrontare gli interessi dei connazionali all’estero è sempre esistita, ma "veniva assegnata a chi non era stato eletto all’estero e questa si aggiungeva ad altre di cui l’assegnatario era già in possesso".
“Per me si tratta di una responsabilità, non è solo un'altra delega come per altri in precedenza e ci lavorerò a tempo pieno", ha promesso il senatore del Maie.
Tra i capisaldi della sua amministrazione c’è il miglioramento dei servizi consolari, in particolare il rilascio del passaporto, e la rimozione del divieto della trasmissione della cittadinanza per via materna anteriormente al 1948 nonché la promozione della cultura e della lingua.
"La rete consolare è fondamentale per noi, i problemi non si risolvono da un giorno all’altro, ma il disbrigo di una pratica non deve richiedere più di 30 giorni".
Infatti, il suo primo viaggio sarà nei prossimi giorni a Londra, dove attualmente sussiste "un caos con i passaporti, vedrò cosa sta succedendo e spegnerò quell’incendio".
Merlo ha sottolineato che bisogna "trovare il modo di sistemare la situazione dei consolati più critici: Londra, Buenos Aires, Rosario, San Paolo, Curitiba. Non è possibile che si verifichino in alcuni casi ritardi di un anno."
“Chiediamo a tutti di avere pazienza, di concederci un po'di tempo", ha detto il legislatore, aggiungendo che "lavoreremo per gli italiani all'estero con tutta l'energia e avvalendoci della grande esperienza acquisita attraverso gli anni".
Merlo ha dichiarato che vuole "porre fine alla discriminazione" nei confronti delle donne a cui è impedito di trasmettere la cittadinanza perché si sono sposate prima del 1948 con uno straniero. "Vogliamo farlo con una legge", ha sottolineato.
Tra gli obiettivi c’è anche quello di "aumentare il più possibile le risorse per promuovere la cultura e la lingua italiana" e ha sostenuto che "difenderemo la stampa italiana all'estero.
Dopo aver parlato con il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi ha riferito che "vogliamo sostenere l'accordo tra il Mercosur e l'Unione Europea. Ci sembra fondamentale per agevolare l’avvicinamento con la regione". Ma ha sottolineato la posizione "diversa" della Francia, che "deve essere convinta" a sottoscriverlo.
Alla domanda circa il costo di 300 euro della pratica di richiesta di riconoscimento della cittadinanza, Merlo ha ricordato che a suo tempo ha votato contro quella legge e ha ammesso che la cifra è troppo elevata per gran parte degli aventi diritto.
"Ci sono paesi come il Venezuela dove 300 euro non se li può permettere praticamente nessuno e l'Argentina, se l’andamento economico continua così, va su quella strada", ha riferito. Secondo lui, "la cosa peggiore è che il 70%" di quel denaro rimane a Roma, invece di "essere devoluto ai consolati" per "migliorare i servizi e assumere personale amministrativo".
"Studieremo il problema. È sempre difficile togliere una tassa", ha ammesso Merlo, aggiungendo che, se non potrà essere eliminata, la si dovrà rendere "progressiva in base al PIL pro capite di ciascun paese o si dovrà stabilire che il 100% degli incassi rimanga ai consolati".
"Se il governo durerà cinque anni, ci auspichiamo di essere in grado di avanzare ogni anno su uno di questi problemi in modo che si noti un miglioramento", e ha aggiunto, "Su questo impegneremo tutte le nostre energie".

giovedì 21 giugno 2018

Un terremoto dell’intensità di 5,2 gradi della scala Richter ha scosso la Repubblica Dominicana la notte scorsa. Il secondo del corrente mese nella stessa zona




Un movimento tellurico di magnitudo 5.2 della scala Richter è stato registrato la scorsa notte a Monte Plata.

La gente si è riversata sulla strada in preda al panico. Le merci esposte sugli scaffali dei supermercati e dei negozi della cittadina sono state sbattute per terra dalla forte scossa.

Le squadre della Protezione Civile hanno avviato immediatamente un sopralluogo per determinare l’entità dei danni..

Il terremoto si è verificato alle 20:14 ed è stato localizzato nelle coordinate 18.88 di latitudine Nord e 69,9 di longitudine ovest. L’epicentro è stato localizzato a circa 72 chilometri di profondità, approssimativamente 14 chilometri a nord-ovest di Monte Plata.

Questo è il secondo sisma di grande entità che si è registrato nel corrente mese nella provincia di Monte Plata. Il primo ha avuto luogo il 3 giugno alle ore 5:03 con un'intensità di 4,9 gradi della scala Richter e una profondità di 47 chilometri che ha anche svegliato moltissimi residenti del Gran Santo Domingo.

Il "sacudión" (lo scossone) della scorsa notte si è sentito a Santo Domingo, nel Distretto Nazionale, a Monte Plata, a San Cristobal e in altre città, ma non sono stati riportati danni.

Tra le ore 20:00 di martedì scorso e la stessa ora di ieri, sono stati rilevati sei terremoti nel paese.

Il primo di questa serie è stato di magnitudo 3,0 e si è verificato a 47,5 chilometri a sud-sud-ovest di Punta Cana nel Mar dei Caraibi; un altro di 2,3 di intensità ha colpito Montecristi, nell'Oceano Atlantico, il terzo, di 3,3, a 101,8 chilometri a ovest-sud-ovest di Pepillo Salcedo, un altro, di 2,6, nella provincia Duarte, il quinto, di 3,1, nelle vicinanze di Cabrera e infine un altro, di 3,3, nei pressi di Jimaní.


Leggere anche:

Terremoto di 4,9 gradi della scala Richter a 60 km da Santo Domingo

Prove generali di terremoto a Puerto Plata e Santiago. Oltre 500.000 persone coinvolte






martedì 19 giugno 2018

Come si ottiene la patente di guida dominicana con la patente italiana




Tra la Repubblica Dominicana e l’Italia non esiste un accordo di reciprocità in materia di conversione di patente di guida. Ciononostante con la patente italiana si può ottenere facilmente il rilascio di una patente dominicana, rimanendo in possesso di entrambe. Questo non succede quando esiste un accordo di reciprocità. In questo caso la patente italiana viene ritirata.
La condizione necessaria per ottenere il rilascio della patente dominicana con la procedura della conversione è che il titolare sia legalmente residente nella Repubblica Dominicana. Deve essere quindi munito di carta d’identità. Di fatto entrambi i documenti hanno lo stesso numero.
Per la conversione bisogna rivolgersi alla Dirección de Licencias de Conducir
Tel.: 829-893-4886 Ext. 6602- 6603-6642 | Email: info@intrant.gob.do
Indirizzo: Ave. Tiradentes n. 07 Ens. La Fe, Santo Domingo, Rep. Dom.
Orario: 8:00 – 16:30
Tempo per il disbrigo: 2 ore
Costo: RD$ 950,00
Requisito
Essere in possesso del permesso di residenza.
Documenti richiesti
1. Patente di guida italiana originale in tre copie. Questa deve essere valida alla data della richiesta.
2. Certificazione della Cancelleria Consolare italiana che attesta la validità e la vigenza della licenza. A tal fine bisogna prenotare un appuntamento con il servizio Prenota online che richiede circa quattro mesi di attesa.
3. La certificazione deve essere legalizzata dal Ministero degli Affari Esteri dominicano e deve essere presentata in tre copie.
4. Tre (3) copie del permesso di residenza.
5. Una copia della ricevuta di pagamento al Banco de Reserva per la legalizzazione della certificazione diplomatica.
Le fasi del processo
1. Rivolgersi al Departamento Jurídico e alla Dirección de Licencia dell’Intrant.
2. Rivolgersi alla “Sede Central de la Dirección de Licencias de Conducir” (questa procedura viene eseguita solo presso la sede centrale).
3. Esame della vista.
4. Determinazione del gruppo sanguigno.
5. Recarsi agli uffici di Dekolor presso la sede centrale dove si procede all’acquisizione dei dati biometrici, della foto e della firma
6. Ritirare la licenza
La patente dominicana è valida per quattro anni e scade il giorno della data di nascita del titolare per cui la prima che viene rilasciata ha di solito una durata inferiore.
Con la patente dominicana si può guidare in Italia ai sensi dell’art. 135 del Codice della Strada. Serve la patente internazionale che viene rilasciata dall’Automóvil Club Dominicano, calle Eugenio Deschamps 37, Santo Domingo.

La morte improvvisa non colpisce solo gli uomini. A Santo Domingo è deceduta anche una trentaseienne




Stesso copione ma sesso diverso. Sono andato alla ricerca di un caso di morte improvvisa di una turista connazionale e non ho fatto fatica a trovarla. Si tratta di Sara Gavazzi 36enne di Calcinato, nella Bassa bresciana. Viveva a Polpenazze del Garda. Si trovava a Santo Domingo insieme al suo compagno di origine spagnola nella cui azienda di marketing lavorava. La sua vacanza doveva durare 20 giorni.
Secondo i primi riscontri e da quanto è trapelato, sarebbe stata colpita da un aneurisma cerebrale. Si è sentita male all'improvviso, perdendo conoscenza. Ricoverata d’urgenza nella clinica dominicana «Corazones Unidos», una delle più rinomate del Distrito Nacional, non è riuscita a svegliarsi dal coma, per lei non c'è stato nulla da fare. Nonostante gli sforzi dei medici, è stata dichiarata morta.
Anche in questo caso la salma è stata rimpatriata dopo aver espletato le pratiche burocratiche e il funerale ha avuto luogo in Italia.
I casi di morte improvvisa di turisti sono più frequenti di quanto sembri. Raramente vengono portati alla conoscenza del pubblico. Il cambiamento di clima, di alimentazione, di idratazione, il peggioramento della qualità del sonno, il jet lag in generale e lo stress dovuto al divertimento sfrenato provocano regolarmente delle vittime anche di giovane età come è il caso di Sara Gavezzi e di altri della cui sana e robusta costituzione fisica non si sarebbe potuto dubitare. Purtroppo il rischio sussiste e le precauzioni non sono mai troppe. Innanzitutto c’è da ricordare che l’esposizione al sole aiuta a superare lo stress del jet lag per il cui superamento sono necessari non meno di sei giorni viste le sei ore di differenza di fuso orario tra l’Italia e la Repubblica Dominicana.
Nei primi giorni di soggiorno è raccomandabile quindi badare in modo particolare al riposo notturno e ad un’alimentazione ricca di nutrienti.
Prima di iniziare con il divertimento sfrenato bisognerebbe quindi “scaldare i motori”. In fondo anche il nostro corpo ha le sue esigenze e le partenze immediate “a pieni giri!” comportano evidentemente più di qualche rischio.

lunedì 18 giugno 2018

Morti improvvise, un’epidemia nella RD, lo dice il medico Forense Sergio Sarita Valdez. Per i turisti c’è anche il rischio jet lag!






Si verificano con frequenza morti improvvise di turisti italiani relativamente giovani. Del resto con circa 100.000 turisti che trascorrono le loro brevi ferie nella Repubblica Dominicana è naturale che ci siano fra di loro dei decessi, fa parte delle regole dei grandi numeri.

Il problema comunque non riguarda solo i turisti: il medico forense Sergio Sarita Valdez, nostra vecchia conoscenza, visto che fa sempre le autopsie dei nostri connazionali, recentemente ha rilasciato delle preoccupanti dichiarazioni in merito alle morti improvvise, lanciando l’avvertenza che esiste attualmente un’epidemia di questi decessi nella Repubblica Dominicana.

Nei casi di persone di giovane età secondo il medico forense ciò è dovuto all'uso di droghe e stimolanti sessuali. Ha menzionato anche le sostanze inalate attraverso la hooka.

Per quel che riguarda i turisti, i fattori di rischio aumentano vertiginosamente. Innanzitutto c'è la differenza di fuso orario e non tutti reagiscono allo stesso modo. Il primo fattore di stress è quindi il jet lag.

Il jet lag è una condizione medica caratterizzata dalla presenza di un insieme di sintomi che si verificano quando si attraversano vari fusi orari (di solito più di due), come avviene nel caso di un lungo viaggio in aereo. Dall’Italia alla Repubblica Dominicana nell’orario estivo ce ne sono ben sei!

L’orologio biologico presente all’interno dell’organismo è in grado di influenzare il ritmo sonno-veglia, così come i ritmi circadiani relativi a:

appetito,
digestione,
abitudini intestinali,
produzione di urina,
temperatura corporea,
pressione del sangue.

Viaggiando attraverso fusi orari diversi il meccanismo si inceppa e, prima di ritrovare un corretto equilibrio, possono comparire disturbi come:
affaticamento durante la giornata,
senso di malessere,
difficoltà nel rimanere vigili,
problemi gastrointestinali.


Si stima indicativamente che, per ogni fuso orario attraversato, ci voglia almeno un giorno per riprendersi dal jet lag. Quindi venendo dall’Italia ce ne vogliono sei

Al jet lag si aggiungono tutta una serie di altri fattori di rischio dovuti al desiderio di sfruttare appieno la breve durata delle ferie: il cambiamento radicale dell’alimentazione e dell’idratazione, la diminuzione delle ore di sonno, l’ingestione di bevande alcoliche, il fumo, la maggiore attività sessuale magari coadiuvata da stimolanti, ecc.


Il dott. Sarita Valdez ha osservato riferendosi in generale al problema che le abitudini alimentari sono cambiate e che la gente si nutre di molti carboidrati e grassi saturi che hanno effetto sul colesterolo e sul sangue, formando coaguli che in qualsiasi momento originano una trombosi coronarica che causa la morte: "Nel nostro paese, per morti improvvise si intendono quei decessi che sorprendono una persona "apparentemente" in buono stato di salute e che improvvisamente stramazzano morte o vengono trovate morte nelle loro case, nel letto e persino in una scrivania. Queste sono tipologie di decesso che si stanno verificando sempre più spesso".

Occhio quindi a non strafare. Il turista deve prendersi le cose con calma senza esagerare, badando ad una sana e nutriente alimentazione e a riposo notturno adeguato. Per combattere il jet lag niente di meglio che esporsi al sole. Lasciar passare qualche giorno prima di iniziare con il divertimento a tutte le ore è poi una precauzione molto azzeccata. In fondo è come scaldare i motori prima di una forte partenza. Sesso sì, ma con giudizio. Le performance da olimpiadi in quel campo possono costare care!